Il nome di Giorgio Bassani sarà per sempre legato al suo personaggio più indimenticabile, l’inafferrabile Micòl de Il giardino dei Finzi-Contini, e a tutto quel mondo lontano che la sua penna ha così abilmente resuscitato, mostrandoci l’incanto di una gioventù felice avviluppata, suo malgrado, da un destino di guerra.
In occasione dell’anniversario della nascita scopriamo vita e opere di questo grande narratore del Novecento italiano.
Giorgio Bassani: la vita
Nato a Bologna il 4 marzo 1916 da una famiglia benestante di Ferrara, di origine ebraica, Giorgio Bassani trascorre l’infanzia e la prima giovinezza nella città estense.
Nel ’26 viene ammesso al Regio Liceo Ginnasio “Ludovico Ariosto”, dove consegue la maturità classica.
In quegli anni mostra un grande interesse per la musica e per il tennis, ma presto rinuncerà a tali passioni per dedicarsi interamente alla letteratura. Sin qui si possono riscontrare numerose analogie biografiche tra il narratore senza nome che racconta in prima persona le vicende de Il giardino dei Finzi-Contini.
Nel 1935 Bassani si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, che frequenta viaggiando come pendolare da Ferrara. Nel ’39, nonostante le leggi razziali approvate la regime fascista, si laurea con una tesi su Niccolò Tommaseo discussa con il professor Carlo Calcaterra, che sarebbe stato anche relatore di Pier Paolo Pasolini.
Negli anni dell’Università, Bassani conobbe anche il poeta Attilio Bertolucci e altri esponenti della cultura dell’epoca, come il pittore Giorgio Morandi e il critico dell’arte Roberto Longhi. Gli anni felici della gioventù di Bassani furono bruscamente interrotti dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, in costante analogia con quanto narrato nel suo libro-capolavoro.
Il 1940 è l’anno del suo esordio con il primo romanzo Una città di pianura, pubblicato sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Nello stesso periodo insegna Italiano e Storia agli studenti ebrei espulsi dalle scuole pubbliche e si dedica all’attivismo politico clandestino contro la dittatura fascista. Nel 1943 venne rinchiuso, per alcuni mesi, in carcere in segno di condanna per la sua attività sovversiva nei confronti del regime.
La fama di scrittore giunse nel 1956 con la pubblicazione di Cinque storie ferraresi, con le quali vinse il Premio Strega.
Si trasferisce a Roma dove lavora come docente di Storia del Teatro presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Nel frattempo come consulente editoriale della casa editrice Feltrinelli, nel ’58 Bassani riesce a far pubblicare Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A lui si deve il merito di aver fatto conoscere ai lettori italiani le opere di Jorge Luis Borges, Karen Blixen e soprattutto il capolavoro di Boris Pasternak, Il dottor Živago.
Il 1962 è l’anno del massimo successo editoriale di Giorgio Bassani. Il 9 febbraio 1962, sessant’anni, fu pubblicato Il giardino dei Finzi-Contini che donerà all’autore ferrarese fama imperitura. Il romanzo vince il premio Viareggio e in breve tempo conquista le classifiche internazionali. Nel 1970 ne verrà tratto un celebre film diretto da Vittorio De Sica.
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Ormai Bassani è uno scrittore affermato. La sua carriera letteraria è costellata di successi, con il libro L’airone (1968) vince il premio Campiello e, quindici anni più tardi il premio Bagutta con In rima e senza. Nel 1987 venne tratto un altro celebre film dal suo racconto Gli occhiali d’oro, una storia scandalosa per l’epoca che narrava dell’emarginazione legata all’omosessualità.
Nel ’98, due anni prima della sua scomparsa, la sua opera omnia viene raccolta in un unico volume, pubblicato da Mondadori nella prestigiosa collana Meridiani riservata ai classici.
Giorgio Bassani morì a Roma il 13 aprile 2000, all’età di ottantaquattro anni. Fu sepolto a Ferrara, proprio nel cimitero ebraico dove immaginò la tomba dei Finzi-Contini. Il comune di Ferrara ha voluto ricordarlo con un monumento funebre circondato da un roseto. Il luogo del sonno eterno di Bassani ricorda curiosamente un giardino fiorito che rimanda alle prime pagine del suo capolavoro. La storia sembra sempre ricominciare daccapo, in un eterno ricordo.
