Speranze. 130 pensieri d’Occidente
- Autore: Danielle e Olivier Föllmi
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: L’Ippocampo
- Anno di pubblicazione: 2016
Le raccolte di aforismi costituiscono sempre una pausa di riflessione, l’opportunità di mettere in moto pensiero e sentimento. Ciò può aumentare l’autocoscienza, a volte elimina qualche nube dalla mente, desta la speranza.
Speranze è appunto il titolo del volume di sentenze con sottotitolo 130 pensieri d’Occidente (L’ippocampo edizioni, 2016, pp. 284, trad. F. Ascari). Alle parole si abbinano le straordinarie immagini di Olivier Föllmi, fotografo di fama internazionale, che alterna visioni di natura, animali e fiori, volti, ingranaggi industriali, botteghe artigianali, attimi da incorniciare. Dà un’efficace rappresentazione del mondo Uno, in cui ciascuno trova un posto nella superiore armonia. È questa l’impressione che se ne trae, fa sentire meno soli. Il libro è curato dalla moglie Danielle, medico e benefattrice, che ha lavorato con "Medici senza Frontiere" in Cambogia e Laos.
La prefazione è di Enzo Bianchi, il monaco fondatore della comunità di Bose, da cui è stato allontanato — una vera e propria moderna "defenestrazione" — per divergenze con Bergoglio, che ne ha ordinato la sostituzione. Il monaco ha dichiarato di vivere in doloroso esilio. Torna in mente Dante, la sua necessaria e costrittiva fuga da Firenze... Eppure in queste pagine luminose si coltiva la speranza indefettibile, una delle tre virtù teologali. Teologali significa che vengono da Dio, sono un dono che non dobbiamo dimenticare.
Perché "pensieri d’Occidente?" Attraversano i millenni e tracciano un percorso mentale ed esistenziale. Perché l’Occidente è un simbolo, spiega Bianchi, "Occidente, terra dell’occasum, del calare del sole e perciò terra delle speranze" richiama immediatamente la nuova alba, la resurrezione.
Moltissimi sono i nomi che popolano le pagine, spalmati nel tempo, prima e dopo Cristo. Raccontano all’anima in ascolto da dove viene, dove, come e perché viaggia, dove approderà. Non si tratta di un pensiero unico ma variegato, convergente però in valori universali, l’amore, la responsabilità, la solidarietà.
Il volume si apre con il pensiero del caos primordiale, depositato nel nostro inconscio, infatti in alcuni momenti appare in noi la sensazione del nulla:
“Era all’origine del tempo, / quando regnava il nulla. / Non c’erano né sabbia né mare, / né flutti gelati. / Non esistevano né la terra, / né il cielo altissimo. / Immenso era l’abisso, / ma non cresceva alcuna pianta.” (Edda, IV)
Immediatamente dopo ecco il verbo, con le parole di Maestro Eckhart, accompagnate dalla fotografia di un albero fiorito:
"All’inizio, / al di là del senso, / è il verbo. / Tesoro ricchissimo, / in cui inizio fa nascere inizio.”
La meditazione è alta, gli spiriti accompagnatori pure; sono poeti, filosofi, scienziati. Uno di essi è Socrate con il celebre aforisma: “So di non sapere”.
E Hölderlin: “Ogni giorno vado cercando sempre un’altra strada”.
Troveremo sempre il nuovo, cercando cercando, o ritorneremo invariabilmente dove siamo già stati? In un modo direi molto orientale (perché il pensiero dell’Est indaga la natura doppia e contraddittoria della realtà), non aristotelico (per Aristotele infatti non è possibile che A sia pure B), misteriosamente ambivalente, cerchiamo il nuovo trovandolo, ma troveremo sempre un "eterno ritorno". Come sostiene Nietzsche:
"Tutto crolla, tutto viene di nuovo connesso, / continuamente l’essere si costruisce la medesima abitazione.”
Sebbene quest’ultimo sia stato un feroce critico del Cristianesimo, per il bigottismo imperante nel suo tempo, ecco che il filosofo si trova in risonanza con Teresa d’Avila. Egli medita:
“Ciò che è compiuto per amore / è sempre al di là del bene e del male.”
Teresa, tre secoli prima, è concorde nel porre l’amore al di sopra di tutto, dunque oltre le abituali categorie ragionevoli:
“Il progredire dell’anima non consiste nel pensare molto, / ma nel molto amare.”
Dove arriveremo? Dove conduce il libro? Qui:
“Amico, mi fermo qui. / Se vuoi leggere ancora, diventa tu stesso scrittura ed essenza.” (Angelo Silesio)
Come dire: conduce in noi stessi. Scrittura ed essenza vengono percepite come identiche. La vera cultura non è sovrastruttura, ma radice dell’essere.
Grazie padre Bianchi per aver raccolto il meglio e il sublime del nostro parlare. Grazie per Fernando Pessoa e le sue feconde, stimolanti, oscure e chiare contraddizioni: “Prima sii libero, / dopo chiedi la libertà.”
Chiudo con la citazione di Plotino, che Freud avrebbe sottoscritto:
"Il desiderio genera il pensiero."
Desiderio è Eros, lo psicopompo. Il dio conduce dove realmente siamo e ci apparteniamo. Speriamo di non scordarlo.
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