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Chi è Ernesto Cardenal, il poeta citato da Saviano nel monologo di Sanremo 2022

Sul palco del 72esimo Festival di Sanremo, lo scrittore Roberto Saviano ha ricordato l'esempio di Falcone e Borsellino e l'importanza della parola “ricordare”. Durante il monologo ha citato i versi di un poeta nicaraguese: Ernesto Cardenal. Scopriamo la sua storia.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 04-02-2022
Chi è Ernesto Cardenal, il poeta citato da Saviano nel monologo di Sanremo 2022

In occasione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, Roberto Saviano è salito sul palco dell’Ariston portando un toccante monologo.
Un omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche a tutti coloro che hanno combattuto strenuamente contro la mafia. Il discorso di Saviano è partito dall’etimologia della parola “ricordare” che significa “riportare al cuore” per poi abbracciare attraverso il ricordo tutti i caduti per colpa della mafia, riportandoli in vita.
Lo scrittore ha ricordato, tra gli altri, anche Rita Atria una giovanissima testimone di giustizia morta suicida, a soli diciassette anni, dopo la strage di via D’Amelio.

A tutti questi esseri umani coraggiosi, forti della convinzione delle loro idee, Roberto Saviano ha dedicato i versi del poeta nicaraguese Ernesto Cardenal:

Credevano di seppellirti, ma quello che hanno fatto è seppellire un seme.

Una citazione breve ma completamente esaustiva nel sottolineare l’esempio di chi ha avuto la forza di scegliere, di schierarsi, mettendo a repentaglio la propria stessa vita. Il monologo di Saviano a Sanremo 2022 si conclude proprio su questo elogio del “seme del coraggio” che può continuare a germogliare, anche a trent’anni di distanza dalle terribili stragi di mafia.
L’invito finale dello scrittore è quello di schierarsi, non assumere mai posizioni neutre, scegliere sempre la strada più ardua, quella del coraggio perché la neutralità non è mai sinonimo di sicurezza né di salvezza.

Ma ora scopriamo di più sul poeta citato con tanta efficacia da Roberto Saviano: Ernesto Cardenal.

Chi era Ernesto Cardenal

Ernesto Cardenal, nato il 25 gennaio 1925 a Granada in Nicaragua, è scomparso nel marzo 2020. È stato un poeta, prete cattolico e rivoluzionario nicaraguese.
Dopo aver studiato nelle scuole gesuite del Nicaragua, Cardenal ha in seguito proseguito gli studi alla Columbia University. Nel 1957 la conversione religiosa e l’ingresso in un monastero trappista del Getsemani.

Nel 1961 Ernesto Cardenal pubblica le sue prime poesie raccolte in Epigramas. Sono poesie di denuncia, dal timbro rivoluzionario, che in particolare condannano il regime instaurato da Somoza in Nicaragua.
Quella sua prima opera è oggi considerata un capolavoro della poesia di protesta. In seguito Cardenal adottò uno stile più sperimentale, creando componimenti fatti di frasi vuote e slogan commerciali per simboleggiare una società sempre più alienante.

Segue la raccolta Salmos (1964), un’originale operazione di riscrittura dei salmi biblici di Davide. L’intento di Cardenal è quello di condannare, attraverso l’uso degli insegnamenti biblici riattualizzati, i mali della società contemporanea. Nei testi si avverte tutta la tensione tra il suo crescente fervore politico e la fede religiosa.

Cardenal prese parte attivamente alla rivoluzione sandinista (di influenza marxista) contro il dittatore Anastasio Somoza, nel 1979.
Crollata la dittatura di Somoza, il poeta prese parte al nuovo governo guidato da Daniel Ortega in qualità di ministro della Cultura. Per questo motivo Ernesto Cardenal fu sospeso a divinis dal sacerdozio da Papa Giovanni Paolo II che non approvava la sua partecipazione attiva a un governo di stampo filomarxista e il suo fervido sostegno alla telogia della Liberazione.
Cardenal si dimise dalla sua posizione di ministro nel ’94, in polemica con la deriva autoritaria presa dal governo di Ortega che definì una “rapina del popolo”. Continuò l’attività di poeta sino alla fine dei suoi giorni.

Nel 2019 Ernesto Cardenal è stato riabilitato da Papa Francesco, divenendo di nuovo sacerdote attivo. È morto il 1° marzo 2020, all’età di novantacinque anni.

Canto Cósmico: il capolavoro di Ernesto Cardenal

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Il poema Canto Cósmico (1992) è considerato uno dei più importanti poemi prodotti dalla poesia sudamericana, dopo Canto General di Pablo Neruda.
Il Cantico di Cardenal riprende lo stile della lirica dell’americano Walt Whitman in Foglie d’erba, un canto dinamico e collettivo.

Afferma Cardenal al principio del lungo poema:

È la terra che canta in me attraverso questo Cantico Cosmico.

Le opere di Ernesto Cardenal

La rilevanza sociale dell’opera di Ernesto Cardenal lo ha reso il più importante poeta latino-americano del XX secolo.
Per la sua poesia Cardenal ha vinto numerosi premi e riconoscimenti, ed è stato candidato perfino al premio Nobel per la Letteratura.
Le sue opere sono amate da generazioni, in particolare dai giovani che ne approvano la capacità visionaria e la forte critica sociale insita nei versi.

Di seguito una breve lista delle sue opere:

  • Hora 0 e Gethsemany, Sky (1960);
  • Epigramas (1961), considerato il suo capolavoro
  • Salmos (1964);
  • Oración por Marilyn Monroe y otros poemas (1965), una forte denuncia dell’alienazione e della mercificazione del mondo capitalistico;
  • El Estrecho Dudoso (1966)
  • Homenaje a los indios americanos (1969);
  • Canto nacional e Oráculo sobre Managua (1973);
  • Nueva Antología poética (1978);
  • Vuelos de victoria (1985);
  • Quetzalcoatl (1988);
  • Canto Cósmico (1992);
  • Pluriverse: New and Selected Poems (2009)
  • El Origen de las Especies, y Otros Poemas (2011)

Credits immagine: Martin Kraft, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Ernesto Cardenal, il poeta citato da Saviano nel monologo di Sanremo 2022

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