Viva l’Italia!
- Autore: Aldo Cazzullo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2010
La Resistenza non è di moda. È considerata una "cosa di sinistra". Si dimentica il sangue dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che volle morire con i parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al Signore", e dei militari come il colonnello Montezemolo, cui i nazifascisti cavarono i denti e le unghie, non i nomi dei compagni. Si dimentica che i partigiani non furono tutti sanguinari vendicatori ma anzi vennero braccati, torturati, impiccati ed esposti per terrorizzare i civili; e che i "vinti", i "ragazzi di Salò", per venti mesi ebbero il coltello dalla parte del manico, e lo usarono. Neppure il Risorgimento è di moda. Lo si considera una "cosa da liberali". Si dimentica che nel 1848 insorse l’Italia intera. Oggi è l’ora della Lega e dei neoborbonici. L’Italia la si vorrebbe divisa o ridotta a Belpaese: non una nazione, ma un posto in cui non si vive poi così male. Invece l’Italia è una cosa seria. È molto più antica di 150 anni; è nata nei versi di Dante e Petrarca, nella pittura di Piero della Francesca e di Tiziano. Ed è diventata una nazione grazie a eroi spesso dimenticati. Aldo Cazzullo ne racconta la storia. Respinge l’idea leghista e la retorica del Belpaese. Prefigura la nascita di un "partito della nazione". E avanza un’ipotesi: che in fondo gli italiani siano intimamente legati all’Italia più di quanto loro stessi pensino. Prefazione di Francesco De Gregori. (Note di copertina)
Dopo aver letto “VIVA L’ITALIA” di Aldo Cazzullo, ho avuto per la prima volta l’opportunità di mettere insieme nomi e numeri di tanti, troppi morti per la nostra Patria. Tanti, troppi giovani di tutte le parti d’Italia: persone generose, persone convinte, oneste fino in fondo.
In un momento storico particolare come il nostro, dove assistiamo da una parte all’inettitudine di certi governanti e dall’altra alla polveriera di folle del Nord Africa in cerca della loro autenticità, in un momento di incertezza e di difficoltà a schierarsi con disinvoltura e con fedeltà ai propri ideali, in un momento di, comunque, “nuova resistenza”, ho avuto come viatico per l’anima e per la mente questo libro di documentazione storica, ricavata anche dagli Archivi del Quirinale, in cui si mettono insieme tutte le testimonianze possibili per fare pulizia di pensiero fra vincitori e vinti, senza ostentare giudizi, ma lasciando l’evidenza dei fatti. Mi dispiace che ce ne sia stato ancora bisogno.
La celebrazione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia (che all’inizio ho appena contemplato come “la solita commemorazione”), mi si ridefinisce meglio nella sua necessità storica: una nazione come l’Italia, giovane solo di 150 anni e per un terzo a me contemporanea, ha bisogno di riflettere su come lo sia diventata per capire che cosa farne di quel grosso retaggio, di quella grande testimonianza di fede e di tanto sacrificio umano. Oggi sembra non sapere più cosa farsene, né dove andare.
Eppure troppi, prima di noi, hanno saputo con fermezza dare il sacrificio della loro vita nel fiore degli anni.
Viva l'Italia! Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione
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