Storia delle prime volte
- Autore: Stiliana Milkova
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2022
Storia delle prime volte (Voland, 2022) è un libro singolare, scritto in italiano da Stiliana Milkova, autrice nata e cresciuta in Bulgaria che ora vive negli Stati Uniti.
Studiosa di linguistica e insegnante universitaria di Letterature Comparate, Milkova nutre un forte interesse per la letteratura italiana, infatti una sua opera fondamentale è dedicata a Elena Ferrante e reca il titolo Elena Ferrante As World Literature (2021).
Storia delle prime volte è suddiviso in dieci racconti e ne ho apprezzato la struttura. L’apertura del libro è assai frammentata; vengono alternati episodi della vita dei vari personaggi. Inoltre ogni capitolo porta a una conclusione aperta: proprio nel momento in cui tutto inizia a essere più ovvio, l’autrice decide di rompere l’ordine e illustra il contesto del racconto successivo.
È un libro ricco di “spazi liminali”: l’aeroporto, la stazione, le strade e tanti altri. Questi simboleggiano il continuo movimento dei personaggi: una traduttrice proveniente dal Michigan e diretta a Torino per parlare con l’autore del libro che sta traducendo, un docente toscano incontra una donna americana sul treno diretto per Roma ecc.
Il tema principale è senza dubbio il viaggio, non solo dal punto di vista fisico ma soprattutto identitario, infatti l’autrice è riflessa nell’essenza dell’opera: una donna bulgara che vive negli Stati Uniti, visita l’Italia e ne studia con passione la lingua.
Di conseguenza si possono identificare altre tematiche tutte relazionate con il viaggio:
- il multilinguismo;
- l’appartenenza culturale;
- l’identità come riconoscimento;
- i confini culturali.
Di solito mi accontento di passare per una yankee ma ci sono periodi in cui provo disgusto per la politica statunitense, e allora mi vergogno del mio passaporto, mi celo dietro un accento straniero cercando di marcarlo, tiro fuori un passaporto rosso scuro, e nascondo ben bene quello blu. E adesso vedo il suo sguardo interrogativo che mette in discussione la mia identità.
Dalla citazione appena riportata è possibile percepire lo stato in cui si ritrovano tanti emigrati: a che cosa appartengo? Qual è la mia identità? Un’identità con più volti, ma allo stesso tempo poco definibile, in cui la donna si sente il confine di sé stessa. L’autrice disegna un’immagine nitida – riguardante il riconoscimento identitario – espressa nella seguente affermazione:
Tiro fuori un passaporto rosso scuro, e nascondo ben bene quello blu.
È significativa anche la scelta di dare voce a una traduttrice di libri, che in primis sente il bisogno di tradurre sé stessa.
L’opera presenta un’altra dimensione, che può definirsi metaletteraria: il libro dentro al libro. Infatti nelle ultime pagine l’autrice afferma:
il mio racconto sarebbe la storia della traduttrice intrappolata nella sua traduzione, racchiusa nel testo letterario che si è trasformato in realtà proprio perché lei lo ha tradotto
C’è un continuo legame tra la realtà del racconto principale e le realtà parallele racchiuse nei libri che i “viaggiatori’’ (della nostra storia) creano, leggono, traducono o comprano in una stazione.
Dunque, la letteratura viaggia e si muove insieme ai suoi lettori o forse è la letteratura a farli viaggiare?
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Un libro perfetto per...
Questo libro è sicuramente apprezzato da chi studia o si interessa ai processi culturali e linguistici. Lo regalerei anche ai non specialisti del settore, dato che è molto scorrevole.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Storia delle prime volte
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