Due grandi scrittrici, la canadese Margaret Atwood, che ha 85 anni, e l’italiana Elsa Morante, di cui a breve sarà ricordato il quarantesimo anniversario della morte (novembre 1985), sono al centro dell’interesse letterario del Venerdì di Repubblica di oggi, 31 ottobre 2025. Sull’inserto vengono segnalati due memoir in uscita per conoscerle meglio, ecco quali.
“Le nostre vite. Una specie di autobiografia” di Margaret Atwood
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Di Margaret Atwood, in copertina di Venerdì di oggi, esce ora un lungo memoir, una specie di autobiografia, come citato nel sottotitolo del libro, pubblicato da Ponte alle Grazie (ben 768 pagine). Il racconto dell’ancella (The handmaid’s tale), il libro uscito 40 anni fa che l’ha resa celebre nel mondo e che parla della negazione dei diritti delle donne, oggi appare di stringente attualità, una specie di profezia del mondo come sarebbe stato. Nella lunga intervista concessa ad Anna Lombardi, Margaret Atwood afferma:
“Quando scrissi l’Ancella una regola me l’ero data: non mettere nulla che non avesse un precedente storico. I nazisti fecero proprio quel che racconto, rubavano bambini biondi in Polonia per darli a famiglie ‘ariane’. Quel romanzo non è una fantasia fantascientifica... Compresi che in America c’è un sotterraneo sentimento fanatico che aspetta solo l’opportunità di un nuovo caos sociale per riemergere ed affermarsi”.
Ovviamente Atwood si riferisce ai tempi che sta vivendo l’America, giudicando Trump “il nuovo Zeus che non si può criticare”.
“La favolosa Elsa” di Renzo Paris, per ricordare Elsa Morante
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Un altro memoir esce in italiano, ad opera di Renzo Paris: La favolosa Elsa (Elliot, 190 pagine). Intervistato dalla scrittrice Brunella Schisa, Paris ricorda nelle pagine del libro la sua lunga amicizia e l’assidua frequentazione con Elsa Morante, che durò nove anni e si concluse bruscamente quando una stroncatura del critico a La Storia, il romanzo uscito nel 1974, indignò la scrittrice.
Ma anche con Pasolini la Morante ebbe una rottura clamorosa, avvenuta al bar Rosati di Piazza del Popolo, in presenza di Carlo Emilio Gadda. Ninetto Davoli aveva appena lasciato Pasolini per un nuovo amore. Lo scrittore ne era stato devastato, mentre Elsa Morante parteggiava per la libertà di Davoli, causando l’ostilità tremenda di Pasolini. Quando lo scrittore morì, la Morante ne ebbe notizia al telefono, ma credendo si trattasse della morte di suo marito Moravia cominciò ad urlare scompostamente. La seconda telefonata, quella veritiera, ne causò lo svenimento: forse sollievo, per una notizia meno sconvolgente? Eppure “la morte di Pasolini l’ha di certo addolorata”.
Due scrittrici lontane per nazionalità, lingua, sensibilità, eppure entrambe capaci di profetizzare condizioni ed eventi universali soprattutto per il mondo femminile.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elsa Morante e Margaret Atwood: due libri da leggere per conoscerle meglio
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