Un’estate al mare di Giuseppe Culicchia

"Un’estate al mare" di Giuseppe Culicchia è un romanzo “estivo”, che vede il suo natale nel maggio del 2007 per la Casa editrice Garzanti, ristampato nell’aprile del 2009. Protagonista è Luca, un quarantenne con le classiche problematiche di chi raggiunge un’età in cui le responsabilità legate al futuro e alla famiglia incombono sulla spensieratezza della giovinezza. Un romanzo allegro ma riflessivo, in cui gli umori si alternano tra ferie soleggiate e ricordi nostalgici.

Luca è sposato da pochi giorni con Benedetta, ragazza allegra quanto frivola, lo scenario è quello della Sicilia nell’estate del 2006, la famosa estate in cui l’Italia vinse i mondiali di calcio, sport che peraltro Luca sembra non amare molto e del quale si disinteressa se non per criticare le vittorie che la squadra sta ottenendo. La storia con Benedetta si complica quasi subito perché il desiderio della donna di avere un figlio a tutti i costi è così forte da arrivare a tormentare l’uomo in continuazione. Luca, tornato nella sua terra natale in viaggio di nozze, rivive con la memoria episodi del proprio passato difficili, non riescendo così a vivere appieno la spensieratezza del momento. A peggiorare la situazione farà il suo ingresso nella storia Katja, ex fidanzata del protagonista che rincontra dopo più di vent’anni. L’incontro porterà Luca a fare considerazioni sul futuro e a provare nostalgia per un tempo passato, tuttavia la donna non sortirà alcun sentimento nel cuore dell’uomo che però sarà irretito dalla figlia minorenne della sua ex, Andrea. La ricerca del figlio sembra impegnare tutti i pensieri di Benedetta gelosa di un’amica che è rimasta incinta senza difficoltà e talmente ossessionata dalla voglia di maternità, incomincerà a comprare in farmacia test per controllare quotidianamente il suo stato. La ricerca ossessiva del figlio creerà stati d’ansia in Luca che cercherà una scappatoia nelle braccia della giovane Andrea.

Riuscirà Benedetta a diventare madre? E Luca riuscirà a sconfiggere i propri fantasmi e vivere in maniera più serena la sua età? Tra paste a base di riccio di mare e test di gravidanza si intrecceranno gli avvenimenti dell’Italia di quegli anni e di una Sicilia con le sue peculiarità, dove lo scrittore riesce con simpatia a catturare quei colori e quelle attitudini tipiche della terra meridionale.

Recensione di Arianna e Selena Mannella, scrittrici

Prendi l’estate 2006, quella dei mondiali di Germania, con i tifosi in fibrillazione in ogni angolo del paese ed i caroselli di auto in festa; prendi un quarantenne pacato e paziente, appena convolato a nozze senza grande entusiasmo, che si porta sotto l’ombrellone, ogni giorno, pile di giornali e li legge saltando a piè pari le notizie che riportano i successi della Nazionale, soffermandosi, invece, pedissequamente e quotidianamente sulle solite notizie di politica interna; prendi una mogliettina capricciosa e piuttosto isterica, poco più che trentenne, che si ostina a parlare con un linguaggio da liceale e che sembra vivere in modalità “completa le caselle mancanti” e che, quindi, secondo un perfetto stereotipo, desidera a tutti i costi concepire un figlio durante la luna di miele; prendi la Sicilia, con il suo caldo, i suoi colori, i suoi odori capaci di riportare in vita le sensazioni e i ricordi sopiti di chi ci è nato, ed ecco: “Un’estate al mare”, l’ultimo romanzo di Giuseppe Culicchia, ritratto impietoso della generazione di oggi a cavallo tra i trenta e i quaranta e dei relativi rapporti di coppia, spesso immaturi e superficiali, privi di vera comunicazione, privi di vera corrispondenza amorosa, di sensi e di cuore.

Il contesto è quello dell’Italia dei nostri giorni, un contesto in cui le certezze sono poche, e spesso confuse, e quelle poche, a volte, fanno paura; un contesto dal quale forse è meglio scappare, mentalmente, cercando di annegare nel passato, nei ricordi di una fanciullezza tranquillizzante e nitida anche se a tratti dolorosa, o dal quale si può evadere con il corpo, gettandosi a capofitto in una improbabile relazione estiva.

La lettura scorre veloce, divertente a tratti, con una “morale – non morale” nel finale appena tratteggiata, ma messa lì, chiaramente, davanti al lettore, affinché questi possa trarre le sue personalissime, e forse poco rassicuranti, conclusioni.

Recensione di Raffaella Santulli, scrittrice