Strade e mestieri palermitani
- Autore: Carlo Di Franco
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
La foto di copertina rappresenta l’insegna di un barbiere in materiale ligneo, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, appartenente alla collezione del Museo Etnografico “Giuseppe Pitrè” di Palermo e ben significa i contenuti di quest’ultimo libro di Carlo Di Franco.
Le insegne, da “signum” (segno, marchio) a cui è dedicato uno specifico capitolo nell’intrigante e accattivante volume di Carlo Di Franco, dal titolo Strade e mestieri palermitani (Lapademi, 2022), nascono su ispirazione di quelle pitture murarie che nella Roma antica, poste anch’esse nelle vicinanze dell’ingresso dei locali, servivano ad attirare l’attenzione degli avventori e dei potenziali acquirenti; rappresentavano in maniera originale, caratteristica e pittoresca i diversi mestieri, segni distintivi di un’attività artigianale o di un esercente rappresentanti quale attività o vendita si realizzasse in quel posto.
Queste raffiguravano artigiani, venditori, affiancati sempre dalle divinità tutelari delle arti. In Sicilia e a Palermo pittori popolari, secondo tradizione, realizzavano ancora nell’Ottocento queste insegne, dipinte su piccole tavole di legno con scene sia di attività artigianale che di mestiere.
Sovente accadeva pure che l’esposizione di semplici oggetti riferiti al commercio o all’attività era sufficiente come “insegna” e gli artigiani, esponevano, ed espongono tuttora, gli stessi manufatti prodotti, finiti o in lavorazione, come avviene per gli artigiani di via Calderai. Il Chiavettiere, davanti il suo ingresso, metteva una grossa chiave e il Calzolaio usava appendere una forma di scarpa allo stipite della sua porta.
Carlo Di Franco è un appassionato cultore della storia di Palermo, antropologo attento che si è occupato già nelle sue precedenti accurate pubblicazioni della realtà cittadina nel corso del tempo (tra le altre Itinerario gastronomico arabo-normanno, Lapademi Editore, 2018, e Palermo, Cultura e tradizioni, Lapademi, 2016).
Con Strade e mestieri palermitani l’autore pone in essere uno studio di qualità e di interesse offrendo al lettore un quadro completo dello sviluppo urbano nel suo impianto stradario e nei vari mestieri che si sono sviluppati ed estesi nelle varie zone della città di cui le varie strade hanno preso sovente il nome dai vari artigiani e lavoranti che ivi operavano. Si parte dalle piazze e dalle strette strade e vicoli nel “mandamento” del centro storico dove la bottega si estendeva in spazi e aree all’esterno che venivano utilizzati per la lavorazione del prodotto.
C’era il cortile del Giunco, nel Mandamento Monte di Pietà, qui tutti gli abitanti partecipavano alla lavorazione di questo prodotto che veniva trasformato in ceste o sporte per poi rivenderle nel vicino mercato del Capo in piazza Sant’Anna.
In quella strada o all’interno di un intero rione, accadeva spesso che ci si dedicava a un solo mestiere e quel luogo diveniva pertanto il punto di riferimento per l’acquisto di quel particolare prodotto ove lo si poteva facilmente ritrovare.
Il posizionamento sul territorio cittadino dei diversi mestieri e artigiani, era dettato da motivazioni diverse, prevalentemente di carattere economico come nel caso degli “artigiani argentieri” che si collocavano in vicinanza del Porto commerciale, nel Mandamento Castellammare, esattamente nel rione della “Loggia” dove il prezioso metallo in forma di moneta, veniva utilizzato per pagare le contrattazioni mercantili.
Riuniti in corporazione, successivamente chiamate “maestranze”, usufruivano di particolari privilegi concessi dalle autorità locali, in ragione dei benefici economici che arrecavano all’intera economia urbana. Carlo Di Franco riferisce della loro struttura organizzativa:
Riuniti sotto unica corporazione di arti e mestieri seguivano un loro regolamento chiamato Capitoli che conteneva una serie di norme e di benefici che comportavano: al pagamento di una quota associativa, il dono dell’assistenza nubiliare e il diritto alla sepoltura. Tali Capitoli, non solo venivano registrati nei libri del Notaio del Senato, ma dovevano essere approvati dal Senato, per cui divenivano norme imperative.
Strade e mestieri palermitani di Carlo Di Franco è un volume di particolare interesse e unicità che ha il pregio di racchiudere e coniugare insieme due diverse tematiche, quella appunto dei mestieri e delle strade e questo a partire dal primo nucleo urbano di origine fenicia il c.d. Piede fenicio così denominato per la sua caratteristica forma.
Ambedue i temi trattati che si intersecano e incrociano, vengono affrontati con la dovuta attenzione e precisione con dovizia di particolari e ricchezza di illustrazioni che impreziosiscono il testo scritto. Il lettore trova così piena soddisfazione nella lettura di un volume in cui l’autore bene esprime tutto il suo sapere e il suo amore per la città, di cui aveva già data piena testimonianza nelle sue precedenti opere e che qui si conferma ancora una volta.Un percorso conoscitivo che dal centro si estende poi a tutta la città nei vari “Mandamenti”: Monte di Pietà, Castellamare, Tribunali, Palazzo Reale.
Tra i diversi mestieri vengono citati: Aromatari, Marmorari, Bottegai, Pannieri e Tintori, Falegnami, Pastai, Forgiatori, Tavernari e Panettieri, Maestri d’Acqua, Musici, Corviseri: di quest’ultima maestranza, osserva l’autore, facevano parte i lavoranti dei maestri calzolai, gli Scarpari, i conciatori di pelle, i Solachianeddi. Vi era poi la maestranza dei Forgiatori che erano gli artigiani che operavano nel settore della trasformazione del ferro e di altri metalli in vari oggetti. Ne facevano parte gli Zingari, Ferrari, Lanittieri, Maniscalchi, Calderai, Stagnatari, Coltellieri e Spatari.
Una ricca bibliografia chiude il volume ed è un invito al lettore curioso a visionare i testi indicati, per comprendere e approfondire al meglio la materia trattata.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Strade e mestieri palermitani
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