Fama tardiva
- Autore: Arthur Schnitzler
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2015
Arthur Schnitzler era molto legato a Fama tardiva perché tratta tematiche a lui care: il talento, la letteratura come urgenza ma anche come mania egocentrica, se diventare scrittori sia destino o solo bravura. Tanta carne al fuoco, dunque.
Siamo a Vienna, nei primi anni del Novecento: Saxberger è un anziano signore che andrà presto in pensione, dopo anni di lavoro come caporeparto (oggi diremmo manager) in un ente pubblico.
Lo scrittore ce lo presenta con il giornale della sera tra le mani, una vita tranquilla, una cameriera ad ore, un’esistenza di solitudine che non dispiace all’impiegato.
Spesso esce con i colleghi per andare in trattoria o nei bar, contento delle abitudini e dei pettegolezzi che attraversano quelle persone che, per lavoro, vedi quotidianamente.
In una serata casalinga, bussano alla porta: è un giovane timido e impacciato che lo chiama Maestro, avendo in mano un libro di poesie che il Nostro aveva scritto da giovane, prima che iniziasse a lavorare.
Il giovane lo invita a una serata di lettura dove lui sarà l’ospite principale. Nella mente dell’impiegato lusingato, si aprono nuovi scenari: si sarà accontentato? Sarebbe potuto diventare un grande poeta e scrittore?
Saxberger comincia a frequentare il gruppo di giovani intellettuali e un’attrice molto fascinosa che leggerà la sua poesia, inedita. Rinuncia a tutti gli inviti dei suoi colleghi, perché ormai si ritiene un intellettuale. Il suo testo, Le passeggiate, sembra essere un libricino molto apprezzato.
Il signor Meier e gli altri chiedono all’attempato signore una poesia nuova, da leggere nella serata speciale in teatro. Lui accetta.
Ma nelle settimane prima della lettura pubblica Saxberger si accorge che non ha ispirazioni di nessun tipo, proprio non riesce a scrivere un rigo delle nuove poesie.
Si sente messo al muro, addirittura rimpiange le sue belle serate con i colleghi. Non è più un poeta, non lo è mai stato. Non ci sono urgenze creative, non ci sono rime, non c’è niente.
Agli scrittori dice che ha avuto impegni e se l’attrice può leggere qualche poesia de Le passeggiate. Il gruppo accetta un po’ deluso, la serata si farà.
Non diremo altro, ma solo che è meglio non montarsi la testa per un piccolo libro di trentadue anni prima.
Saxberger è un impiegato prossimo alla pensione, che non ha letto più poesie, né romanzi.
Questa ambizione senile gli farà vedere l’inferno e si ritroverà un uomo senza qualità che non ha più voglia di scrivere, ma desidera solo ritornare a leggere il suo giornale di sera davanti al camino, senza preoccuparsi di trovare l’ispirazione.
Libro di grande bellezza, con una Vienna da sogno e un uomo che per un periodo di tempo è stato strappato inutilmente alla sua vita grigia e mesta, per gli altri, non per sé.
Fama tardiva
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