Uomini e no di Elio Vittorini

““Fange ihn! Beisse ihn!” disse il capitano.
Il cane addentò l’uomo, strappando dalla spalla.
“An die Gurgel” disse il capitano.”

Non è necessario saper parlare il tedesco per comprendere questa scena terrificante, che ci trasporta direttamente nel periodo forse più oscuro della storia dell’umanità: la seconda guerra mondiale.
Queste righe, tratte dal romanzo “Uomini e no”, furono scritte da Elio Vittorini tra la primavera e l’autunno del 1944, in un periodo ancora completamente coinvolto nelle vicende descritte.

Il libro è imperniato sulla vicenda di Enne 2, un partigiano che vive la Resistenza a Milano, uomo attivo e coraggioso. Il suo impegno viene però vanificato dall’impossibile storia d’amore con Berta ed egli, disperato, tenta di non cedere alla mancanza di senso che sembra pervadere ogni azione bellica contro l’esercito tedesco. Questa disperazione, sociale ed esistenziale, spingerà Enne 2 ad un’ultima, suicida impresa di guerra.
Per quanto pubblicato nel 1945 e scritto durante il periodo della Resistenza, il romanzo non si presenta affatto come un apologo celebrativo sulla lotta partigiana: le sue motivazioni sono molto più complesse e profonde. Vittorini propone una riflessione sulla vera natura dell’uomo, sul senso del combattere e del morire, sull’insanabile rapporto fra umanità e violenza, anch’essa insita nel genere umano, sugli uomini e sedicenti tali, sull’essere "Uomini e no".
Il pensiero del grande scrittore siciliano è meglio esplicitato in questo passaggio: “Noi lo vediamo. È lo stesso del lupo. Egli attacca e offende. E noi diciamo: questo non è l’uomo. Egli fa con freddezza come fa il lupo. Ma questo toglie che sia l’uomo?”

Il romanzo è intervallato da sei interventi dell’autore, segnalati in corsivo nel testo, che inducono il lettore a riflettere sulla condizione nella quale è costretto a vivere l’uomo ed esprimono un ulteriore punto di vista sulla vicenda di Enne 2.
Sulla scia dell’ermetismo, Vittorini rappresenta la realtà con simboli e metafore, in modo da poter raccontare una verità assoluta attraverso l’esperienza particolare di un singolo uomo.
Lo stile del linguaggio è semplice e scorrevole, grazie alla massiccia presenza delle parti dialogate. Le numerose frasi in tedesco testimoniano l’attenzione verso una certa dose di realismo.