

Il grande poeta americano T.S. Eliot, autore del poema capolavoro La terra desolata, si spegneva a Londra il 4 gennaio 1965. Se citando Eliot a tutti viene subito in mente la stupenda Aprile è il mese più crudele, forse però a pochi verrebbe in mente di nominare il musical Cats che potrebbe essere riconosciuto come suo capolavoro al pari del suo poema più celebre.
Proprio in questi giorni il musical di Andrew Lloyd Webber, tratto dalle poesie di Thomas Stearns Eliot, sta spopolando al teatro Sistina di Roma con la straordinaria interpretazione di Malika Ayane nei panni della gatta Grizabelle. Le repliche, dato il successo della rappresentazione, sono state prolungate fino al 22 gennaio. Guardando bene la locandina del musical si può notare anche il nome del venerabile poeta T.S. Eliot che, all’epoca, a causa della sua irriverente Gatteide fu messo alla gogna dalla critica - ma non dal pubblico.
Dovete sapere che T.S. Eliot era un grande amante dei gatti e aveva trasformato la propria casa londinese in una vera e propria colonia felina. Il poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1948, svelò al mondo la propria versione gattofila attraverso una raccolta di poesie, pubblicata diciassette anni dopo la celebre The Waste Land, dal titolo Old Possum’s Book of Practical Cats, tradotta in italiano come Il libro dei gatti tuttofare (Bompiani, 2020, traduzione di Roberto Sanesi).
Scopriamo come la “Gatteide” creata dal geniale poeta T.S. Eliot si è trasformata in uno dei musical più famosi di tutti i tempi.
Il libro dei gatti tuttofare di T.S. Eliot


Il volume fu pubblicato nell’ottobre del 1939 dalla casa editrice britannica Faber and Faber.
Nell’arco di poche settimane la raccolta di Eliot vendette moltissimo, addirittura più della Terra desolata. Il pubblico impazziva per i gatti anticonformisti narrati da T.S. Eliot, ma la critica no, al contrario, ne era indignata e non esitò a stroncare l’opera sui principali quotidiani nazionali. Cosa c’era di sbagliato? Sicuramente il tempismo.
Eliot diede alle stampe il volumetto dedicato ai gatti mentre spiravano venti di guerra: nel settembre 1939 infatti Hitler aveva invaso la Polonia dando inizio alla catena di avvenimenti che oggi ben conosciamo.
In questo clima, dopo aver composto il poema della desolazione per eccellenza, T.S. Eliot proponeva al pubblico una silloge di componimenti spassosi che raccontavano le vicende di gatti misteriosi, enigmatici, ribelli. E forse era esattamente ciò di cui il pubblico aveva bisogno per fronteggiare l’angoscia crescente del Secolo breve.
Nel libro Eliot sosteneva che ogni gatto dovesse avere almeno tre nomi: un nome sensato per uso familiare; un altro dignitoso che gli permetta di “mettere in mostra i baffi” e infine “il Nome”, quello vero, che solo il gatto può conoscere. La prima poesia della raccolta Il nome dei gatti (The Naming of Cats, Ndr) ci parla proprio di questo inglobandoci così nella vastità dell’universo felino che sembra espandersi a dismisura.
Attraverso le sue parole il poeta americano dimostrava che i gatti, proprio come le persone, avevano identità distinte tutte racchiuse in un unico essere: c’è un’identità più superficiale e quotidiana, “c’è una maschera per il lavoro” come direbbe Pirandello, poi c’è un’identità unica e distintiva e, infine, quella più profondamente personale.
Ciò che T.S. Eliot voleva esprimere attraverso le sue poesie era un chiaro simbolismo. Nella lirica intitolata How to Ad-dress a Cat possiamo rintracciare l’intera morale del libro:
I gatti sono molto simili a voi e a me/ e ad altre persone che troviamo/ in possesso di vari tipi di mente.
I Gatti di T.S. Eliot - che nel libro sono riportati sempre con l’iniziale maiuscola di Cats - riassumo qualità umane e feline. Sono gatti umanizzati ed è forse questo che ce li fa sentire sempre così vicini, così amici, e ci spinge a commuoverci leggendo le loro avventure.
Cats: il musical ispirato da T.S. Eliot
L’opera di Eliot fu consacrata negli anni Ottanta da Andrew Lloyd Webber che l’11 maggio 1981 la trasformò in un musical sul palcoscenico del New London Theatre nel West End di Londra. Fu l’inizio di un successo che dura tuttora. Il musical di Webber vinse otto Tony Awards e il Laurence Olivier Award for The Best Musical. Si stima che sia stato visto da oltre 73 milioni di persone in tutto il mondo.
I Cats di T.S. Eliot continuano a ricevere applausi scroscianti, a riempire i teatri di tutto il mondo, a emozionare con i loro baffi vibranti e le loro code pelose.
Nel 2019 Il libro dei gatti tuttofare ha ispirato anche il film omonimo diretto da Tom Hooper uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo in occasione del Natale.
Uno dei brani più celebri del musical Cats è la famosissima canzone Memory.
Memory, all alone in the moonlight
I can dream of the old days
Life was beautiful then
I remember the time I knew what happiness was
Let the memory live again
Ve la proponiamo qui nell’inimitabile, intensa - e commovente - interpretazione di Elaine Page.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: T.S. Eliot e quegli strani legami con il musical “Cats”
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