A Roma. Da Pasolini a Rosselli
- Autore: Giorgio Ghiotti
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giulio Perrone editore
- Anno di pubblicazione: 2022
Giorgio Ghiotti è uno scrittore e poeta molto amato da altre scrittrici e scrittori.
A soli ventinove anni ha già uno stile inconfondibile, tra estasi e lievi depressioni celate che, nemmeno vivendo in una città solare come Roma, riescono ad andare via. Forse sono tristezze velate mosse dal ricordo di persone che ora non ci sono più.
Proprio dalle persone che non ci sono più, ma sono sempre presenti tra noi attraverso libri e aneddoti, nasce questo scritto, in bilico tra journal e pagine di diario stupefacenti, dal titolo A Roma. Da Pasolini a Rosselli (Giulio Perrone editore, 2022).
La narrazione viene aperta da un estratto poetico:
[...] e pioviggina / ed è inverno / è inverno a Monteverde dietro i vetri / nulla fa male, soltanto
sogno non importa cosa; / ho tredici anni e piango per nulla con vero dolore / ma dentro in un attimo divampa la gioia.
A scrivere questi versi è Giovanna Sicari, al suo arrivo a Roma da Taranto nel 1954. All’epoca resiste ancora una comunità paesana a Monteverde vecchio, ma il quartiere si sta sempre più abbellendo con le facciate delle case ridipinte a fresco e alcune migliorie.
Di paesano a Monteverde resta solo l’idea di cosa sarebbe divenuto il quartiere prima degli affitti altissimi, che credo possano permettersi solo alcuni americani o, forse chissà, le famiglie di vent’anni fa, con l’affitto bloccato, ormai sparpagliate fra Boccea a Campagnano di Roma. Ampliando gli orizzonti, tra Villa Sciarra e le case signorili dove si va al liceo Manara, anche Giovanna Sicari sarebbe scomparsa precocemente per una neoplasia.
Poi, nel 1954, a Monteverde arrivò Pasolini con la madre Susanna Colussi. Non si lasciavano mai, ma Susanna sapeva che in qualche modo quella loro vicinanza morbosa non faceva bene né a lui, né a lei. Ma, come scrive Giorgio Ghiotti, non erano seri sapevano scherzare, Pasolini chiamava sua madre nelle lettere “la mia Cicciona”. Pasolini e la madre vissero felici a via Fonteiana e poi a via Carini, a Villa Sciarra.
A via Carini viveva la famiglia Bertolucci. Quando Pier Paolo andò a bussare per presentarsi, Bernardo lo prese per un ladro e gli sbatté la porta in faccia. Alla brutta figura rimediò però Attilio Bertolucci, considerato dalla critica già un grande poeta. In seguito Bernardo diventò un grande amico di Pasolini che gli chiese di fare l’assistente alla regia per L’Accattone, nel 1962. Stupito dalla richiesta Bernardo disse “Ma non so come si fa”.
E Pasolini di rimando:
Allora va bene. Perché io fare il regista non so nemmeno come iniziare.
Ma la bella vita al centro di Roma stava finendo. Nel 1963 Pasolini andò a vivere con la madre a via Eufrate, all’Eur, vicino alla Basilica di San Pietro e Paolo. Usciva tutte le sere e rientrava la mattina, mentre Susanna stava alla finestra ad aspettarlo. Ma la salute di Susanna nel tempo peggiorò e quindi niente finestre. Era il figlio a spegnere la luce del comodino. Era una casa casta, si contano sulle dita di una mano i ragazzi di vita che Pasolini fece salire dalle scale di via Eufrate.
Mentre Giorgio Caproni, che rinunciò alla Liguria per fare l’insegnante elementare a Roma, si portò figli e moglie e mamma. Via Barrili è il proseguimento di via Cavalcanti, a Monteverde, famosa perché c’è la villa dove è stato girato Magnifica Presenza di Ferzan Ozpetek, che chi scrive non ha visto. Giorgio Caproni resterà a vivere sino alla fine nella sua casa romana di Monteverde.
La poeta Biancamaria Frabotta disse che Caproni, pur vivendo tanto a Roma, rimase sempre un esule, uno sradicato.
Uscendo da Monteverde, in un vicolo senza uscita, abitava Valentino Zeichen. Viveva in una casa che ora è il ricordo a farla bella, ma era una baracca, con libri ovunque e un letto e il reparto cucina dove Zeichen riceveva ospiti ogni sera. Alcuni venivano proprio con l’intento di poter dire: “Ho mangiato nella baracca di Valentino”. Poi c’era il caveau di via Ripetta, sotto la libreria Al Ferro di Cavallo.
Chi animava queste serate era Renzo Paris che cercava la via anarchica della poesia, la liberazione sessuale, di dare voce al proprio io. Scesero al Ferro di Cavallo Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Alberto Moravia e Sandro Penna, vestito da meccanico.
Dopo il ’68 tuttavia qualcosa si era rotto. Renzo Paris disse che un’intera generazione letteraria si stava riciclando nel mondo dei bestseller a fatica.
Poi si insinuò il virus dell’Aids e, per via della siringa condivisa tra eroinomani, l’eroina divenne il simbolo di una generazione autodistruttiva.
Ma Giorgio Ghiotti, continua narrandoci queste vie Crucis, dove c’era ancora il lazzo, il riso, lo sberleffo. A Roma. Da Pasolini a Rosselli è un libro importante per chi vuole ricordare e soprattutto per chi vuole sapere cosa accadde in quegli anni mitici, maledetti, meravigliosi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A Roma. Da Pasolini a Rosselli
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