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Recensioni di libri

Com’era verde la mia vallata di Richard Llewellyn

“Com’era verde la mia vallata” è il romanzo più famoso di Richard Llewellyn, da cui è stato tratto un film vincitore di cinque premi oscar.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 14-05-2020

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Com'era verde la mia vallata

Com’era verde la mia vallata

  • Autore: Richard Llewellyn
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Corbaccio

Scheda e prezzo libro:

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Com’era verde la mia vallata (Corbaccio 2000, titolo originale How Green Was My Valley, traduzione di Anita Rho) è il romanzo più celebre di Richard Llewellyn, nato Richard David Vivian Llewellyn Lloyd (Londra, 8 dicembre 1906 – Dublino, 30 novembre 1983), pubblicato dallo scrittore britannico nel 1939, dal quale venne tratto il film omonimo nel 1941, regia di John Ford, vincitore nel 1942 di 5 Premi Oscar, tra i quali Miglior film e Miglior regia.

“Fra poco involterò le mie due camicie, l’altro paio di calze e il vestito della domenica nella pezzuola azzurra che mia madre si legava intorno al capo quando faceva pulizia e me ne andrò dalla vallata”.

Huw Morgan, ormai anziano, si apprestava a lasciare la sua terra natia, il Galles, e le miniere oramai chiuse. La vecchia pezzuola azzurra che Huw ricordava di aver visto sempre in testa alla madre era il malinconico simbolo del vecchio mondo ora scomparso e che non sarebbe tornato mai più.

La vita era molto dura al tempo della fanciullezza di Huw, ultimo di una nidiata di figli, sui quali primeggiava la selvaggia bellezza della sorella maggiore Angharad.
Allora non c’erano case per gli operai, e chi si sposava doveva abitare in capanne e vecchie baracche, finché erano state costruite case a sufficienza.
Gwilym Morgan, che era andato via da una fattoria per cercare lavoro nelle ferriere, aveva pagato l’affitto della sua abitazione, prima che gli appartenesse interamente.

Huw rammentava che quando gli uomini terminavano il lavoro il sabato verso l’ora di pranzo, sua madre, dopo aver udito il suono della sirena, correva a mettersi davanti alla porta di casa con la sua seggiola per aspettare il marito e i fratelli che salivano per la collina, come del resto facevano gli altri minatori.
Huw osservava un rito che sembrava immutabile: le donne vestite da mezza festa, con i grembiuli inamidati, fuori dalle porte delle loro abitazioni, tutte sedute su di una vecchia sedia in attesa dell’arrivo dei loro uomini che salivano dalla valle, tenendo nelle loro tasche la paga.
Era bello vedere come ciascun uomo, quando giungeva sulla porta di casa, gettasse la paga, una sovrana dopo l’altra, nel grembiule fiammante della propria moglie o madre. Su e giù per la strada i minatori, soddisfatti del loro legittimo bottino, li si sentiva ridere e cantare fra il tintinnio fitto dell’oro.

“Davvero che il sabato, allora, era una bella giornata”.

In questa saga di una famiglia di minatori gallesi, splendida la figura del padre patriarca, Llwellyn descrive con una scrittura poetica un’epoca tramontata da un pezzo, la cui rappresentazione però non perde d’efficacia. Nelle verdi colline del Galles, che avrebbero visto la nascita di un amore impossibile, quello tra Angharad e il pastore protestante del villaggio, sarebbero scoppiati quei conflitti sociali causati dalla crescente disoccupazione, in seguito alla crisi dell’industria mineraria. Tutto ciò avrebbe aperto un baratro tra le vecchie generazioni, fedeli alle vecchie tradizioni sociali, morali e religiose, e le giovani generazioni che cercavano oltre la vallata un destino migliore di quello toccato in sorte ai loro genitori.

Lo sguardo innocente e partecipe di Huw Morgan dal suo piccolo angolo di mondo segue le vicende della piccola comunità gallese, la rabbia e le lotte dei giovani e dei padri di tutte quelle famiglie numerose, che lottano per il riconoscimento dei propri diritti, consapevole che il mondo stava cambiando in fretta e che presto la sua amata vallata sarebbe rimasta verde solo nel suo cuore.

“Com’era verde, allora la mia vallata, la vallata di tutti coloro che se ne sono andati!”


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Com’era verde la mia vallata

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