Il Natale è la festa simbolo della cristianità, nel nostro Paese è una ricorrenza religiosa particolarmente sentita che ha dato luogo a una lunga tradizione di scritti: dai poemi a sfondo religioso duecenteschi sino alle opere di stampo più letterario del Novecento.
Se di alcuni classici natalizi stranieri sappiamo molto (basti pensare al celeberrimo Canto di Natale di Dickens) ci sfugge tuttavia la tradizione letteraria natalizia della nostra Penisola, che ha origini ben più antiche.
Com’è narrato il Natale nella letteratura italiana? Qual è stato il primo autore a tematizzare il Natale in letteratura?
Nel tentativo di rispondere a queste domande recuperiamo alcuni esempi significativi di poesie, racconti e novelle sul Natale a partire dagli albori della letteratura italiana.
Il Natale secondo Iacopone da Todi
La prima narrazione del Natale in letteratura risale al poeta Iacopone da Todi celebre compositore di laudi duecentesche.
L’opera di Iacopone da Todi appartiene alla tradizione religiosa e comprende un folto gruppo di laude e alcuni trattatelli contenenti osservazioni morali.
Il poeta dell’amor divino nella sua lauda Amor de caritade fu tra i primi a esprimere il sentimento del Natale, inteso come il momento epifanico della nascita di Gesù:
En Cristo è nata nova creatura,
spogliato l vecchio om, fatto novello;
ma tanto l’amor monta con ardura,
lo cor par che se fenda con coltello;
mente con senno tolle tal calura,
Cristo me trae tutto, tanto è bello!
Abbracciome con ello per amor sì claro:
“Amor, cui anto bramo, famme morir d’amore!
Questo un estratto della Lauda 89 che in realtà è molto lunga e scritta interamente in volgare umbro. In questi versi emerge in particolar modo la riflessione di Iacopone da Todi sul mistero del Natale che doveva presentarsi agli occhi del credente come la celebrazione estatica della nascita di Cristo.
Nel componimento emerge l’uso delle parole Amore e Carità come attributi fondamentali di Dio.
Nella laude Iacopone traccia il percorso di Dio che per amore si incarna e diventa uomo. Nel mistero del Natale il poeta coglie la discesa di Cristo sulla terra, ma al contempo vi coglie l’ombra del presagio della croce e la prospettiva della Risurrezione.
Il Natale di Manzoni ne Gli Inni Sacri
Continuando sulla trafila della tradizione poetica religiosa troviamo Il Natale, uno degli Inni Sacri scritti da Alessandro Manzoni tra il 1812 e il 1822, in seguito alla conversione al cattolicesimo.
Il componimento è strutturato in strofe da sette settenari e presenta uno stile atipico per le liriche dell’epoca con un ritmo scandito e fortemente rimarcato, caratterizzato da diverse ripetizioni fonosillabiche.
Dormi, o Fanciul; non piangere;
Dormi, o Fanciul celeste:
Sovra il tuo capo stridere
Non osin le tempeste (...)
Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell’umil riposo,
Che nella polve ascoso,
Conosceranno il Re.
Nel componimento ritorna la tematica della Provvidenza, cara al Manzoni: l’uomo in definitiva non può far altro che sottostare alla legge divina e non può fare nulla per cambiare il suo destino che completamente è affidato alle mani di Dio.
Il Natale di Manzoni celebra la rivelazione della divinità a umili pastori in un’atmosfera che richiama le Bucoliche di Virgilio (in particolare la IV egloga) ed appare perfettamente in linea con la natività espressa dal presepe.
La nascita di Cristo per Manzoni segna una rivoluzione epocale nella condizione umana: la venuta di Dio libera l’uomo dal pesante fardello della fatalità, gli permette di trovare consolazione nel cielo.
La lirica si conclude con una delicata ninna nanna che celebra Cristo bambino, signore del mondo.
Guido Gozzano: La notte Santa
Arrivando ai primi anni del Novecento ritroviamo la celebrazione della natività nella poesia La notte Santa di Guido Gozzano (1914).
Il celebre componimento di Gozzano si presta in modo particolare alla lettura dell’infanzia, motivo per cui è spesso letto nelle scuole elementari in occasione delle festività natalizie.
Del lungo componimento La notte Santa riportiamo di seguito le prime strofe:
Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.Il campanile scocca
lentamente le sei.
Nel componimento l’autore descrive il lungo peregrinare di Giuseppe e Maria alla ricerca di un giaciglio la notte della nascita di Gesù. Nessun oste vuole ospitare i due pellegrini e la sofferenza patita dalla povera Maria sofferente richiama quella vissuta da Gesù lungo la Via del Calvario.
Gozzano narra la natività secondo un punto di vista inusuale, ossia focalizzandosi sugli uomini e la società umana.
Ne La notte Santa non vi alcun rimando divino, è l’umanità l’unica responsabile dell’accoglienza o del rifiuto di Giuseppe e Maria. Al rifiuto degli uomini fa da contrappunto l’amore degli animali, il bue e l’asinello che oggi sono il simbolo del presepe. La celebrazione finale: “È nato! È nato! Alleluja” sottolinea il significato religioso della notte santa e l’avvento di Cristo Redentore.
