Come fu che Babbo Natale sposò la Befana
- Autore: Andrea Vitali
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Nella vita di ogni genitore arriva (e, al giorno d’oggi, sempre prima) QUEL terribile momento in cui i figli, fino a un attimo prima pensati ancora come ingenui abitanti delle favole, iniziano a dubitare dell’esistenza di Babbo Natale. E’ lo spartiacque, il segnale che il bambino sta uscendo dal limbo d’innocenza nel quale papà e mamma avevano sperato restasse più a lungo possibile, la data fatidica che si cerca con ogni mezzo di rimandare. Ecco cosa succede ai genitori di Tom, spiazzati dalla domanda del figlio. Tutta colpa di quell’antipatica di Rebecca, la sua compagna di scuola. Per fortuna, a dargli man forte c’è l’amico Carmine: quando i due bambini intravedono a giro per il paese uno sconosciuto con la barba bianca, la pancia e la camicia a quadri, la guerra con Rebecca si fa aperta. Ma lo sconosciuto è proprio Babbo Natale? Ce n’è quanto basta per risvegliare la curiosità della Befana, che poi tanto befana proprio non è: Clotilde, la domestica della madre di Rebecca, invero una bella e giovane figliola alla ricerca dell’uomo della sua vita. Se lei, come dice sua madre, è veramente la Befana, allora anche Babbo Natale deve esistere. La Befana, però, è una scoperta sua e Rebecca se la tiene ben stretta; così, se Tom e Carmine, da bravi maschi, sostengono Babbo Natale, Rebecca cerca la solidarietà femminile della Befana. Quando Babbo Natale, inaspettatamente, viene arrestato per vagabondaggio, Rebecca sa che solo la Befana sarà in grado di salvarlo, magari sfruttando l’infatuazione che ha per lei il carabiniere galante, che, ben contento di farsi bello ai suoi occhi, potrebbe accordarle una prova di fiducia: lasciarla entrare nella cella…
“Come fu che Babbo Natale sposò la Befana” è la favola natalizia pubblicata da Andrea Vitali nel 2013. Confrontata con l’attuale e molto più onirica “Di impossibile non c’è niente”, questa storia risulta molto più adatta anche a un pubblico di adulti, oltre che di bambini, perché si presta a una doppia chiave di lettura: può essere un sogno di Natale visto con gli occhi dei tre compagni di scuola, ma può essere anche una delle frizzanti commedie degli equivoci alle quali il Dottor Vitali ha abituato il suo pubblico. Tutte le vicende narrate sono perfettamente realistiche e la magia è solo nel cuore e nell’animo di chi ha ancora la voglia di sognare: i bambini, e, in modo diverso, la giovane in cerca d’amore. Bellano, stavolta, non viene assolutamente nominata, ma in quale altro posto potreste immaginare una vicenda come questa? Ogni casa, ogni strada e l’immancabile caserma dei Carabinieri portano inciso sulle loro pietre il nome della località lacustre che ci è ormai cara. E i bellanesi, si sa, possono stare sulle loro per un po’, ma alla fine sono sempre pronti a tirare fuori la loro parte migliore. Così pian piano lo spirito del Natale avrà ragione di tutti, anche di quelli che all’inizio hanno arricciato il naso, conducendoli verso il più classico dei finali, dove la felicità arriva per grandi e piccini, anche se in forme diverse, il tutto rispecchiato negli occhi e nelle orecchie del direttore della scuola, scrittore dilettante di favole, una specie di alter ego di Vitali, un osservatore dall’animo buono, un cacciatore della poesia di ogni giorno. Sembra un personaggio di contorno, ma è per merito di personaggi come lui e come il nostro medico scrittore se i sogni e le realtà della vita ci raggiungono ancora dalle pagine dei libri. Grazie Dottor Vitali e buon Natale!
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