

Tre diari della grande guerra. Ademollo, Nicolich, Vesnaver
- Autore: Laura Capuzzo ed Evelina Batagelj (a cura di)
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2021
Le testimonianze tratte dai taccuini di tre combattenti del 1915-18: un giovane ufficiale piemontese, un coetaneo triestino irredento e un trentatreenne istriano, arruolato nell’Esercito austriaco. Scoperte e valorizzate da un progetto scolastico, sono diventate un bel libro di una casa editrice tra le più attive nella storiografia militare e bellica. Per i tipi di Gaspari Editore, nella collana di memorie del primo conflitto mondiale e tra i contributi ispirati dal centenario, ecco il volume Tre diari della grande guerra. Ademollo Nicolich, Vesnaver (gennaio 2021, con foto e illustrazioni a colori nel testo, 174 pagine), a cura di Laura Capuzzo ed Evelina Batagelj, con le prefazioni del capo ufficio storico dell’Esercito colonnello Livio Ciancarella e di Stefano Pilotto, docente di storia delle relazioni internazionali della triestina MIB-School of Management.
Il merito iniziale si deve agli studenti di un liceo linguistico della città giulia, ragazze e ragazzi quasi coetanei dei due italiani allora nemmeno maggiorenni che rivivono nei propri diari di guerra inediti. Si è arrivati a riunire i tre contributi in fasi successive. Nel ricostruire la guerra a Trieste e sul fronte orientale, per un progetto dell’Associazione culturale “Radici&Futuro”, due classi del Francesco Petrarca, guidate dai professori Evelina Batagelj, Marco Favento e Davide Martini, hanno ripreso parte della testimonianza di un fante del 97° Reggimento austro-ungarico, Andrea Vesnaver, dal diario custodito dai nipoti Claudio Frontali e Nelli Kolmann. L’anno successivo, Nora Matievich ha messo a disposizione le note del nonno Giorgio Nicolich, combattente sull’Isonzo, conservate con la sorella Gabriella. Dal toscano Umberto Ademollo è arrivato lo scritto del nonno omonimo, con momenti della ritirata dopo Caporetto.
A cura della giornalista Laura Capuzzo e della prof.ssa Batagelj, i tre testi sono questo libro, nel quale raccontano da protagonisti l’esperienza diretta nel conflitto. Lo fanno in poche righe e da differenti punti di vista, però il colonnello Ciancarella ha colto un denominatore comune nei brevi documenti di persone diverse, scritti in maniera diversa. Ognuno di loro, inizialmente, si cala nel compito bellico con entusiasmo e senso del dovere patrio (Nicolich era fuggito dal territorio austriaco per servire l’Italia in cui credeva). Subentra poi la consapevolezza della prova dolorosa che stavano affrontando, insieme ad altri attorno a loro. Alla fine si ritrovano svuotati, segnati da quanto superato.
È la storia vissuta dal basso, rileva il professor Pilotto. I due giovani italiani esprimono i sentimenti di tanti connazionali, la guerra come completamento dell’unificazione risorgimentale, l’urto sanguinoso contro le difese nemiche, lo sconforto della rotta a fine ottobre 1917. Le frasi in dialetto di Andrea Vesnaver fanno
meditare sulla storia vissuta dagli altri, che si trovarono dall’altra parte delle trincee.
Se l’istriano evidenzia le difficoltà degli Imperi Centrali, accerchiati su quattro fronti e costretti a spostarsi rapidamente per correggere la debolezza di alcune lince, Nicolich mostra l’avanzata contrastata, sanguinosa, sulle montagne del Medio Isonzo e Ademollo si fa interprete della ritirata che seguì la sconfitta a Caporetto. “Ma quando tutto sembra perduto” e vano ogni sforzo “compiuto con eroismo e abnegazione”, una nuova determinazione si fa strada nei combattenti, capovolge le sorti e trasforma una disfatta in una rivincita. Ademollo e Nicolich hanno entrambi 18 anni all’entrata in guerra e sono volontari nell’Esercito italiano. Umberto è torinese, famiglia di militari, Giorgio triestino, suddito austriaco: vestendo l’uniforme grigioverde rischia la vita per diserzione. Il piemontese (1897-1932) si arruola volontario ciclista da fine maggio 1915, poi sarà ufficiale nel 49º reggimento della Brigata di Fanteria Pavia. Scrivendo a posteriori, il tenente racconta con grande precisione la prigionia nel campo tedesco di Cellelager, dopo le vicende vissute nei giorni della ritirata, fino alla drammatica cronaca degli scontri di Pielungo e Pradis, il 5 e 6 novembre 1917, nel corso dei quali viene ferito e fatto prigioniero. Anche Nicolich diventa ufficiale di complemento, in Cavalleria. Giorgio, 1896-1983, figlio di un medico affermato (sarà clinico a sua volta), è volontario irredento con il cognome cambiato in Tecchio. Se fosse caduto in mano al nemico e riconosciuto, sarebbe stato giustiziato. Descrive le giornate in prima linea nel luglio 1916, intorno a Monfalcone, sul fronte di ben dodici battaglie sanguinose. Le sue operazioni belliche seguono il primo attacco a gas austroungarico sul San Michele. Ai fatti, accompagna riflessioni sul dramma della guerra. Vesnaver, 1881-1947, combatte invece da soldato semplice dall’altra parte. Nato a Kuberton, nel distretto di Buja, prima contadino in Istria poi operaio a Trieste, viene richiamato nell’estate 1914. Fin dal primo giorno, registra su due quadernetti date e luoghi dei trasferimenti col Reggimento, poi le annotazioni si arricchiscono di pensieri ed emozioni. Interessanti gli spostamenti, a piedi e in treno: Slovenia, Montenegro, Bosnia, Slavonia, Ungheria, Carso, Serbia, Kosovo, fino al 1915; Trieste, Montenegro, Croazia nei primi del 1916; Trentino in primavera, Ucraina, Galizia, Bucovina d’estate, fin quando cade prigioniero ed è portato in Russia, poi ritorno a Leopoli nel settembre 1918. Grande caldo, gelo terribile, fame, fatiche, il pensiero fisso della fine della guerra e del ritorno a casa, tutto scritto in modo semplice, in dialetto, con grammatica e sintassi traballanti, ma grande efficacia.
I brani diaristici sono preceduti da brevi note biografiche e da sintesi degli eventi bellici nei luoghi in cui hanno operato, seguiti da brevi commenti di studentesse universitarie a Trieste e da lettere affettuose, intense, dei nipoti: “Caro nonno...”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tre diari della grande guerra. Ademollo, Nicolich, Vesnaver
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