

Sherlock Holmes e l’enigma del cadavere scomparso
- Autore: Luca Martinelli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Come tutti i classici, Arthur Conan Doyle ha avuto e ha degli epigoni di tutti i Paesi del mondo. In Italia si trova nei gialli Mondadori un’interessante iniziativa per la quale autori più o meno conosciuti raccontano le gesta dell’investigatore inglese. Luca Martinelli è uno di questi coraggiosi che sfidano un modello irraggiungibile. Il libro che ha scritto e di cui vorrei parlare è Sherlock Holmes e l’enigma del cadavere scomparso (Delos Books, 2014), ambientato in un contesto inusuale.
Siamo nel 1910 in Inghilterra, un periodo in cui le lotte delle suffragette scuotono il Paese perchè apportatrici di cambiamenti troppo forti da essere digeriti dalla società ancora molto bigotta, oltre che la presenza della cometa di Halley, foriera di novità.
In un tranquillo pomeriggio bussa alla porta dello studio di Holmes e Watson una bella ragazza, Betty Winton, suffragetta, per chiedere aiuto a Holmes riguardo l’accusa di omicidio verso due compagne che si trovavano in un quartiere periferico durante una manifestazione. In una libreria è stato ritrovato il cadavere di un libraio nemico dell’emancipazione femminile, Anderson; uomo misterioso, esercita la professione di libraio in un quartiere di analfabeti e questo suscita la curiosità di Holmes, che accetta il caso anche perché affascinato dalla signorina. Il crimine si dimostra intricato, tanto che l’investigatore coinvolge in modo forte anche la sua spalla, Watson, il cui aiuto sarà indispensabile. I due giungono nel luogo del delitto, ma il cadavere non si trova più e la polizia ostacola le indagini degli investigatori con vari pretesti. Si capisce che dietro il presunto omicidio ci sono interessi politici non da poco, e il passato della vittima è molto avventuroso per essere quello di un libraio. E intanto viene ritrovato un altro cadavere, mentre gli amici del primo presunto cadavere non si trovano a Londra, ma in luoghi di campagna.
Tralascio di aggiungere particolari per non rovinare l’effetto sorpresa (anche se già a metà si può intuire l’assassino e il movente), ma, se mi posso permettere, la trama è alquanto pesante e le spiegazioni logiche di Holmes, che Watson racconta con animo ammirato, sono troppo arzigogolate, annoiando così il lettore che si trova a dover gestire troppi dati e confusi. L’atmosfera del romanzo è quella brumosa di tutti i libri di Sherlock Holmes, e i due amici viaggiano dalla città alla campagna in parte rifiutando il mondo moderno. Holmes è "frastornato dagli omnibus e dalle automobili" e preferisce le carrozze, che rappresentano l’antica età vittoriana. Ma il tempo non si ferma. Tra le proteste delle donne (che Holmes in parte condivide) e le automobili, sembra che non ci sia posto per un personaggio come lui, intelligente ma legato a valori passati.
Quello di cui sto parlando è un romanzo malinconico in cui si vede un Sherlock Holmes triste, che sembra inseguire una gioventù che ormai non gli appartiene. Detto questo, il tema della rivolta delle suffragette poteva essere meglio spiegato e le elucubrazioni di Watson meno elaborate. In sostanza un buon prodotto commerciale, da leggere in un pomeriggio autunnale o in viaggio.

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