Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell’autore della Divina Commedia
- Autore: Paolo Speranza
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2021
Settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, e un bel libro che ne evoca il rapporto con il cinema. A posteriori, beninteso: tra le sceneggiature in versi di Dante e la nascita del cinema intercorre un abisso temporale, ma il rapporto è consolidato, e questo sin dagli albori della settima arte; dal muto ai film sognati (e mai realizzati) da Fellini e Pasolini, per intenderci. Quando si dice la forza del genio. Lo specifico dantesco – la Commedia in primis, le sue donne, la ridda di personaggi che la popolano – incide sul cinema sulla scorta della visionarietà di contesti e situazioni, del dramma, dello spirito di avventura ante litteram di cui si intesse, della credibilità psicologica di figure paradigma senza tempo. Quello tra i versi di Dante e il cinema è, insomma, un rapporto intrinseco, una sfida ancora in corso, data l’attrattiva e al contempo le difficoltà di realizzazione dei progetti danteschi.
I contenuti di Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell’autore della Divina Commedia di Paolo Speranza (Gremese, 2021) sono annunciati da titolo e sottotitolo. Una monografia minuziosa che ripercorre genesi e sviluppo del filone Dante’s movie (si può benissimo parlare di un filone a sé), attraverso il doppio obiettivo geografico e temporale: dal cinema americano delle origini (The Circle of the Lustfull, 1826-27; Dante’s Inferno, 1924) al cinema italiano (Il conte Ugolino, 1949; Pia de’ Tolomei, 1958), dalla Germania (L’Inferno, 1911) fino a Hollywood. Film per film, film dopo film, esaminati nel contesto duale dell’opera letteraria e dell’evoluzione cinematografica, anche attraverso schede critiche, documenti, dichiarazioni, e non poche informazioni inedite.
Il lavoro compiuto da Paolo Speranza – critico cinematografico e direttore della rivista Cinemasud – risulta essere certosino, nuovo e utilissimo. La trattazione diventa giocoforza ad ampio raggio, stratificata, trasversale ai generi. Comprendente finanche le libere divagazioni a tema dantesco (Maciste all’inferno, 1962), le parodie (si pensi al Totò all’inferno, 1955) e i progetti sfumati nel nulla (il colossale La Divina Commedia di Marco Vicario, pubblicizzato e di fatto mai realizzato). Come si può evincere a questo punto, Dante e il cinema si colloca ben oltre l’opportunità commerciale offerta dall’anniversario dantesco. Trattasi piuttosto di un libro ragionato e voluto, con tutte le carte in regola per porsi come pietra miliare del (sotto)genere cinematografico ispirato dal Poeta. Per dirla in due parole: lodevoli le intenzioni e molto apprezzabile la resa.
Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell'autore della «Divina Commedia»
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