Bisbigli nel piccolo mondo di Liala

Un’eredità è il motivo del viaggio di Mimita, Dagmar e Chantal. Arrivano dalla grande America, dove ognuno è talmente indaffarato con la famiglia, la carriera, l’amore, da non aver tempo per gli altri.
In questo piccolo, piccolissimo mondo, invece, ognuno tiene più agli altri che a se stesso, mon nel senso di solidarietà, però: una sorta di virus del pettegolezzo sembra aver colpito questo piccolo paesino e tutti i suoi abitanti.
I bottegai arricchiti e infingardi, le vecchie superstiziose ed egoiste, tutto per un pezzo di burro, un po’ di carne, uno zabaione, qualsiasi cosa pur d’accaparrarsi un briciolo di benessere in più rispetto agli altri. Se poi sono proprio gli altri a farne le spese, tanto meglio.

Dagmar ha un passato legato ad un bel ragazzo dagli occhi grigi. Per lei e per la famiglia è un’onta da lavare, poiché l’amore non è sfociato in matrimonio. Incontra un ragazzo con gli stessi occhi grigi e si concede a lui, creando un gran chiasso nelle piccole botteghe del paese, che li costringe a lasciarsi. Sembra proprio che l’amore non abbia a cuore la sorte di questa dolce e sensibile ragazza.
Chantal è la sorella minore, più pratica, ma bella come Dagmar, anzi, forse di più. Vuole un amore stabile che le permetta di vivere senza preoccupazione; vuole carne, non prosciutto. Trova il suo obiettivo in un ragazzotto buono ma non proprio avvenente, ma il fato metterà il suo zampino e farà saltare tutto. Quando le speranze sembreranno sfumate, un’altra occasione apparirà all’orizzonte e anche l’amore. Chantal riuscirà a scegliere? Seguirà il cuore o la ragione? La felicità ha un posticino anche per lei?

Liala ha mille pregi, ma ne voglio citare due: riesce a ritrarre storie d’amore con una facilità estrema e riesce, oltretutto, a non scriverne mai due uguali. Ogni suo libro è un’opera d’arte. Se cercate l’amore, l’avete trovato: vi rattristerete e gioirete con le nostre protagoniste, con i loro amori, le loro costrizioni, le loro regole. Un libro da leggere poco alla volta, perché, quando finirà, vi sentirete privati di qualcosa di bello.