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Recensioni di libri

Esercizi di stile di Raymond Queneau

Un libro sulla possibilità, sulla simbiosi tra forma e contenuto, un eccellente esempio di come lo stile può annientare e insieme valorizzare il soggetto. Un libro che scongiura la banalità. Un libro che si permette le più bizzarre varianti (compresa quella medica, quella botanica, quella culinaria) e che non conosce noia.

Barbara Bracci, poetessa
Barbara Bracci, poetessa - Cristina Giuntini Pubblicato il 05-10-2021
Esercizi di stile

Esercizi di stile

  • Autore: Raymond Queneau
  • Genere: Raccolte di racconti
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Anno di pubblicazione: 2005

Recensione di Cristina Giuntini

Un classico moderno, una storia banale declinata in novantanove stili diversi: curioso, a tratti esilarante, ma mai leggero, Esercizi di stile è una pietra miliare per gli scrittori e per tutti coloro che vorrebbero diventarlo.

Un anonimo passeggero a bordo di un tram osserva un episodio banale, perfino spiacevole: un curioso individuo esprime in modo piuttosto veemente le sue rimostranze a un altro, colpevole di spintonarlo ogni volta che il tram si muove. Il litigio è interrotto dal liberarsi di un posto, che il primo si affretta a occupare. Qualche ora dopo, l’osservatore rivede il curioso individuo presso la stazione di St. Lazare: è in compagnia di un amico che gli consiglia di aggiungere un bottone al soprabito. Una storia assolutamente trascurabile, di interesse di per sé quasi nullo: ma che cosa succede quando la stessa storia viene reinterpretata in ben novantanove modi diversi, dal drammatico al comico, dalla parodia al gioco di parole, dalla poesia al gioco enigmistico?

Esercizi di stile di Queneau è un capolavoro controverso, spesso snobbato dalla critica ma molto amato dal pubblico, e utilizzato come materiale didattico nei corsi di scrittura creativa e di comunicazione. In effetti, il primo gruppo di dodici esercizi, intitolato “Dodécaèdre”, fu rifiutato dall’editore di una delle riviste clandestine sulle quali Queneau scriveva, quasi fosse stato uno scherzo di cattivo gusto. Che di scherzo non si trattasse lo testimonia il fatto che, dopo essere stati pubblicati a gruppi di varia consistenza in diverse riviste analoghe, questi esercizi furono infine riuniti in un libro nel 1947 dall’editore Gallimard.

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Queneau, fortemente influenzato dal movimento surrealista del quale aveva fatto parte, e la cui ideologia aleggia, quasi suo malgrado, su ogni capitolo di questa opera, si era in realtà ispirato all’ascolto di un’esecuzione dell’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach: un tema principale, semplice, perfino scarno, declinato in numerose variazioni che avevano colpito la fantasia dello scrittore e l’avevano portato ad assimilare la parola alla musica e a concepire così questa vera e propria “composizione”, apparentemente un divertissement, ma molto più curata e complessa di quello che possa apparire a una lettura superficiale.

La scelta di un semplice episodio di periferia non era stata certamente casuale, trattandosi dell’ambiente nel quale si era svolta tutta la vita dell’autore; esiste, anzi, una fotografia di Henri Cartier-Bresson nel quale si è voluto individuare, con una certa fantasia, lo stesso Queneau, ripreso proprio sul retro della stazione di St. Lazare.

Partendo dall’episodio di base, come nel lavoro un compositore preso da un volo di fantasia, ma allo stesso tempo attento alle regole del contrappunto, gli episodi si susseguono sempre uguali e sempre diversi, dimostrando come la stessa storia si possa narrare in mille modi.
Non tutti troveranno d’accordo il lettore, che potrà apprezzare quelli basati su stati d’animo o figure retoriche, ma anche trovarne infantili, quando non irritanti, altri che si affidano semplicemente a sostituzioni o inversioni di parole o di lettere. Alla fin fine, però, ciascuna di queste variazioni ha un senso ben preciso ed è frutto di un’attenta ricerca linguistica.

Quello che ne esce è quasi un manuale, e sicuramente un prezioso stimolo, che porterà molti appassionati di scrittura creativa a volersi cimentare essi stessi in ulteriori variazioni sul tema: a pensarci bene, e sia detto con un sorriso e senza nessuna pretesa, anche lo stesso incipit di questa recensione potrebbe costituire, in fondo, un ulteriore modo di raccontare la storia.

Einaudi, che pubblica gli esercizi con l’originale francese a fronte, ha scelto un traduttore d’eccezione, Umberto Eco. Egli, nella sua prefazione, spiega in modo dettagliato il perché di certe scelte molto “libere”, tese in realtà a adattare il testo non solo alla lingua italiana, ma anche alla nostra cultura. Completano questa edizione del 2014 un breve saggio di Stefano Bartezzaghi, che permette di comprendere ancora meglio le particolarità di questo originale lavoro, e una bibliografia che ne dimostra la fortuna, elencandone letture critiche, opere affini e persino parodie, fino ad arrivare a quella tutta italiana, in forma di fumetto, di Stefano Disegni e Massimo Caviglia.

Recensione di Barbara Bracci

Da una semplice situazione di tutti i giorni, comune quanto insignificante, nasce la magia. Il nucleo narrativo è quanto mai scarno: c’è un uomo, su un autobus, a mezzogiorno, irritato perché un altro tizio lo spinge continuamente. Così, trovato un posto libero, lo occupa. Dopo qualche ora l’uomo rivede il molesto tizio insieme a un amico, che lo sollecita ad attaccare un bottone sul soprabito. Nulla di più banale, fin qui.

La magia si compie, pagina dopo pagina nelle novantanove variazioni sul tema elaborate dal maestro Queneau, grazie anche alla magistrale edizione italiana di Umberto Eco. Un incontro di generi letterari (dal racconto gotico all’epica, fino anche al telegramma), un capriccio di sostituzioni grammaticali e lessicali, un divertente gioco enigmistico, congegnato con una sconvolgente padronanza linguistica. Una stramba avventura nel mondo della retorica applicata, condotta da un abile artificiere della lingua, così come lo stesso Umberto Eco definisce l’autore.

Esercizi di stile è un libro sulla possibilità, sulla simbiosi tra forma e contenuto, un eccellente esempio di come lo stile può annientare e insieme valorizzare il soggetto. Un libro che scongiura la banalità. Un libro che si permette le più bizzarre varianti (compresa quella medica, quella botanica, quella culinaria) e che non conosce noia.

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Un libro perfetto per...

C. Giuntini: Assolutamente da regalare, se non lo possiede già, all’amico che vuole diventare scrittore, o a quello che crede che la vita di ogni giorno sia troppo banale per essere raccontata.

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esercizi di stile

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Commenti: 1

  • Patrizia Falsini
    29 agosto 2018, 18:20

    E’ un modo per giocare con la letteratura e usare la testa. Istruttivo.

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