

E non scappare mai
- Autore: Annalisa Cuzzocrea
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2025
Miriam Mafai ha avuto una vita piena di accadimenti, di storie segrete e di grande speranze per la democrazia italiana dopo la guerra. Ne scrive con grande garbo e stile Annalisa Cuzzocrea nel libro E non scappare mai. Miriam Mafai, i segreti e le lotte nella tempesta della Storia (Rizzoli, 2025).
I genitori della Mafai erano degli artisti, il pittore Mario Mafai e la scultrice e pittrice Antonietta Raphaël, e crebbero lei e le sue sorelle, Simona e Giulia, come ragazze libere, troppo presi com’erano dalla loro arte. Miriam subì il primo dolore intenso dovendo lasciare il ginnasio per poi passare al liceo classico; non fu possibile perché Mussolini promulgò le leggi razziali nel 1938, sulla spinta dell’alleato Adolf Hitler. Tuttora sono le leggi più antidemocratiche che l’Italia abbia mai promulgato; gli ebrei italiani, a causa di queste disposizioni, dovevano lasciare scuole e università e restarono senza impiego, non potevano sostare per strada dopo una certa ora e non avevano più diritti civili. Tanto che Mario Mafai credette a una burla, fino a quando si accorse che gli ebrei italiani cambiarono nome e residenza per scappare dall’Italia.
Miriam era uno spirito libero e faceva tutto, fidandosi della sua dirittura morale, tanto c’era Simona, la sorella citata, che le faceva da seconda "mamma". A ventuno anni, dopo la fine del secondo conflitto bellico che fu devastante, Miriam decise di sposare in segreto, solo col matrimonio religioso ebraico, Ugo Lazzaro Nacson, appena tornato da Alessandria con la complicità dei servizi segreti britannici.
Miriam era istintiva ma ciarliera e odiava ogni forma di ipocrisia, ma il matrimonio la trovò con poche nozioni sul sesso maritale. Ma Ugo non riusciva a sopportare la libertà dopo le atrocità viste e faceva di tutto per dimenticare; chiese quindi a Miriam se le poteva tenere la mano per tutta la notte. Eppure l’uomo non seppe resistere nel mondo "nuovo" e, mentre Miriam si preoccupava di quello che accadeva nelle lenzuola maritali, Ugo si uccise con la pistola.
La Cuzzocrea di questa vicenda scrive da fonti certe, una traccia indelebile per la giovane Mafai. Che frequentava le riunioni del partito comunista dove conobbe Umberto Scalia ed ebbero due figli, Lorenzo e Sara. La Mafai si rifiutava di fare solo la madre giovane di figli voluti, voleva partecipare attivamente ai comizi in Abruzzo e se Umberto, che si rese conto subito di aver sposato una "femminista" prima del femminismo, stava lui coi bambini bene, altrimenti la donna se li portava dietro. Quando decise di fare solo la giornalista fu una scelta ponderata, anche se il matrimonio con Umberto si stava disgregando. La donna mise su una redazione per una rivista dal nome "Noi donne" e fu tra le fondatrici di “Repubblica”. La Mafai fu anche deputata, ma col pensiero agli articoli che poteva scrivere; fu una madre assente per Luciano e Sara, non c’era mai anche per motivi di salute, ma fu un’ottima nonna. Sarà che era più stanca e poi malata, aveva anche perso l’uomo della sua vita accanto a lei per trent’anni, Gian Carlo Pajetta, chiamato Nullo perché, come paradosso, non aveva nessuna influenza nel partito comunista, ma poi gli rimase appiccicato apposta.
L’opera della Cuzzocrea è magistrale, con un uso delle fonti superbo, appassionante e tenero. Una meraviglia di libro.

E non scappare mai. Miriam Mafai, i segreti e le lotte nella tempesta della storia
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