

Repertorio minimo delle famiglie feudali italiane
- Autore: Marco Perletta
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2025
Repertorio minimo delle famiglie feudali italiane (Solfanelli, 2025, pagg. 207) è l’ultimo saggio con cui il professor Marco Perletta, storiografo e medievalista, ci accompagna in un attento e accurato viaggio tra le numerose famiglie nobili italiane che hanno caratterizzato la Storia d’Italia dal feudalesimo in poi.
Il termine “feudalesimo” evoca fosche immagini di un fantomatico “ius primae noctis”, di sottomissioni, di ingiustizie e gabelle ed è legato a un’immagine altrettanto fosca del Medio Evo
scrive l’autore nell’introduzione, ma poi ci dimostra i tanti lati positivi di questo periodo storico che si articola, per tradizione, dalla Caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e si conclude con il primo viaggio di Cristoforo Colombo. È un arco di circa mille anni, e precisamente dal Secolo V a tardo Secolo XV, il quale fu preceduto dall’Età Antica e seguito dall’Età Moderna; e nel suo contesto ha anche il fatidico “Anno 1000”.
Il Feudalesimo sorge dalla parola “feudo” (in lingua latina “feudum”, “tassa”), che deriva, a sua volta, dall’antico tedesco “fehu” nell’etimo di beni mobili, associandolo al latino “pecus”. Ma altri storici affermano che nasca dalla parola “foedus”, cioè “patto”, in quanto il tutto era un diritto concesso dai sovrani o da un’autorità sovrana a un fiduciario sulla base di un accordo amministrativo.
Tutto il saggio, come scrivevo poc’anzi, è quindi un particolare repertorio appunto di una serie di famiglie che praticamente hanno rappresentato la storia del nostro Paese dal X al XVIII secolo. La scelta è sicuramente incentrata su quelle famiglie più importanti da un punto di vista del potere politico e anche quelle con diversi possedimenti, ma anche altre famiglie che si distinsero per la durata e il prestigio del loro nome all’interno di stati più grandi con i quali stipularono i cosiddetti accordi di “accomandigia”, cioè di protezione.
Il saggio si articola quindi nella storia di oltre cento famiglie, dal Nord al Sud Italia, come i Savoia, i Pallavicino, i Gonzaga, i Malatesta, i Farnese, i Boncompagni-Ludovisi, i Ruspoli, i Rospigliosi, gli Altemps, i Massimo e via discorrendo.
In uno stile molto fluido, con una ricca bibliografia, Marco Perletta ci accosta a una lettura semplice e veloce, la quale comodamente ci rimanda ad approfondimenti, e ciò per ricostruire e rivivere, non senza qualche brivido, avvenimenti di qualsivoglia natura e non sempre felici e pacifici; quindi congiure, assassinii, lotte, ma anche generosità e riconciliazioni.
Certamente in questo saggio non troviamo il motivo de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa della cosiddetta “nobiltà in sfacelo” e anche del patetico rimpianto per un mondo che scompare, che viene meno, che si sfalda, così ben svolto in lirica contemplazione dell’inarrestabile fluire, perire e mutare delle cose: quel vedere andar tutto “alla deriva nei meandri” come scrive il Lampedusa, “del lento fiume pragmatistico siciliano”.
Concludo con le parole tratte dall’Introduzione de Il Medio Evo (Sansoni, 1978) del grande storico Gioacchino Volpe:
Ma la materia stessa (il Medio Evo n. d. r.) si è fatta, cammin facendo, più complessa. Tutta la storia è, in verità, complessa; e non esiste epoca primitiva o barbarica che non abbia i suoi misteri e il suo mistero. Ma siamo noi che, più la storia si avvicina a noi e più le chiediamo molte cose, perché molte più cose essa può offrirci intellegibili a noi, utili a noi, non curiosità ma cose vive, non avanzo inammissibile ma buon nutrimento.
E Marco Perletta, da fine storico, nel suo saggio ci è riuscito perfettamente.
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