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Storia della letteratura

Le lettere passionali dello scrittore James Joyce alla moglie Nora

Il 13 gennaio 1941 James Joyce moriva a Zurigo, in Svizzera. Era stato l'autore più rivoluzionario del Novecento. Tuttavia c'è anche un lato inedito di Joyce, passionale e possessivo, che emerge dalle lettere che scrisse alla moglie Nora Barnacle.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 13-01-2022
Le lettere passionali dello scrittore James Joyce alla moglie Nora

Ottantuno anni fa il 13 gennaio 1941 ci lasciava James Joyce, lo scrittore irlandese che rivoluzionò la letteratura del Novecento grazie al suo libro-capolavoro Ulysses.
Sulla scrittura geniale e il talento dell’opera di Joyce la critica ha speso fiumi di parole, tuttavia c’è un aspetto inedito della vita dell’autore irlandese che è stato riportato alla luce solo negli ultimi anni infiammando i gossip letterari. Si tratta del suo amore, passionale, totale, possessivo per la moglie Nora Barnacle che emerge dalle numerose lettere scritte dall’autore alla consorte dal 1909 al 1920.

Le lettere di James Joyce a Nora Barnacle

Le lettere di James Joyce a Nora contengono espressioni licenziose, descrizioni quasi pornografiche per l’epoca: sono lettere indubbiamente colorite, feticiste, divertenti che contribuiscono a rivelare un lato nascosto del rivoluzionario scrittore islandese.
Di seguito un breve estratto:

Un’indomabile lussuria mi anima nei tuoi riguardi. Sei la mia cara, piccola serva.

Questi scritti tuttavia hanno anche il merito di mostrare“ un’officina letteraria segreta” in cui si può riconoscere il dietro le quinte della progettazione della monumentale opera dell’Ulisse.

L’amore totale, assoluto, ardente per Nora sembra essere l’inizio di tutto, la spinta ispiratrice per la composizione di uno dei capolavori della letteratura mondiale, come dimostra la data dell’incontro tra James Joyce e la moglie: il 16 giugno del 1904, quello stesso 16 giugno in cui si svolgono interamente le vicende dell’Ulisse (noto come Bloomsday). Un anniversario romantico che è diventata una “data simbolo”, festeggiata in tutto il mondo per celebrare un capolavoro della letteratura mondiale o, forse, un grande amore.

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Il primo incontro tra James Joyce e Nora

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Il 1904 fu un anno determinante nella vita di Joyce. Uno dei momenti più prolifici per la sua scrittura, e non solo.
Nel mese di gennaio una rivista rifiutò la prima versione del Ritratto dell’artista da giovane, che Joyce trasformerà in un romanzo dal titolo Stefano eroe. Pochi mesi dopo pubblicò The Holy Office, una raccolta di poesie. A metà estate la rivista The Irish Homestead pubblicò Le sorelle (uno dei racconti cardine di Gente di Dublino, Ndr) nei mesi successivi seguirono i celeberrimi Eveline e Dopo la gara.

Lo stesso anno in Nassau Street James Joyce incontrò Nora Barnacle, una cameriera di Galway che diventerà sua moglie e compagna per tutta la vita.
Il primo incontro tra i due fu una folgorazione: lei fu attratta dai suoi occhi azzurri e lo scambiò per un marinaio. Pochi giorni dopo Joyce scrisse alla donna una lettera per chiederle un appuntamento, fissato per la data del 14 giugno. Nora non si presentò quel giorno, ma Joyce non si arrese, rinnovò la proposta per un paio di giorni dopo: il primo appuntamento tra James Joyce e Nora si tenne quindi il 16 giugno, una data simbolo per la letteratura mondiale.

Vent’anni dopo Joyce scrisse in una lettera:

Today 16 of June 1924 twenty years after. Will anybody remember this date?

