Cosmo
- Autore: Michel Onfray
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Ponte alle Grazie
- Anno di pubblicazione: 2015
Ogni volta che mi capita di leggere un libro di Michel Onfray non riesco a fare a meno di tradurlo in aggettivi, molti dei quali deboli, me ne rendo conto, parziali: non rendono giustizia alla forza dirompente del suo pensiero. Ho letto questo suo ultimo “Cosmo” (Ponte alle Grazie, 2015) e dentro ci ho trovato la summa dello specifico filosofico (miscredente, a-morale, controcorrente, libertario, illuminista) che lo ha reso celebre a partire dal “Trattato di ateologia” (2005). C’è un filo rosso che attraversa i temi sbiechi (e al contempo ontologicamente imprescindibili) affrontati tra le pagine di “Cosmo” ed è quello della Morte. La differenza che passa tra Onfray e i filosofi di professione è sostanziale: il primo non concettualizza (quanto meno, concettualizza lo stretto necessario), i secondi appaiono piuttosto avvoltolati tra le secche di una speculazione fine a se stessa, come in merito al concetto “sottile” di tempo. Onfray ci arriva passando da (so)stanze, vita ed enti quotidiani (degustazioni etiliche, botanica, zingari, stelle polari, poesia, danzatori africani, geologi e via di questo passo), i secondi… beh, i secondi appaiono spesso compiaciuti del loro astrattismo/tecnicismo per non risultare sterili. L’empirismo ateo di Michel Onfray si sporca giocoforza con la vita e la morte e lo fa senza paraventi metafisici: la morte è morte per l’homo sapiens-sapiens come per le cicale o l’ultimo dei protozoi del pianeta Terra. Sul tema l’intera storia del pensiero umano rivela peraltro la sua impasse. Nello stile acuminato e limpidissimo che gli è proprio, scrive Onfray:
“Su questo soggetto, la filosofia sembra essere alquanto povera di consolazioni veramente efficaci. Retorica tanta, sofistica in quantità; ragionamenti ben fatti, quanti ne vogliamo, finzioni consolatorie con pletore di dietromondi, a bizzeffe. Però, nel lutto, il corpo ha delle ragioni sue proprie che la ragione non conosce affatto” (pag. 21).
“Cosmo” (primo volume di una “succosa” trilogia, titolata “Breve enciclopedia del mondo”) estirpa all’oltremondano ogni postulato metafisico, riconducendolo a una filosofia della natura che contempla, assimila e trascende, al contempo, ciascun organismo vivente: dagli atomi presenti in ogni cosa che esiste, alle stelle siderali, per arrivare a un uomo-uomo, deprivato cioè da qualsivoglia panacea sovrannaturale. Un testo schietto, stratificato, bellissimo e imprescindibile, che guarda in faccia alla realtà di "essenti" e cose, dal lato brutto della finitudine, con il coraggio ammirevole e tutta la fierezza dell’essere (del “sentirsi”) umani. Sono ammaliato dalla forza dei libri di Michel Onfray: leggeteli uno per uno, a cominciare da questo, e ci scommetto che lo sarete anche voi. E’ così che si scrive di filosofia!
Cosmo: ontologia materialista
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