Rafa: la mia storia
- Autore: Rafael Nadal e John Carlin
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2011
Il lato umano del supertennista
E’ difficile recensire una biografia. Quando lo si fa con un romanzo, si entra dentro la storia, si analizza il modo in cui l’autore la racconta, si cercano eventuali messaggi contenuti in esso.
Però in questo libro sembra a tratti di essere in un vero e proprio romanzo, che, oltretutto, non è ancora stato finito, perché il protagonista è ancora vivente, addirittura giovane e all’apice della sua carriera.
Con l’aiuto del giornalista e scrittore statunitense John Carlin, il tennista Rafael Nadal apre la sua storia narrando con minuzia di particolari di una partita di tennis, o meglio, quella che per lui è stata “la” partita di tennis e cioè la finale del 2008 del torneo di Wimbledon. “Il silenzio dl campo centrale” è infatti il titolo del primo capitolo, dove Rafa racconta le emozioni, le paure, le sofferenze e le gioie della partita da lui vinta contro l’allora numero uno del mondo Roger Federer, davanti al pubblico del torneo di tennis più prestigioso del pianeta.
E’ lo spunto per cominciare a parlare di sé, a raccontarsi, a narrare la sua vita di splendido giovane campione di tennis, con un’umiltà e una serietà che non si immaginano facilmente.
Da questo libro esce fuori, oltre all’aspetto che tutti gli appassionati conoscono, cioè la potenza e la tecnica, la forza mentale e la disposizione al sacrificio del campione spagnolo, una descrizione del Nadal uomo, ragazzo, bambino, che non ci si aspetterebbe.
L’infanzia, l’amore per lo sport e le cose semplici, l‘importanza determinante dell’entourage, degli amici e della famiglia super-unita del super-uomo del tennis mondiale. La madre che non lo ha mai esaltato, ma ha sempre cercato di far sì che diventasse e rimanesse un bravo ragazzo, il padre dal quale ha ereditato la determinazione ed una volontà ferrea, lo zio ex campione di calcio Miguel Angel che gli ha spiegato come rimanere con i piedi per terra quando si è famosi, lo zio allenatore severo al limite della sopportazione Toni, la sorella più piccola con la quale ha sempre avuto un bellissimo rapporto, la fidanzata storica che non ama la notorietà ed i flash dei fotografi. E poi gli altri componenti del gruppo: il medico, il fisioterapista, il cugino, l’amico del cuore, ecc., tutti uniti con Rafa per un obiettivo comune e legati da un rapporto professionale/affettuoso probabilmente senza eguali. E’ questa una delle caratteristiche più evidenti che emergono da questa biografia: l’importanza del clan, del gruppo, che vince e perde insieme. Senza il perfetto funzionamento di questo meccanismo ben collaudato, Rafael Nadal non sarebbe il campione che è.
E tutte le notizie, i ricordi, gli aneddoti e le descrizioni di ognuna delle persone importanti per Rafa, compresi gli avversari più forti e sa lui riconosciuti come più talentuosi come Federer e Diokovic, vengono narrate intersecandosi con il racconto minuzioso ed appassionato della finale di Wimbledon 2008, alla quale seguirà la narrazione della mitica vittoria nel “Grande Slam”.
Ne emerge una figura di professionista serissimo, capace di superare ostacoli ed infortuni che avrebbero fermato qualsiasi altro giocatore, ma soprattutto di un ragazzo semplice, con i piedi per terra, con una grandissima forza di volontà, ma paradossalmente pieno di paure e bisognoso di avere sempre con sè i suoi affetti più cari e legato con filo indissolubile all’equilibrio familiare. Un ragazzo di “Manacor” (Maiorca), unico luogo dove è considerato una persona “normale”, dove si può rilassare, uscire con gli amici senza essere addidato da tutti o bloccato con richieste di autografi o foto. Manacor, il posto senza il quale neanche il più forte tennista del mondo sarebbe felice.
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