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Recensioni di libri

Rime Rosse e Rime Nere. Storia d’Italia in rima 1800-1922 di Stefano Salvatori

Giraldi Editore, 2023 - Un lavoro accurato del nostro autore attento ai dettagli e con una grande passione e cura nello svolgere la sua ricerca sui temi del lavoro, della dignità operaia, della povertà, dell’orgoglio nazionale, fondamentali nelle canzoni e negli scritti popolari, nei quali l’aspetto sociale incontra quello politico.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 10-09-2023
Rime Rosse e Rime Nere. Storia d'Italia in rima 1800-1922

Rime Rosse e Rime Nere. Storia d’Italia in rima 1800-1922

  • Autore: Stefano Salvatori
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Giraldi Editore
  • Anno di pubblicazione: 2023

Dopo la pubblicazione dell’interessantissimo saggio Socialismo 1623 - Fascismo 1922 con uno sguardo attento alla nostra storia del Novecento e alle origini del Fascismo lungo la via Emilia, Stefano Salvatori, bolognese, ex funzionario di una multinazionale farmaceutica con la passione per la scrittura, con Rime Rosse e Rime Nere (Giraldi editore, 2023) ci porta nella storia d’Italia in rime, dalle prime rime rosse dell’800 a quelle nere del Ventennio.
Uno studio laborioso tra autori celebri e quelli meno noti.
Non sarà stato facile trovare, ricomporre, strofe, sonetti, allegorie, che tanta storia hanno raccontato. Le rime, diffuse già nella metà del Trecento, hanno rappresentato i sentimenti popolari in toni scanzonati, satirici e il più delle volte poetici, e sono state testimonianza di una profonda passione politica.

I cosiddetti “cantari” (poemetti in ottava) venivano recitati nelle piazze durante le feste e nei mercati. Le rime popolari, scrive l’autore, coniugate all’ambiente storico -sociologico-politico, offrono ed esprimono contemporaneamente la denuncia della realtà nel modo più convincente e genuino. La loro diffusione ad un pubblico vasto, sarà strumento di propaganda come la storia ha insegnato.
Nell’Ottocento erano soprattutto un grido di dolore e di protesta, come le rime rosse di denuncia dei braccianti e degli operai per arrivare poi successivamente alle prime rime nere del 1919 tra le piane di Prato e di Perugia.
Il canto Vecchia Guardia, nell’aprile del ’19, accompagnò l’assalto squadrista e la distruzione delle sede dell’Avanti a Milano.

La bellezza e il fascino, pur negativo della lotta fisica e della battaglia, era teso a dimostrare la propria capacità di soffrire e rischiare anche la propria vita per un ideale, sia esso anarchico, socialista e fascista.

A metà Ottocento i giacobini, le persone più colte e più agiate, con le loro operazioni clandestine, massoneria e carboneria, erano convinti che lo spirito rivoluzionario fosse da ricercare nelle università, nei licei e nelle scuole pubbliche. Non sempre amati anche contro di loro si udivano canzoni che esaltavano il popolo più umile e il Papa. Nel mentre Giuseppe Mazzini scriveva della questione sociale a Carlo Alberto, Gioacchino Belli inneggiava con i suoi sonetti, il più famoso La crisi di coscienza, proprio contro i giacobini.
Sul giornale livornese Il Romito nell’ottobre del 1859 saranno pubblicate rime che avranno un larghissimo sviluppo, scrive Stefano Salvatori, negli anni a venire:

Una per tutti i popoli
chiamati alla riscossa
risplendi tra i patiboli
santa bandiera rossa.

L’Internazionale di Eugenio Pottier sarà degli anni successivi e di Ada Negri, la sua poesia socialista, Il divino proletario.
E cosa dire poi dei versi irriverenti di Trilussa, La politica italiana e Er compagno scompagno:

Un Gatto che faceva er socialista
solo alla scopo d’arrivà in un posto
se ne stava lavoranno un pollo arosto
ne la cucina d’un capitalista.

Nella seconda parte del saggio l’autore ha raccolto le numerosissime rime nere, partendo dal 1919. Apre con Serenata a Benito Mussolini e con la variante fascista di Bandiera rossa :

Avanti popolo alla riscossa
ai comunisti si rompe l’ossa.

È del 1921 scritta da Ferretti All’armi sian fascisti, mentre Vincenzo Cardarelli dedicherà una poesia alla Camicia nera. Non solo, nell’Inno a Mussolini è riposta la storia di quegli anni tragici, tra spedizioni punitive, propaganda e il fascino seduttivo esercitato sulle masse:

Mussolini salvatore
della nostra libertà.
Noi fascisti ti giuriamo
la più calda fedeltà.

In chiusura sull’aria di Giovinezza, Giuseppina Zei celebrerà Il canto delle donne fasciste:

Giovinezza, giovinezza,
primavera di bellezza
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà.
Cosa importa a noi fasciste
della critica severe
delle femmine pipiste
che ci stiman da galera!

Un lavoro accurato del nostro autore attento ai dettagli e con una grande passione e cura nello svolgere la sua ricerca sui temi del lavoro, della dignità operaia, della povertà, dell’orgoglio nazionale, fondamentali nelle canzoni e negli scritti popolari, nei quali l’aspetto sociale incontra quello politico.
Ideali di libertà e di uguaglianza che hanno percorso le lotte sociali di fine Ottocento, e poi la Grande Guerra e la povertà sua figlia, in un ambiente ancora del tutto analfabeta, con la speranza di una vita migliore.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rime Rosse e Rime Nere. Storia d’Italia in rima 1800-1922

  • Altri libri di Stefano Salvatori
Socialismo 1623 - Fascismo 1922. La via Emilia: il loro asse portante?

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