La storia della Befana ha origini antiche rintracciabili nella tradizione pseudo-cristiana e in alcuni culti pagani.
Molti scorgono nella vecchina che viaggia a bordo della scopa una raffigurazione della Dea primordiale di origini greche e persiane, simbolo della rigenerazione della Natura. Per questo motivo la Befana è vecchia, in quanto rappresenta la raffigurazione dell’anno passato e porta in dono dolci regali che siano di buon auspicio per l’anno appena iniziato.
La leggenda che lega la Befana ai Re Magi
Secondo una tradizione che vuole accostare la Befana al Cristianesimo, la donna sarebbe la vecchina che andò in soccorso ai tre Re Magi indicando loro la strada corretta per Betlemme. Narra questa leggenda che la Befana rimase stupita dalla storia dei Re Magi, ma si rifiutò di seguirli nel loro viaggio. In seguito si pentì e si recò quindi di casa in casa portando dei doni a ogni bambino, nella speranza di incontrare il Bambino Divino che i Magi andavano cercando.
Intesa in questo senso l’Epifania è anche una festa che vuole celebrare l’infanzia, il mito della nascita attraverso il ricordo simbolico dei doni che i Re Magi fecero al Bambin Gesù.
La Befana è una figura che ormai fa parte non solo della cultura italiana ma della tradizione mondiale: è conosciuta in Russia e in Normandia, in Persia e in Africa del Nord. La tradizione francese invece il 6 gennaio ricorda i Re Magi attraverso un goloso dolce tipico chiamato proprio Gâteau des Rois, il dolce dei Re.
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L’origine della Befana in Italia
In Italia la Befana era originariamente festeggiata dalle famiglie povere, alle quali in occasione del 6 gennaio veniva consegnata un’integrazione del reddito.
La leggenda della vecchina volante sarebbe poi derivata dalla mitologia romana che durante i Saturnali festeggiava la venuta di Strenìa, la divinità simbolo del nuovo anno. Inoltre secondo il culto romano delle misteriose figure femminili guidate dalla Dea Diana volavano sui campi nel mese di gennaio per propiziare i futuri raccolti.
Dalla fusione di queste due immagini della tradizione pagana sarebbe dunque derivato il personaggio della Befana.
Il termine italiano Befana dovrebbe trarre origine da una contaminazione del greco epifáneia, letteralmente "manifestazione"”, traslato come “Befanìa” e in seguito, tramite diverse contaminazioni, in Befana.
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La Befana nella tradizione letteraria italiana
La simpatica vecchina dagli abiti rattoppati che vola a bordo della scopa continua ad affascinare grandi e piccini portando allegria nelle case di tutti gli italiani. Anche i maggiori poeti nazionali non hanno mancato di dedicare alcuni loro componimenti alla vecchina volante.
Attraverso gli occhi della Befana il poeta Giovanni Pascolicoglie la diversa stratificazione sociale e quindi mostra l’opposizione ricchezza-povertà delle varie famiglie. Un’epifania oscurata da una certa tristezza poiché in realtà la Befana di Pascoli non porta con sé nessun dono ma “vede e sente”, è solo spettatrice della povertà di una madre che “veglia e fila” e non può riempire di dolciumi le calze dei suoi bambini, mentre un’altra madre ne ha a volontà.
Guido Gozzano invece decanta la Befana vista dagli occhi innocenti dei bambini come una “visione incantata nella notte stellata”.
Decisamente più moderna è invece la Befana celebrata da Gianni Rodari che viaggia a cavallo di un razzo e porta doni a tutti i bambini, perché non esistono davvero bambini cattivi.
Le poesie degli autori italiani sulla Befana
La Befana di Giovanni Pascoli
Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.Che c’è dentro questa villa?
uno stropiccìo leggiero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?Guarda e guarda… tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda… ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini…Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampana di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.E che c’è nel casolare?
un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le ceneri e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange, c’è chi ride:
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.”
La Befana di Guido Gozzano
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la scarpettache invita la Vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.Ognun, chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata,
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.Che visione incantata
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbidegli angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita
son la vision sentitanel loro piccolo cuore
ignaro del dolore.
La Befana di Gianni Rodari
Su quel pianeta la Befana
viaggia a cavallo di un razzo
a diciassette stadi
e in ogni stadio
c’è un bell’armadio
zeppo di doni
e un robot elettronico
con gli indirizzi dei bambini buoni.
Anzi con gli indirizzi
di tutti i bambini, perché
ormai s’è capito
che di proprio cattivi non ce n’è.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le migliori poesie sulla Befana: il 6 gennaio nella poesia italiana
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