Abbandonarsi a vivere
- Autore: Sylvain Tesson
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2015
Scrittore, giornalista e grande viaggiatore, Sylvain Tesson, dopo un giro del mondo in bicicletta ha esordito con un racconto sui suoi viaggi. Autore di numerosi libri, scrive su alcune delle più importanti testate giornalistiche francesi. Nel 2011, con il romanzo “Nelle foreste siberiane”, ha vinto il prestigioso Premio Médicis.
“Abbandonarsi a vivere” (Sellerio Editore, 2015) è il suo ultimo lavoro pubblicato in Italia dalla Sellerio: una raccolta di racconti, diciannove, le cui storie ritraggono uomini, donne, coppie alle prese con il destino. Relazioni umane, incontri che divengono fonti d’ispirazione con personaggi del nostro tempo, alcuni fuori dal comune. L’autore ci narra delle loro vite che si alternano tra gioia e disperazione, in realtà diverse, vicine e lontane: Parigi, Afghanistan, Nigeria, Russia. Momenti di vita di marinai, amanti, artisti, borghesi, guerriglieri e viaggiatori, uniti dalla legge del destino, “con i suoi scherzi e le sue sorprese”. Il fatalismo lo ama definire con una nuova parola attinta dalla lingua russa, “pofigismo”: una disperazione rassegnata ma anche giocosa, un abbandono alla vita e ai suoi avvenimenti imprevedibili. È la filosofia di vita del nostro autore ed è alla base delle storie narrate.
“Tutto quello che vi cambia la vita succede per caso. Il destino è come un secchio d’acqua messo in bilico sul lato alto di una porta: entrate nella stanza e vi ritrovate bagnato da capo a piedi. Così è la vita. Io sono stato iniziato alla verità del pofigismo proprio la sera in cui me lo aspettavo di meno”
Come la storia di un rappresentante francese che arriva su di una piattaforma petrolifera russa e si appassiona al racconto del capitano della nave sul Beato Costantino: era un tranviere, che alla morte della moglie divenne eremita per vivere nella fede ma, per colpa della curiosità delle persone, terminò i suoi giorni in una clinica psichiatrica.
O di un uomo che scappa dalla casa dell’amante, al rientro del marito, e si ritrova sul davanzale della finestra. Parigi irta di cime, pinnacoli, guglie, “è un terreno di arrampicata insospettato”, e consente sempre la fuga. C’è l’odissea di un profugo nigeriano, Idriss, con il sogno di una vita migliore lontano dalla fame e dalla morte, che ha attraversato i deserti e che sbarcherà in Sicilia, ammassato insieme ad altre decine di uomini su di un gommone. Per il suo viaggio ha pagato cinquemila dollari, soldi racimolati con il lavoro di quattro anni di tutta la sua famiglia. In fuga, raggiungerà Parigi e troverà lavoro come lavavetri in un’agenzia di viaggi che offre vacanze da sogno in Africa. Tatiana è, invece, una giovane ragazza che vive a Boomtown, dove si estrae il petrolio, al confine con la Siberia, e dove la temperatura raggiunge i -40 °. È laureata in lingua francese, e si chiede a cosa possa servirle in un posto come quello. Continua a recitare i versi di Baudelaire quando trascorre la notte con i clienti del Club 100.
“La Siberia non ha uguali per schiacciare l’esistenza: fa abortire il tempo, annienta le giornate. Le ore nascono già morte. Essere fatalisti è il solo modo di sopportare la vita”
La sua vita trascorre nella noia di una città immersa nel ghiaccio. Un francese la porterà con sé al sole di Saint Remy; ma la noia, sempre la stessa, sarà ancora l’unica protagonista della sua vita. “Abbandonarsi a vivere” è un libro suggestivo e particolare come le storie di vita dei suoi protagonisti. Una scrittura che evidenzia la passione per il reportage, con la quale il nostro autore ci delizia per quel suo particolare modo di narrare il viaggio e di raccontare gli uomini. Intimità, ironia, solitudine, gioia, tormenti e dolori, sentimenti disarmonici, perché alla fine, nella realtà della nostra vita, c’è sempre una sottile differenza tra quello che vorremmo e quello che realizziamo.
Abbandonarsi a vivere
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