Io riandavo con la memoria agli anni della mia prima giovinezza, e a Ferrara, e al cimitero ebraico posto in fondo a via Montebello. Rivedevo i grandi alberi sparsi, le lapidi e i cippi raccolti più fittamente lungo i muri di cinta e di divisione. (...) E come se l’avessi ancora davanti agli occhi, la tomba monumentale dei Finzi Contini.
Giorgio Bassani: le opere
- Una città di pianura, (scritto come Giacomo Marchi, Ndr) Milano, Officina d’Arte Grafica Lucini, 1940;
- La passeggiata prima di cena, Firenze, Sansoni, 1953;
- Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Pisa, Nistri-Lischi, 1955, premio Veillon
- Cinque storie ferraresi, Torino, Einaudi, 1956. (Contiene: Lida Mantovani;
- La passeggiata prima di cena; Una lapide in via Mazzini; Gli ultimi anni di Clelia Trotti; Una notte del ’43). Riedito come Dentro le mura, Milano, Mondadori, 1973. premio Strega;
- Le storie ferraresi, Torino, Einaudi, 1960. (Contiene: Il muro di cinta; Lida Mantovani; La passeggiata prima di cena; Una lapide in via Mazzini; Gli ultimi anni di Clelia Trotti; Una notte del ’43; Gli occhiali d’oro; In esilio)
- Gli occhiali d’oro, Torino, Einaudi, 1958;
- Il giardino dei Finzi-Contini, Torino, Einaudi, 1962. premio Viareggio
- Dietro la porta, Torino, Einaudi, 1964;
- (DE) Venedig. Stadt auf 118 Inseln, con Mario Soldati e Gianni Berengo Gardin, Starnberg, Josef Keller, 1965;
- Due novelle, Venezia, Stamperia di Venezia, 1965;
- L’airone, Milano, Mondadori, 1968. premio Campiello;
- L’odore del fieno, Milano, Mondadori, 1972.
Giorgio Bassani e Il giardino dei Finzi-Contini
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Il tempo passa inesorabile, ma il giardino dei Finzi-Contini resta, un luogo “letterario” che è divenuto reale e ancora parla all’immaginario dei lettori. Bassani è riuscito nell’impresa più ambita da ogni intraprendente scrittore: ha trasfuso un luogo vero, reale, nel simbolico.
Si può avere nostalgia di un posto in cui non si è mai stati? Basta leggere Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani per capire che sì, è possibile. Quelle pagine ci infondono una nostalgia struggente per un’epoca felice che ebbe breve durata, come un’invincibile estate travolta da un inverno precoce, o forse l’ultimo sogno della giovinezza.
Il sentimento di malinconia che pervade il libro, sin dall’inizio della narrazione, è uno dei motivi del successo del libro: l’autore ci parla del passato, per definizione destinato a finire, ma nel rievocarlo con una scrittura evocativa e sapiente ci trascina in un vortice di ricordi di cui non vorremmo mai vedere la fine. Il giardino dei Finzi-Contini è un romanzo che evoca ombre, fantasmi, un tempo ormai scomparso, ma nel ripercorrerlo lo rende vivo.
Furono questi gli ingredienti che resero il libro di Bassani un bestseller internazionale, letto e amato dai lettori di tutto il mondo. Ancora oggi è impossibile non accostarsi a quelle pagine senza provare un’attrazione ipnotica.
In un intervento scritto su L’Europa letteraria nel 1964 Giorgio Bassani si interrogava in questi termini sulle ragioni del successo:
Ma è stato poi così un gran successo quello del Giardino dei Finzi-Contini?
C’era una forma di incredulità ed era proprio l’autore a mettere in dubbio l’apprezzamento del romanzo da parte del pubblico. Aveva scritto un capolavoro e non se ne rendeva conto.
Recensione del libro
Il giardino dei Finzi-Contini
di Giorgio Bassani
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giorgio Bassani: vita e opere dell’autore de “Il giardino dei Finzi-Contini”
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