Dolce per sé di Dacia Maraini

Dolce per sé, (titolo tratto dalle Ricordanze di Giacomo Leopardi) racchiude un epistolario bislacco e seducente tra Vera, una donna malinconica, e una bambina di nome Flavia, ricettiva e intelligente. Flavia ricorda involontariamente la Paloma de L’eleganza del riccio, anche se è lei a ricevere le lettere della zia essendo troppo piccola per rispondere, quindi è un vero e proprio soliloquio.
Vera si lascia trasportare dalle emozioni per il marito amatissimo, Edoardo, violinista di successo da poco scomparso, e poi, con l’andare del tempo, riuscirà a raccontare a Flavia anche la morte straziante della sorella Akiko.

"Sono tornata due giorni a vederla nel ripercorrere i corridoi dell’ospedale, ho conosciuto le donne che giacevano nei letti vicini: una madre di otto figli sfigurata da un guasto al polmone e una donna piegata in due dall’artrosi... ogni malato diventa un poco un figlio o una figlia da accudire e difendere contro il male".

La scrittrice Dacia Maraini fa di più: racconta ad una bimbetta della stanchezza del vivere che prende noi grandi e che lascia attoniti chi ci frequenta, quando perdiamo lo slancio vitale per dare retta a famiglie, amici, conoscenti.
Vera vorrebbe insegnare tante cose a Flavia: la debolezza delle donne, ma anche la loro forza, il desiderio dell’uomo che tratta con gentilezza le donne oppure le può ghermire e lasciare abbandonate a se stesse.

"Ridere contro fa parte della comicità: mette in berlina qualcuno per criticarlo e fargli male, il cuore va anestetizzato per ridere su qualcuno e sulle sue disgrazie. Invece ridere con un’altra persona significa sorridere senza perdere la simpatia e la comprensione per la persona che sta nei guai".

Una prosa delicata, musicale, molto ricercata e ambiziosa. Vera manda a Flavia la prima lettera quando la bambina ha sei anni e termina quando ne avrà dodici.
Vera, forse, ha scritto solo per se stessa.