Letteralmente: oggi 16 giugno 1924, vent’anni dopo, qualcuno ricorderà questa data? Ebbene, oggi il 16 giugno lo ricordano tutti ed è persino festa nazionale in Irlanda. Il primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, oltre un secolo dopo, è festeggiato da milioni di persone in tutto il mondo.

L’amore di Joyce per la moglie Nora

Joyce voleva che le sue lettere (e quindi la sua scrittura, Ndr) riflettessero la prima impressione che aveva avuto di Nora, quel memorabile 16 giugno del 1904 che nella sua memoria rivisitava incessantemente.

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Le famose “dirty letters” furono quindi scritte esclusivamente per Nora nel 1909, anno che costrinse i due amanti a una lunga separazione: Joyce si trovava infatti a Dublino, mentre Nora era a Trieste con i due figli piccoli, Giorgio e Lucia Anna.

In quel lungo carteggio, classificato dai critici come “lettere sporche”, Joyce e Nora si confessavano le reciproche fantasie sessuali frustrate dal periodo di lontananza. Dell’epistolario sono sopravvissute sono le lettere erotiche indirizzate da James Joyce alla moglie, ma è chiaro che Nora rispondeva assiduamente alle missive del marito, forse anche con l’intento di allontanarlo dalle tentazioni delle prostitute.

Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo. Ti ricordi i tre aggettivi che ho usato nel mio libro parlando del tuo corpo? Sono “musicale e strano e profumato"

Leggere queste lettere oggi è come spiare dallo spioncino di una porta degli “atti privati” di due amanti, poiché la corrispondenza tra Joyce e Nora era a tutti gli effetti pubblica, scritta nero su bianco, tuttavia si serviva del codice esclusivo e romantico che intercorre tra due persone che si amano. Le lettere sono ricche di nomignoli, riferimenti, allusioni che rimangono oscure al lettore. Tuttavia, poiché scritta da Joyce, questa corrispondenza privata è diventata Letteratura nel momento stesso in cui è stata pubblicata.

So che sto rischiando molto scrivendo in questo modo, ma se lei mi ama veramente sentirà che sono pazzo di lussuria e che mi si deve
permettere tutto.

Oppure il più poetico:

Il mio amore per te mi permette di pregare lo spirito di eterna bellezza e tenerezza che si specchia nei tuoi occhi o di buttarti giù...

Il carteggio tra i due cesserà nel 1920. L’Ulisse sarebbe stato completato l’anno seguente e pubblicato il 2 febbraio 1922 grazie a Sylvia Beach, la proprietaria della celebre libreria parigina Shakespeare and Company.
I critici hanno rintracciato nella furia passionale delle lettere di Joyce a Nora alcuni brani contenuti nell’Ulisse, in cui il desiderio rappresenta un tema portante.

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Nora Barnacle è la vera Molly Bloom

Non è un mistero che James Joyce per creare il suo immortale personaggio femminile, Molly Bloom, la moderna Penelope, si sia ispirato alla moglie Nora.
Molly Bloom sarà la protagonista del più famoso flusso di coscienza della letteratura mondiale. Tramite Molly, Joyce sembra davvero parlare attraverso la voce di una donna, esprimere il suo sentimento della vita, il suo desiderio e persino la carnalità del suo corpo.
Molly Bloom, la moglie infedele di Leopold “Poldo” Bloom protagonista dell’Ulisse, è una donna emancipata, intelligente e sensuale.
Il suo lungo soliloquio inizia e si conclude con un appassionato “sì” alla vita, al desiderio, all’amore che rimanda alla dimensione erotica narrata da Joyce nelle lettere: “and yes I said yes I will Yes.”
La parte finale del monologo di Molly Bloom, che di seguito citiamo, riporta significativamente diverse espressioni che James Joyce scrisse nelle lettere erotiche a Nora:

I yes to say yes my mountain flower and first I put my arms around him yes and drew him down to me so he could feel my breasts all perfume yes and his heart was going like mad and yes I said yes I will Yes.

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