Dino Buzzati: Racconto di Natale
Ci si distacca dalla poesia religiosa con la penna dello scrittore e cronista Dino Buzzati che ne Il racconto di Natale apre una nuova modalità di riflessione letteraria sulla natività.
Racconto di Natale apparve per la prima volta nella raccolta La boutique del mistero, pubblicata nel 1968. La raccolta risente fortemente dell’influenza surrealista, il filo conduttore delle storie narrate sembra essere la ricerca del senso dell’esistenza.
Dino Buzzati si focalizza sul significato autentico del Natale: la condivisione dell’amore divino. L’autore nel racconto fornisce una rappresentazione dell’egoismo umano attraverso la figura di un arcigno arcivescovo, don Valentino.
Nel racconto di Buzzati don Valentino scaccia un mendicante dalla cattedrale durante la celebrazione della messa di Natale e, in seguito a questo atto, non riesce più a percepire la presenza divina nella chiesa.
La vera domanda quindi aleggia sospesa nella morale del racconto: “Chi aveva davvero bussato alla porta della cattedrale? Chi adoriamo in chiesa una presenza oppure un idolo?”
Forse la presenza di Dio è fuggita via insieme al poveretto scacciato dalla chiesa. Allora don Valentino cerca di rimediare all’errore, perché non ci può essere una messa di Natale senza Dio, ma più nessuna famiglia è disposta a restituirgli la presenza agognata.
Il racconto di Buzzati non è religioso, ma contiene una morale chiara: “non donare Dio agli altri significa perderlo anche per sé”.
Andò ancora più lontano, cercando. Dio pareva farsi sempre più raro e chi ne possedeva un poco non voleva cederlo (ma nell’atto stesso che lui rispondeva di no, Dio scompariva, allontanandosi progressivamente).
Italo Calvino e il Natale di Marcovaldo
Italo Calvino nell’ultimo racconto contenuto nella raccolta Marcovaldo ovvero Le stagioni in città (1963) dal titolo I figli di babbo Natale invita a riflettere sul carattere consumistico della società capitalista ormai assuefatta al delirio dell’acquisto natalizio.
Il racconto I figli di Babbo Natale , il ventesimo della raccolta, narra la storia di Marcovaldo che, per conto del’azienda per cui lavora (la famosa S.B.A.V. ), si reca di casa vestito da Babbo Natale per portare i regali.
Non c’è epoca dell’anno più gentile e buona, per il mondo dell’industria e del commercio, che il Natale e le settimane precedenti. Sale dalle vie il tremulo suono delle zampogne; e le società anonime, fino a ieri freddamente intente a calcolare fatturato e dividendi, aprono il cuore agli affetti e al sorriso.
L’operaio Marcovaldo è accompagnato nell’impresa natalizia dal figlio Michelino, intenzionato a donare un regalo a un bambino povero.
Dopo aver fatto visita al figlio viziato di un famoso industriale, Michelino lo considera un bambino povero e decide quindi di regalargli un martello, un tirasassi e dei fiammiferi con cui il bambino comincia a distruggere la casa.
Il giorno dopo Marcovaldo si reca al lavoro temendo il licenziamento, invece scopre che l’industriale è rimasto molto colpito da quel dono, che ha fatto tanto divertire il figlio. In conclusione la S.B.A.V. decide di mettere in commercio il “regalo distruttivo” così che tutti i bambini possano beneficiarne.
Calvino compone un racconto ricco di ironia che tuttavia intende dare ai lettori una lezione ben precisa.
Nel ridicolizzare il consumismo delle feste l’autore ricorda quali sono i veri valori del Natale e mette in guardia noi lettori dal non perderci dietro la follia degli acquisti vani che, a conti fatti, non riempiono il cuore di calore e gioia.
Il vero e più autentico gesto d’affetto lo ha compiuto il figlio di Marcovaldo che ha colto nell’espressione del bambino viziato la vera infelicità creata paradossalmente dall’abbondanza.
Nella semplicità di un racconto Italo Calvino ci dona una preziosa lettura del Natale presente: scritta nel 1960 questa novella oggi ha il sapore di una profezia, sembra annunciare la società consumistica della globalizzazione, dove è ormai la corsa ai regali - e non più la celebrazione religiosa - a dare significato al Natale.
Una riflessione letteraria sul Natale
Questo rapido excursus letterario sul Natale ci permette di capire come sia cambiata la celebrazione del Natale nel corso degli anni e quali nuovi valori e significati l’umanità abbia attribuito a questa festività.
La letteratura, in fondo, è sempre una forma di analisi sociale. Inevitabilmente i lettori di oggi apprezzeranno di più il testo di Calvino, perché parla di un modo di intendere il Natale che sentiamo più attuale, una ricorrenza in parte spogliata dall’estasi religiosa che gli attribuiva nel XIII secolo Iacopone da Todi.
Recensione del libro
La messa di quest’anno e altre novelle di Natale
di Luigi Pirandello
Avete mai riflettuto su come sia cambiata la narrazione del Natale nel corso dei secoli? La letteratura natalizia riflette fortemente la nuova percezione che oggi abbiamo delle festività, una visione più materiale che si è purtroppo impoverita dello spirito religioso originario.
Quale racconto di Natale sentite più affine?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Natale raccontato da scrittori e poeti della letteratura italiana
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