Aquila solitaria di Danielle Steel

Natale. Un festa che, bene o male, tutti noi amiamo. Purtroppo Kate riceve, quella notte, la più terribile delle notizie, quella che nessuno vorrebbe sentire. Mai. Il suo uomo, il suo grande amore, è morto. Stremata e avvilita, si abbandona a se stessa e ai ricordi. Ricordi che partono da quella sera di dicembre del 1940, la sera in cui una bellissima ragazza incontrò Joe, il suo futuro amore. Il miglior pilota dell’aeronautica, un uomo affascinante ma anche sensibile. La sua metà del cielo. Una storia magnifica, segnata però da qualche difficoltà. Ma, d’altronde, quale grande storia d’amore non conosce alti e bassi?
L’epilogo è, purtroppo, noto. Ma ciò che è accaduto prima sarà meraviglioso, da leggere. E ci farà saltare qualche battito…

In Aquila solitaria Danielle Steel (Sperling & Kupfer, 2003, trad. G.M. Griffini) ci parla di un amore finito, un amore iniziato per caso e, come tutte le cose belle, cresciuto fino a scoppiare nei cuori dei protagonisti. Protagonisti magnificamente dettagliati, una penna dolce ma incisiva e pagine ricche di sentimenti che la faranno da padrone.

Una storia dedicata a chi carde nell’amore, in quell’amore che non finisce mai, nemmeno dopo la morte. Da leggere per far accelerare il cuore, ma anche per fargli mancare qualche battito.

Dolci e prepotenti sensazioni che non ci lasceranno nemmeno dopo l’amata e odiata parola fine. Che, appunto, è solo una parola…