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Recensioni di libri

Tra due vite di Laura Mazzeri

Giunti, 2015 - C’è un prima del trapianto e un dopo, che è anche misurarsi con quell’altra vita che non c’è più ma in parte continua a vivere e a far vivere.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 30-10-2015

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Tra due vite

Tra due vite

  • Autore: Laura Mazzeri
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Giunti
  • Anno di pubblicazione: 2015

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L’attesa, il trapianto, il ritorno. Una storia vera.

Prima e dopo. Ieri, un corpo da rifare. Oggi un’altra vita, senza saracinesche davanti. È come essere risaliti sul treno dove corrono tutti gli altri nel mondo e continuavano a farlo anche quando la diagnosi aveva comunicato la sentenza alla paziente: quell’organo vitale è da sostituire, non c’è altro da fare.
Un prima, un dopo e, in mezzo, il limbo dell’attesa di un trapianto di fegato, i dubbi, l’ansia che ti soffoca. Laura Mazzeri si sentiva “Tra due vite”, come racconta in un libro dal titolo efficacissimo pubblicato a settembre 2015 da Giunti editore (190 pagine, 14,90 euro).
Nel 2008 Laura ha creato un blog, dal quale nasce il volume. In rete, si presentava così:

ho cinquant’anni, sono un’insegnante e da dieci sono affetta da due patologie autoimmuni, una delle quali colpisce le vie biliari ed obbliga a un trapianto di fegato.

Altrimenti... niente più rete, considerazioni, commenti. Niente di niente.
Quando Laura si è risvegliata, quattordici tubicini collegavano il suo corpo a macchinari e involucri. Il medico la informava soddisfatto che qualcosa dentro di lei si stava rimettendo in moto. Finalmente, otto mesi di attesa erano dietro le spalle, anche quel letto 24 nella clinica San Paolo, tra anziane in fin di vita, odore di disinfettante e medicinali. Ma Laura si sentiva ancora giovane ed era lì per vivere. Quando pensava alla morte – e ci pensava – ricordava di avere nel beauty una costosa crema idratante per il viso, perché bisogna presentarsi al meglio davanti alla figura nera con la falce, chissà non cambi idea e decida di rimandare a un’altra volta.
L’attesa è stata lunga, mentre la scrutavano, la soppesavano, si impadronivano di lei. La medicina sa essere invasiva e fa sentire a nudo un essere umano anche psicologicamente, riducendolo a un corpo esplorato, penetrato. Un corpo vivente, ma chissà per quanto.
Il paradosso è che per essere messi in lista per un trapianto occorre stare davvero male, ma per affrontarlo bisogna trovarsi in buone condizioni, tutto deve funzionare per bene, altrimenti niente. Non si spreca l’organo preziosissimo di un donatore per un paziente sul punto di cedere a un problema diverso, una cardiopatia o peggio un cancro. È la dura legge del protocollo salvavita.
Ci sono poche donazioni e tanto egoismo ingiustificato. Avari di sé fino all’ultimo ed oltre, come se quei tessuti potessero conservarsi per sempre come sono.
Per chi aspetta è una pena infinita.

Febbraio 2009, Laura peggiora. È sospesa: né disperazione, né speranza. Poi arriva un giovane cavaliere. Il suo fegato è in ottime condizioni, ha detto il chirurgo, sicché il donatore non poteva essere avanti negli anni. Laura non sa come ringraziarlo. La preghiera non è il suo forte e nemmeno può pensare a lui come a un semplice organo sano. Lo considera una figura mitica, al di fuori del tempo e dello spazio, al di là della morte stessa, visto che nonostante tutto è stato capace di determinare il destino di una persona, con un dono incalcolabile. È la capacità di dare la vita. Gratifica chi lo riceve, i suoi, congiunti e consola i familiari di chi non c’è più, ma in piccola parte sopravvive in un altro.
Si legga e si impari ad essere generosi, dopotutto non costa. È donare qualcosa che da quel momento, si voglia o no, non appartiene più.
Laura è molto lucida nel suo diario di un trapianto: mette in risalto con trasporto le luci, ma non trascura le ombre. C’è la folle gioia di essere di nuovo al mondo, l’euforia della vita, uno stato di grazia, ma ci si rende conto anche che non ci sarà mai fine ai controlli, agli accertamenti, alle verifiche dello stato di salute.

La guarigione non esiste

scrive Laura. Tornare sembrava un sogno e lo è, ma è anche difficile. La vita riconquistata, va reinventata: è quello che rivela questa donna coraggiosa. Tutto va riscritto, le relazioni col marito e coi figli (ne ha due), quelle con gli amici, lo stesso nuovo rapporto col proprio corpo.
E poi c’è quel referto: inabile in modo assoluto e permanente allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa.
Inferno e paradiso, alti e bassi, ma la cosa bellissima è che dentro di sé qualcosa ha ripreso ad andare. Laura è tornata. È risalita sul treno della vita.

Tra due vite: L'attesa, il trapianto, il ritorno

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tra due vite

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Commenti: 1

  • laura
    30 ottobre 2015, 13:33

    Un grazie sincero per questa recensione attenta e approfondita

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