Trentuno anni fa, il 23 maggio 1992, si consumava la strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, il magistrato simbolo della lotta antimafia, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Ricordiamo oggi Giovanni Falcone con le sue frasi più belle, ma prima ripercorriamo brevemente la sua storia. Chi era Giovanni Falcone e perché venne ucciso con quell’attentato?
Giovanni Falcone e la strage di Capaci
Giovanni Falcone nasce a Palermo il 20 maggio 1939, studia prima presso l’Accademia navale di Livorno e poi si iscrive a Giurisprudenza. A seguito della laurea inizia la sua carriera come pretore prima a Lentini e poi a Trapani.
A Palermo durante il processo Spatola inizia a collaborare con il suo amico e collega Paolo Borsellino, con il quale intraprende una vera e propria guerra alla mafia. In particolare Falcone e Borsellino lavorano per smascherare il boss Totò Riina. Tanti i nomi delle vittime degli attentati mafiosi, come quello del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, e il capo dell’Ufficio istruzione di Palermo Rocco Chinnici.
Giovanni Falcone fa parte del pool antimafia che vede raggiungere grandi progressi a cavallo degli anni 1984 e 1985 insieme al magistrato Antonio Caponnetto, Giuseppe Di Lello Finuoli, Leonardo Guarnotta e Paolo Borsellino. La collaborazione dei pentiti è preziosa e tutto si dirige verso un maxiprocesso volto a inchiodare i maggiori responsabili degli attentati mafiosi: 475 imputati, 360 condanne.
Per questioni di sicurezza sia Falcone che Borsellino vengono trasferiti insieme alle loro famiglie all’Asinara. Il maxiprocesso inizia nel febbraio del 1986 e termina nel dicembre del 1987, con 360 condanne e 114 assoluzioni. Ma il pool antimafia viene messo in difficoltà, a partire dall’interno: Falcone viene privato della titolarità delle inchieste antimafia, e Antonino Meli, nominato capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, coinvolge magistrati esterni al pool nelle inchieste.
Iniziano mesi duri per Falcone, sempre più isolato, finché accetta la proposta del nuovo ministro della Giustizia Claudio Martelli: la direzione degli Affari penali a Roma.
Il 23 maggio 1992, sull’autostrada da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, un’esplosione architettata a dovere, (vennero utilizzati ben 500 kg di tritolo) uccide Giovanni Falcone, la moglie e 3 agenti della sua scorta, sconvolgendo l’Italia.
Giovanni Falcone e la piazza della memoria
Il nome di Giovanni Falcone si trova inciso sui gradoni di Piazza della Memoria a Palermo. Questa piazza, monumento in memoria dei caduti nella guerra alla mafia, è un progetto dell’architetto Sebastiano Monaco, ed esiste dal 2002. Tra gli altri commemorati anche Paolo Borsellino, Pietro Scaglione, Francesca Morvillo, Rocco Chinnici.
Le frasi più belle di Giovanni Falcone
- La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine.
- Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole.
- Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.
- L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.
- Gli uomini passano, le idee restano.
- Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.
- Come evitare di parlare di Stato quando si parla di mafia?
- Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto.
- La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo.
- Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale.
Dalle sue parole possiamo imparare ancora tanto. E se volessimo approfondire l’argomento allora ecco qui un altro articolo perfetto: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: quattro libri da leggere per ricordarli.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giovanni Falcone: le sue frasi più belle per non dimenticare
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ho avuto la fortuna di svolgere parte del mio servizio militare come carabiniere a Palermo dove ricordo ancora con piacere i Grazie di lui quando tornava a casa e mi trovava dentro la garitta sotto casa sua!
ONORE a Falcone, a Borsellino, a Livatino e ai tanti, tantissimi altri Martiri della Verità e della Giustizia che talvolta non assurgono agli onori della cronaca.
Tuttavia, ciò che mi preoccupa e che m’indigna è che il malaffare continua e l’ipocrisia regna.
Per carità, non mi si fraintenda, ma nel mio piccolo (di attento concittadino, e anche giornalista pubblicista, che non si nasconde per segnalare anomalie di vario genere nella gestione della cosa pubblica cittadina) rilevo che sono proprio le istituzioni di riferimento che tradiscono coloro che tentano di correggere errori e tutelare l’interesse pubblico.
Il quieto vivere delle istituzioni di riferimento penalizza certezza del diritto, verità e corretta gestione della cosa pubblica.