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Recensioni di libri

Appunti sul dolore di Chimamanda Ngozi Adichie

Einaudi, 2021 - I frammenti di dolore di cui è composto questo libro sono per il padre in tempo di Covid. L’uomo aveva ottantatré anni, ma per una figlia il padre può essere l’Assoluto.

Vincenzo Mazzaccaro
Vincenzo Mazzaccaro Pubblicato il 31-08-2022
Appunti sul dolore

Appunti sul dolore

  • Autore: Chimamanda Ngozi Adichie
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Einaudi
  • Anno di pubblicazione: 2021

Chimamanda Ngozi Adichie è una delle scrittrici nigeriane più conosciute e vive negli Stati Uniti. La famiglia Adichie è una famiglia benestante in Nigeria, un paese martoriato anche da tanta povertà. Appunti sul dolore (Einaudi, 2021; la traduzione, ricca di emotività, è di Susanna Basso) è dedicato al padre, che è stato Professore emerito dell’Università della Nigeria. Una famiglia borghese, che conosce l’inglese a menadito e anche altre lingue.

Ma il dolore è democratico e colpisce tutti. La scrittrice apprende della morte del padre in pieno Covid: da qui la difficoltà di riunire i parenti per la funzione, e i provvedimenti igienico-sanitari a cui la funzione stessa deve sottostare.

Da scrittrice, Chimamanda Ngozi Adichie comincia a buttar giù questi trenta frammenti che sono un attestato di amore per il padre, che era una persona dolce, posata, sempre a studiare.
L’unico momento di terrore fu quando un gruppo di disperati lo rapì per tre giorni per il riscatto. Tale fu la paura che il padre decise poi di ritirarsi di nuovo nel suo paesino natale.

Adichie, che ha quasi tutti i suoi libri tradotti in italiano da Einaudi editore (da Americanah a Dovremmo essere tutti femministi), non riesce a reagire a una disperazione cupa, aggressiva, soprattutto quando le dicono che il padre aveva una bella età per morire, ovvero, come già scritto, ottantatré anni. Ma lei non ci sta a giocare al ribasso perché il padre era abbastanza vecchio: se lei è diventa nel 2015, per Time, tra le cento persone più influenti nel mondo, lo deve al padre che le ha dato la possibilità di studiare, di frequentare l’università di Berkeley, di essere una donna intelligente che vuole cambiare la vita delle donne in Nigeria, anche se è tutti i giorni costretta a trovare anche negli Stati Uniti una differenza tra bianchi e neri intollerabile.

L’autrice amava tantissimo un padre che era sempre disponibile per lei, leggeva i suoi manoscritti, la consigliava. Un padre paziente, che quando fu rapito vide i poliziotti nigeriani bruciargli tutti i libri. I suoi colleghi universitari e poi di altri paesi gli mandarono tutti i libri bruciati e molti altri in più.
Scrive Adichie:

"Io sono la figlia di mio padre. Un atto di resistenza e di rifiuto; il dolore ti dice che è finita, mentre il cuore ti dice che non è vero; il dolore cerca di rattrappire il tuo amore al passato, mentre il tuo cuore lo declama al presente".

Con la morte del padre nell’autrice è arrivato un senso di precarietà e di urgenza. Tutto può finire anche domani, se abbiamo delle cose da fare o da dire sbrighiamoci, perché il tempo che ci è stato concesso è limitato. A questo si somma, inevitabilmente, il tema del Covid.

Questo piccolo libro, fatto di frammenti, ci ricorda che la morte è irreversibile, non vedremo più persone care con cui parlavamo, scherzavamo. La fisicità tattile è finita. Non potrai più appoggiare la testa a quella persona, quando vuoi essere confortata.
L’assenza del padre sembra a Chimamanda Ngozi Adichie un furto in cui ancora non puoi capire quanto ti è stato rubato.

Appunti sul dolore ha una scrittura materica, a volte solo abbozzata, con uno stile scarno, fatto di brevi frasi. Non si può scrivere diversamente, perché la scomparsa di una persona cara la devi scrivere su carta subito, prima che dimentichi qualcosa.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Appunti sul dolore

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