Volver
- Autore: Silena Santoni
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giunti
- Anno di pubblicazione: 2022
Il popolo è cieco, sopravvive distratto dalle sue ipnosi, abbarbicato ai propri miseri status quo: la consapevolezza di essere preda di una dittatura avviene di solito troppo tardi. L’indegno campionario delle sopraffazioni di potere — anche se violente, armate, clamorose — si consuma tra l’indifferenza o la viltà dei molti, in maniera contigua alle routine di ogni giorno. Quasi che niente fosse. Come se niente di straordinario stesse succedendo. Il silenzio dei molti è forse l’orrore aggiuntivo che si accompagna sottotraccia alle dittature.
“Non puoi credere cosa hanno fatto, torture, stupri, assassinii […] E ti chiedi: come ho fatto a non accorgermi di nulla? Davvero non vedevo oppure non volevo vedere? Era tutto lì, sotto i nostri occhi”, dichiara a giochi fatti, uno dei personaggi di Volver di Silena Santoni (Giunti 2022); lo sfondo quello della “macelleria” argentina organizzata dal generale Videla.
1976-1981: cinque anni di regime militare e un lugubre corollario di scomparsi. Migliaia di desaparecidos accusati di attività antigovernative e conseguentemente seviziati, svaniti nel nulla delle fosse comuni, dell’oceano Atlantico o del Rio della Plata, precipitati dai “voli della morte”. Ma Volver – questo articolato, avvincente romanzo circolare – va aldilà della sterile esibizione del macabro e del dolore, anche per questo arriva dove deve: vita vera e denuncia in un tutt’uno, e nulla di retorico. La ferocia del regime che tiene sotto morsa Buenos Aires (e l’Argentina), incalza in parallelo con i ritmi “normali” di una metropoli, protagonista ulteriore, e in fondo trait-d’union della vicenda.
Una vicenda parcellizzata nelle storie (restituite in prima e/o terza persona) di sei personaggi che intersecano i loro destini nel corso del tempo, subendone le ricadute. Un giovane studente che dall’impegno universitario approda alla lotta clandestina. Un tanghèro che esibisce machismo e brama di vita, e forse non la racconta tutta. Un console italiano che sfida il regime agevolando l’espatrio di alcuni “sovversivi”. Il figlio adottivo di un militare argentino, forse uno dei tanti “bambini rubati” a madri desaparecide uccise dopo il parto. Una donna che non sa darsi pace per la scomparsa della figlia e per questo si unisce al grido incessante delle donne di Plaza de Mayo. Questa donna si chiama Franca, sua figlia Martina, quando scompare ha poco più di vent’anni, sete di giustizia, e sogni davanti.
Subito dopo Buenos Aires, Martina è l’altro, indimenticabile punto di congiunzione di un romanzo che cattura, sulla scorta della plausibilità di personaggi alle prese con il personale e il politico, la vita e la Storia. Silena Santoni presiede un intreccio tensivo — legami affettivi, sospetti, slanci, paure, abbandoni, fatalità — di cui era facile perdere il controllo; fino al regalo di un epilogo per molti versi sorprendente. Brava davvero.
Volver
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All’inizio sembra uno dei tanti libri che raccontano di storie di amori, di politica e di eventi che si intrecciano finemente ma poi, il finale mi ha lasciata senza parole. Se da un lato si capisce il dolore di un rifiuto dall’altro invece, si è davanti alla solita storia di femminicidio. Avrei preferito che Martina fosse morta combattendo per difendere i propri ideali piuttosto che per mano di un ennesimo uomo rifiutato.