
Sulla strada
- Autore: Jack Kerouac
- Genere: Letteratura di viaggio
Ambientato verso la fine degli anni quaranta, “Sulla strada” rappresenta un vero e proprio diario di viaggio.
Jack Kerouac tornò a casa e scrisse il libro in tre settimane.
In autostop, autobus e auto da New York a Chicago, passando per Denver, San Francisco, Pittsburg, Manhattan per tornare nuovamente nella capitale newyorkese.
Sebbene il romanzo sia autobiografico, lo scrittore ha utilizzato nomi diversi per indicare i personaggi; per se stesso ha scelto Sal Paradise mentre Dean Moriarty è lo pseudonimo di Neal Cassady, scrittore e amico d’avventura di Kerouac.
Sal, ancora studente, è già uno scrittore quando incontra Dean e si accorge quasi subito di quanto il ragazzo sia diverso dalle persone che frequenta abitualmente. Dean è un sognatore; il pensiero e la convinzione di poter ottenere ogni donna, ogni territorio, ogni esperienza, ogni droga possibile alimenta la sua vita.
Il libro è considerato il manifesto della Beat Generation, un testo di riferimento per la gioventù dell’epoca.
Il romanzo è stato inserito dal critico Richard Lacayo nei migliori 100 romanzi in lingua inglese pubblicati dal 1923 e ha venduto 3 milioni di copie.
Attendevo di leggere questo libro con particolare entusiasmo. Mi aspettavo di più e lo dico sottovoce, con un po’ di rammarico e una punta di imbarazzo.
Chi mi conosce lo sa, non è mia abitudine criticare un libro.
Non è un brutto romanzo, questo no, però non ho trovato quello che cercavo.
Lo stile di Kerouac è interessante e lineare, ma viene messo in ombra dall’elenco infinito di riferimenti geografici che arredano l’intero romanzo.
Carreggiate polverose e vecchi motel e birra e esplosioni di risate e donne a cielo aperto e notti appassionate.
Non è che non ci sia tutto questo ma mi aspettavo anche altro: mi aspettavo libertà e l’ho avvertita appena.
Non si può abbozzare parlando di libertà, avrei voluto che Kerouac si sporcasse di più le mani sui risvolti psicologici del viaggio. Percorrere l’America in autostop non è necessariamente segno di forte indipendenza o per lo meno non è bastato.
Certo, occorre contestualizzare il periodo di stesura del testo e, magari, a scriverlo oggi sarebbe stato diverso.
Attraversare l’America è un autentico sogno: purtroppo leggendo questo libro io non ho sognato, non quanto avrei voluto.

Sulla strada
Amazon.it: 13,77 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sulla strada
Lascia il tuo commento
Io credo che non si possa definire semplicemente "Sulla strada" un diario di viaggio.
Nel romanzo di Kerouac noi vediamo contemporaneamente una fuga e una ricerca, i protagonisti infatti contemporaneamente fuggono dalla vita sottomessa alle regole borghesi e cercano la vera libertà, cercano di diventare un tutt’uno con la Terra smettendo così di esserne solo abitanti. Cercano qualcosa che non trovano se non per brevi momenti, soprattutto nel viaggio finale in Messico quando diventano un tutt’uno con la natura, ma finiscono sempre per perdere il contatto con quest’essenza e tornare alle esistenze "normali". Dopo ogni ritorno però riesplode prepotentemente in loro il richiamo della ricerca, il senso di vuoto torna a possederli, e loro tornano in viaggio.
Io credo che Kerouac non mostri precisamente la libertà per il semplice fatto che i protagonisti (e così lui stesso) non sono riusciti a trovarla, l’hanno desiderata e l’hanno anche assaggiata, ma alla fine ritornano al punto di partenza.
"Sulla Strada" racconta a mio parere una vera e propria ricerca spirituale, un po’ come il "Siddharta" di Hesse, che però avviene in un modo molto diverso da quello tradizionale (rompe le regole) e non riesce a trovare una risposta definitiva.