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Recensioni di libri

Volevo solo andare a letto presto di Chiara Moscardelli

Giunti, 2016 - Dunque una lettura spumeggiante, ironica, che spesso fa affiorare un sorriso alle labbra di chi sta leggendo; una commedia rosa, a cui, però, si intreccia una vena di mistero che aleggia sull’intera storia narrata.

Ornella Donna
Ornella Donna Pubblicato il 27-02-2017

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Volevo solo andare a letto presto

Volevo solo andare a letto presto

  • Autore: Chiara Moscardelli
  • Genere: Libri da ridere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2016

“Volevo solo andare a letto presto” di Chiara Moscardelli ha una sola protagonista indiscussa e travolgente: Agata Trambusti! Agata ha trentacinque anni, lavora in una casa d’aste, ipocondriaca, leggermente nevrotica, ha avuto una madre particolare, sessantottina, che l’ha cresciuta in modo un po’ discutibile: attorniata da uomini nudi, che cantavano, meditavano e fumavano spinelli, non ha mai saputo con certezza chi era il suo vero padre biologico, perché forse ne aveva ben cinque (!) come le confesserà la stessa madre, a cui era proibito tassativamente guardare la televisione. Di lei Agata così dice:

“Mia madre Rosa, come Rosa Luxemburg, la rivoluzionaria, è una esperta in cristalloterapia oltre ad essere una sessantottina. (…) Voleva che la chiamassi col suo nome per salvaguardare l’individualità e non dare troppa importanza ai ruoli istituzionali” (p. 19)

Dunque la prima attrice del romanzo non può che essersi creata, vista l’educazione ricevuta, un mondo attorno a sé che non ammette disordine e caos. La sua casa è linda e pulita, la sua scrivania è organizzata secondo un preciso ordine simmetrico, il suo abbigliamento austero e severo, tanto da essere soprannominata “Equitalia”.

In tutta questa perfezione si introduce un nuovo elemento sconvolgente: il suo incontro, totalmente destabilizzante, con Fabrizio Calcaterra. Uomo bello e misterioso, rocambolesco, somigliante a Christian Bale, la trascina in avventure che la sconvolgono. E allora tra una fuga tra i vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di un usuraio di quartiere, un losco ed ambiguo traffico di opere d’arte, Agata dovrà lasciarsi andare, sopraffatta dagli eventi, perché

“dicono che la vita sia una serie di istanti, grandi e piccoli, felici e tristi, e che siano proprio questi istanti a darle forma e significato. (…) Quel giorno un solo istante fece scattare i binari. Quel giorno decisi di correre un rischio e scoprire che cosa avrebbe comportato” (p. 54)

Dunque una lettura spumeggiante, ironica, che spesso fa affiorare un sorriso alle labbra di chi sta leggendo. Una commedia rosa, a cui, però, si intreccia una vena di mistero che aleggia sull’intera storia narrata. L’ironia e il sarcasmo sono sicuramente i tratti precipui dell’intero costrutto narrativo, tra gang imbarazzanti e improbabili dialoghi. Lieto fine, risate lievi e fresche, paesaggi stupendi sono gli ingredienti determinanti che fanno della lettura di questo testo un ideale perfetto per trascorrere qualche momento di assoluto relax.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Volevo solo andare a letto presto

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Commenti: 1

  • Ingrid Livraghi
    20 febbraio 2020, 10:55

    Un bellissimo romanzo, che conferma l’abilità di scrittura dell’autrice Chiara Moscardelli, e regala qualche ora di risate e suspance, prima di sapere quali scelte di vita farà la protagonista.

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