Una favolosa estate di morte
- Autore: Piera Carlomagno
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2019
Due amanti stretti dalla morte in un abbraccio infernale, una brillante anatomopatologa sostenitrice dei moderni metodi scientifici e legata a riti e tradizioni ataviche, un delitto passionale che nasconde speculazioni e torbidi affari sullo sfondo di Matera capitale europea della Cultura 2019. Sono questi gli ingredienti principali del libro "Una favolosa estate di morte" scritto da Piera Carlomagno ed edito da Rizzoli.
In una notte di inizio estate, in un paese del materano, una coppia di amanti viene barbaramente uccisa e gettata in un dirupo. La scoperta dei due corpi, avvinghiati in un abbraccio infernale, darà avvio all’inchiesta che coinvolgerà anche la brillante patologa forense Viola Guarino. Seguiranno poi altri fatti di sangue che apriranno nuovi scenari, svelando, dietro l’apparenza di un delitto passionale, intrecci legati a loschi affari sullo sfondo di Matera, “capitale europea della cultura 2019”.
Questo in sintesi il plot del nuovo romanzo noir di Piera Carlomagno, giornalista di origini lucane e già autrice di altri gialli molto apprezzati da pubblico e critica. Se ha ragione la scrittrice catalana Gimenez-Bartlett nell’affermare che il noir rappresenta uno strumento efficace per indagare l’anima profonda di un Paese, va riconosciuto al noir italiano, nei suoi esemplari più felici, di aver saputo cogliere, oltre alle trasformazioni sociali e culturali del Paese, la persistenza di un sostrato primordiale, di un atavismo pulsionale e violento (penso ai libri di Eraldo Baldini) che continua ad ardere come un anacronismo, evidenziando "lo stordimento della modernità, che sembra antica", proiettata su un Futuro perennemente remoto.
Già il titolo di questo romanzo contiene un anacronismo folgorante, l’aggettivo “favoloso” stridendo con il sostantivo “morte” che invade come un’eclissi la scena della vicenda, proiettandola nella profondità del buio, nell’ombra, nel torbido. Ma a ben riflettere la Basilicata è essa stessa un anacronismo permanente, il simbolo petroso ("la pietra che assorbe e non restituisce") di una cattiva coscienza che, rimossa da slogan e progetti avveniristici, riemerge a tradimento in superficie. E a corroborare questa riflessione è un dettaglio narrativo che il lettore non dovrà trascurare (se anche il Dio del noir si manifesta nei dettagli).
Alludiamo al quadro che campeggia nella hall dell’Ospedale di Pisticci, che riflette i profili dei due amanti assassinati vestiti con abiti d’epoca, e richiama alla mente le sequenze di volti immortalati dal più celebre cantore della terra lucana, Carlo Levi. Volti che colti nel loro insieme diventano voce silente di un intero popolo per secoli misconosciuto e sepolto dalla Storia ufficiale ed emblemi viventi di una terra segnata da una profonda frattura, sospesa (come la sua geologia) su un abisso, tra una modernità possibile e un passato remoto ineluttabile. Leggiamo nel prologo:
Perché i fatti di questa terra sono terribili o impossibili. L’argilla e i campi coltivati, la natura fertile e la roccia, l’inquinamento, il petrolio e l’isolamento.
Un genius loci alquanto singolare, che il personaggio della patologa Viola, protagonista principale della vicenda, al contempo colta e sostenitrice dei più moderni metodi scientifici d’indagine e un po’ "strega", erede e custode di una percezione magica e cultuale della morte (essenza della vita umana), incarna perfettamente la natura duplice , anfibologica, di una terra affascinante e sfuggente. Specchio di noi, del nostro Tempo, delle nostre contraddizioni?
Una favolosa estate di morte
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