Cinquecento anni di rabbia. Rivolte e mezzi di comunicazione da Gutenberg a Capitol Hill
- Autore: Francesco Filippi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2024
Francesco Filippi, storico e formatore, torna in libreria dopo Bye bye Benny! Una storia di rap e libertà con un saggio che punta a ripercorrere secoli d’Occidente tramite l’evoluzione di un sentimento popolare.
Cinquecento anni di rabbia. Rivolte e mezzi di comunicazione da Gutenberg a Capitol Hill (Bollati Boringhieri, 2024) è un libro che parte da un’idea interessantissima, cioè vedere, attraverso il passare del tempo, in che modo la carta stampata e i media sono diventati mezzi per propagare il malcontento. Per farlo, l’autore, decide di usare come base le rivolte contadine tedesche della prima metà del XVI secolo e l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Filippi introduce il testo raccontando in che modo un medium, almeno all’inizio, possa diventare un mezzo di narrazione lontano dal potere. Quando nacque la stampa mobile nacque una nuova maniera di esprimersi più economica e più diretta rispetto a tutto quello che avevano a disposizione. La possibilità di produrre i fogli volanti ha permesso a personaggi come Martin Lutero di diffondere le sue “95 Tesi” in poche settimane in tutta la Germania.
Con questa intuizione, nel 1525, durante una rivolta contadina, si decise di sfruttare il nuovo strumento per comunicare le proprie idee a più persone possibile. I fogli volanti diventarono un mezzo per la propagazione della rabbia dei rivoltosi, che, grazie ai “Dodici articoli”, riuscirono a far arrivare le proprie argomentazioni anche oltre il proprio territorio.
Per la prima volta si sfruttò la stampa per creare una narrazione contraria a quella delle istituzioni, permettendo la nascita di una rivolta che causò decine di migliaia di morti. La Chiesa e i signori locali non erano ancora arrivati a manovrare quel mezzo, per questo la guerra non poteva essere combattuta mediaticamente, ma solo fisicamente, facendo assurgere a simbolo tutte le persone cadute durante la battaglia:
“La rivolta contadina che scoppia in Germania nel 1525 è una sollevazione di «gente comune» che ha «qualcosa in comune», e quel qualcosa è un sentimento prepolitico scaturito dalla rabbia per i soprusi subiti. Rabbia che diviene condivisa attraverso uno strumento tecnologico innovativo di cui non si comprendono ancora appieno le possibilità, vale a dire la stampa.”
Dopo aver spiegato in che modo si è evoluta la comunicazione su carta, la quale, durante i secoli, divenne un mezzo del potere e non contrario a esso, l’autore arriva a raccontare gli USA di qualche anno fa, partendo dalla presidenza di Obama fino ad arrivare all’assalto di Capitol Hill del 2021.
Filippi riesce a sciorinare tutti i punti di svolta che hanno portato all’ascesa di Trump nel 2016, evidenziando alcuni metodi comunicativi sfruttati dal presidente per diventare virale, anche a costo di contraddirsi o di mentire spudoratamente.
L’autore mette in mostra l’evoluzione dell’ira degli occidentali, che sfociò, con l’elezione di Biden, nell’attacco al Campidoglio. Se nel 1525 i contadini arrabbiati sfruttarono i fogli volanti per propagare le loro emozioni con il fine di ottenere più diritti, nel 2021 un uomo di potere come Trump ha sfruttato, tramite i social, la rabbia dei cittadini, facendoli sentire compresi e accettati, per ottenere più potere.
Cinquecento anni di rabbia. Rivolte e mezzi di comunicazione da Gutenberg a Capitol Hill ci permette di capire l’importanza della stampa e della rivolta come simbolo che, con il passare del tempo, è stato tradito dalla nascita dei social. Trasformando un mezzo rivoluzionario in un mezzo reazionario:
“Oggi un gruppo molto più folto ma non per questo più organizzato di arrabbiati, in Occidente, ha trovato uno strumento che riesce a mettere in comune, e spesso ad amplificare, le loro paure, Non è dato sapere se questo sia l’inizio di qualcosa di davvero nuovo. Quel che è certo è che il mezzo millennio di storia della comunicazione iniziato tumultuosamente tra i torchi sporchi di inchiostro è sulla via del tramonto.”
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