

Il 21 giugno è stato il giorno più lungo dell’anno e, purtroppo, è coinciso con l’anniversario della morte di Patrizia Cavalli, una delle voci poetiche più affascinanti degli ultimi anni.
Eppure, se si pensa all’autrice non poteva che andarsene alle 12 del ventun giugno 2022, il giorno più lungo: la sua solarità non avrebbe accettato altrimenti.
Patrizia Cavalli: vita e opere principali
Patrizia Cavalli nasce il 17 aprile 1947 (ne ho parlato nell’articolo Poetesse nate in primavera) a Todi, in quell’Umbria mistica e poetica delle origini della nostra letteratura. Pur non abbandonando i legami con la terra natia, nel 1968 si trasferisce a Roma per frequentare l’Università al corso di Filosofia.


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Comincia a scrivere e mira, essendo ambiziosa, a frequentare gli ambienti letterari romani dominati dalla coppia Moravia-Morante. Conosce quest’ultima e nel 1974 pubblica Le mie poesie non cambieranno il mondo, raccolta con la quale esordisce nella poesia degli anni Settanta così impregnata di impegno.
Seguono Il cielo (1981) e Il singolare proprio io, le sillogi che poi saranno pubblicate, riunite, da Einaudi, che diviene la sua casa editrice di riferimento.
Con il tempo scrive Pigre divinità e pigra sorte, Datura e Vita meravigliosa; è stata prosatrice e traduttrice dal francese e dall’inglese. Muore nel 2022, dopo una lunga malattia.
Patrizia Cavalli e l’apparente semplicità dei suoi componimenti
Patrizia Cavalli è un’attrice da amare per la sua apparente semplicità nel linguaggio, che sovente è fatto di oggetti, di particolari fisici, di gesti quotidiani anche nei componimenti più elaborati, che farebbero pensare a un autore privo di cultura. In realtà alle spalle c’è un lavoro di cesello raffinatissimo: la metrica è rispettata, i versi ben costruiti, l’andamento cadenzato, tutte doti di un grande artista.
La vita privata di Patrizia Cavalli è stata sempre molto velata di discrezione, rifiutando ogni commistione tra pubblico e privato che avrebbe creato solo morbosità. In un’intervista confessa la propria omosessualità senza però farne la bandiera di una ideologia e dichiarando di voler essere rispettata nella sua scelta.
Nel 1969 fa la comparsa in un film di Bellocchio nelle vesti di una ragazza contestatrice e negli ultimi della sua vita paroliera dimostrando la sua notevole poliedricità.
Patrizia Cavalli: la vena civile e le ultime poesie
Durante i festeggiamenti per il centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, scrive una poesia narrativa La patria, in cui il nostro Paese è paragonato ad una donna con mille difficoltà ma proprio per questo amatissima. La poeta (così ha voluto chiamarsi) ha letto la sua opera a Piazza del Popolo a Roma e ha parlato della cultura come bene comune, mostrando una vena civile che in Italia era spenta da tempo.


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Le ultime raccolte poetiche Datura e Vita meravigliosa hanno il sapore della vita che, per quanto dolorosa, è più bella della morte, che rappresenta l’annientamento finale.
Patrizia Cavalli, quando scrive Vita meravigliosa, sa di essere condannata e tuttavia crea un capolavoro in cui la vita è al centro delle sue forme anche nello sberleffo in faccia alla morte da lei concepita, non essendo credente, come la fine di tutto.
E una pernacchia la fece morendo il 21 giugno alle ore 12 del 2022, combinazione di luce e di numeri sacri. Una vita luminosa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Patrizia Cavalli: vita e opere di una poeta luminosa
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