Vorrh
- Autore: Brian Catling
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
Ho letto per la prima volta questo libro di Brian Catling qualche estate fa, era appena uscito per Safarà Editore (nella traduzione di Massimo Gardella) e un po’ ovunque sui social si parlava di questo nuovo fantasy dalle tinte dark che piaceva a chiunque.
Quest’anno l’ho ripreso in mano dopo che sono riuscita a recuperare il secondo libro (Gli ancestrali) della trilogia.
Si diceva che nessuno avesse mai raggiunto il centro del Vorrh. E che se qualcuno vi era riuscito, non aveva mai fatto ritorno.
Il Vorrh è un luogo contemporaneo e immaginario dalle tinte ombrose.
La prima cosa che salta agli occhi appena si inizia questo primo volume è il senso di smarrimento. Non si capisce bene cosa sia questo Vorrh, dove ci si stia inoltrando e cosa effettivamente ci si possa aspettare dalla narrazione.
La trama è diluita al massimo, dispersa in un garbuglio di descrizioni, fatti estemporanei, riprese e rimandi che si intrecciano fittamente senza accennare a distendersi permettendo così al lettore di sentirsi completamente perso in un vortice che risucchia. Le diverse scene che raccontano la storia e vanno a svolgere la trama sono delle vere e proprie immagini anche tra loro slegate che pian piano vanno a intrecciarsi grazie al personaggio della foresta, il Vorrh appunto.
Il Vorrh è una foresta, leggendaria, vastissima e temibile. La gran parte dei personaggi che si muovono sul palcoscenico di questa storia temono questa foresta selvaggia, si tengono a distanza da queste piante e cercano di non scatenarne la furia. Ci sono così racconti dove la vicenda si svolge interamente all’interno di questa foresta - e gran parte di queste storie hanno contorni dalle sfumature horror -, altri invece sfiorano soltanto i confini del Vorrh.
L’elemento horror è una costante.
Che sia attraverso le scene di sesso o in semplici descrizioni, tutti i racconti sono connessi dall’elemento horror che tinge l’ambientazione.
In alcuni casi si tratta di violenza vera e propria, in altri è più una suggestione che aleggia sulle vicende e penetra con più lentezza nella mente del lettore. Ad aiutare in questa suggestione sono anche le immagini, in bianco e nero, che accompagnano la storia. Si tratta di disegni spesso spaventosi, sgraziati in cui emergono le caratteristiche più mostruose dei soggetti. Soggetti che sono spesso la raffigurazione di ciclopi, personaggi mostruosi che Catling ha spesso anche scolpito nella sua carriera artistica, e che nella narrazione occupano una posizione quasi completamente centrale. L’elemento horror colpisce fin dalla prima pagina dove una scena di vivisezione, inizialmente caricata di macabro e grottesco, diventa poi un’espressione altissima e dolcissima di puro amore. Influenze di un genere quindi che Catling riesce a stemperare nel corso della narrazione, smussandone spesso anche i tratti più tipici per far emergere quella che è la sua visione del mondo e della storia che vuole trasmettere.
Anche i protagonisti sono originali. Nel corso della storia il lettore si interfaccia con due differenti tipologie di personaggio. Da un lato vi sono numerosissimi personaggi immaginari che fanno parte dell’universo fantasy e quindi occupano le posizioni di stregoni, guerrieri che utilizzano armi magiche e incantate, ciclopi, mostri ma anche protagonisti dalle caratteristiche eteree. Però a fargli da contrappeso vi sono personaggi ripresi dalla storia reale come Sarah Winchester, Edward Muybridge oppure altri che appaiono nelle loro caratteristiche ma con nomi lievemente modificati, ma comunque facilmente riconoscibili, come Raymond Roussel.
A prescindere da quale sia la propria caratteristica, ogni personaggio è in realtà caricato di simbolismo. La brama dell’uomo di conoscere non viene sconfitta mai, neppure dal più profondo terrore né dalla consapevolezza dei rischi a cui questo desiderio di sapere comporta.
Tutto fortemente incentrato sulla prospettiva maschile, il romanzo cerca di spiegare attraverso l’ambientazione in gran parte post coloniale, quelle che sono le caratteristiche che muovono dall’umanità che caratterizza la nostra specie.
Siamo “noi” nelle pagine di un libro che appartiene a generi diversi, per lo più dalle tinte oscure, e non necessariamente siamo pronti a vederci in questa rappresentazione mostruosa e inquietante.
Senza dubbio quindi si tratta di una trama originale, con uno stile particolare che ricerca la stranezza in ogni singola frase, talvolta anche esagerando questa ricerca e il risultato ottenuto, non adatta sicuramente a ogni tipo di lettore ma estremamente utile: sia per tuffarsi in atmosfere differenti, sia per affrontare la realtà della condizione umana da una diversa prospettiva.
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