

Progenie
- Autore: Susana Martìn Gijon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2025
Anche se la fascetta di copertina del romanzo di Susana Martìn Gijon parla di un thriller, esaltato da grandi nomi della narrativa “gialla” come François Morlupi e Alicia Giménez Bartlett, questo romanzo, Progenie, edito nel 2025 da Ponte alle Grazie e tradotto da Sara Meddi, mi ha colpito soprattutto per il tema affrontato, così coinvolgente e di stringente attualità: mentre infatti la crisi demografica sembra occupare molto le opinioni pubbliche europee, in Spagna leggi molto avanzate consentono di mettere in atto tecniche riproduttive molto sofisticate che, ad esempio in Italia, non sono consentite.
Il libro di Gijon, mettendo in scena un crimine ripetuto, donne trovate uccise, la prima, Soledad, con un ciuccio in bocca, la seconda con un bavaglino al collo, indaga attraverso la protagonista, l’ispettrice Camino Vargas, che opera a Siviglia, la natura oscura di questi delitti. Nel corso della lettura apprendiamo che tutte le donne coinvolte erano incinte al momento della loro morte violenta, e che tutte si rivolgevano per ottenere una gravidanza a una clinica specializzata, dove queste operazioni genetiche venivano sperimentate in un laboratorio molto tecnologico e segreto.
Camino Vargas, che ha preso il posto del suo capo e mentore, vittima di una tragico incidente che lo vede in coma da mesi, ha come aiutante Pascual, l’unico di cui si fida, e i due insieme, ma non da soli perché c’è Lupe, un’agente ambiziosa di piacere alla capo, e c’è Fito, anche lui ambizioso e desideroso di indipendenza nel team, conducono un lavoro d’inchiesta esemplare.
L’autrice scompone il suo romanzo in ben centotredici capitoli, i cui titoli permettono ai lettori si seguire il pur difficile viaggio dentro una serie di delitti efferati e inconcepibili, mentre compaiono sempre nuovi personaggi, e i sospetti si appuntano soprattutto su Alonso Màrquez, amante respinto della prima vittima, Soledad Cabezas, il cui padre è certo della colpevolezza dell’uomo ed è convinto che l’uomo abbia distrutto la personalità della figlia. Il personaggio di Camino Vargas indipendente, solitaria, lontana dai temi della maternità, viene approfondito dall’autrice nel vederla confrontarsi con un argomento potente, quello della maternità in vitro, di cui lei ignora tutto, argomento di stringente attualità che la costringe ad avvicinarsi a realtà di cui ignorava l’esistenza.
Donne, adulte e quasi fuori dell’età della procreazione, che si sottopongono a cure invasive, esperimenti dolorosi, in un desiderio di maternità che viene da una condizione ancestrale della donna? si chiede Camino. Insomma, la scrittrice costruisce una trama gialla molto coinvolgente, piena di suspense, con uno stile rapido e molto efficace, a partire da un argomento fortemente presente nel dibattito contemporaneo, rendendo questo romanzo “una vera esperienza”, come afferma la grande narratrice Giménez Bartlett che del romanzo della collega è una vera estimatrice. Nelle ultime pagine della storia l’ispettrice Camino si umanizza, e ci resta vicina, così provata dall’immersione in un mondo doloroso.

Progenie
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