Raccogliamo le vele
- Autore: Gaia Servadio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Quasi 450 pagine scritte con allegria e leggerezza, anche quando i temi affrontati sono tragici o drammatici, quelle che la scrittrice-pittrice-giornalista-organizzatrice di eventi culturali-melomane- curiosa- mondana Gaia Servadio ci racconta in questo libro, un po’ autobiografia, spesso ironica, un po’ saggio storico e antropologico, un po’ raccolta di pettegolezzi sui personaggi più noti ed influenti dello scorso secolo, con i quali, più o meno casualmente, l’autrice è entrata in contatto anzi, molto spesso, ne è diventata intima per qualche fase della sua vita interessante, avventurosa e originalissima.
Il grande pregio del libro è la qualità della scrittura, sempre equilibrata e mai debordante, malgrado gli infiniti rivoli e i continui cambi di tempo narrativo in cui la narrazione si incammina. Viene raccontata l’infanzia di due bambine figlie di ebrei, il padre Luxardo, la madre Bianca, negli anni della guerra e delle persecuzioni razziali. La famiglia, originaria del Piemonte, si rifugia prima a Roma, poi a Padova.
“Ero figlia della guerra, non potevo dimenticarlo anche se avrei preferito non saperlo. Gli eventi di allora avevano sconvolto e in un certo senso plasmato la mia vita….Credo che sia stato a causa di queste ingiustizie che ho sempre covato ceri odi sordi, bisogna essere santi per perdonare. Oppure bisogna essere Primo Levi”.
Ecco il primo nome famoso che compare nella lunga narrazione di Gaia, cresciuta in Italia, andata in Inghilterra a studiare arte e poi fidanzata e sposata due volte con inglesi altolocati, madre di tre figli, viaggiatrice in tutto il mondo come inviata di giornali italiani e britannici e come corrispondente di guerra, esperta di politica, di mafia, di musica, di arte, impiegata dalla BBC, incaricata di inchieste pericolose sulla mafia siciliana. Una donna intraprendente e coraggiosa, vicina al Partito Comunista e ai suoi dirigenti (lunga ed intensa l’amicizia con Giorgio Napolitano), ma anche intima di Giangiacomo e Inge Feltrinelli, Gianni Agnelli, Maria Callas, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Attilio e Bernardo Bertolucci, Claudio Abbado, Antonio Pappano, Alberto Arbasino, Miriam Mafai, Federico Zeri. Ma non solo gli italiani, uomini politici e di cultura, ha potuto annoverare Gaia Servadio fra i suoi incontri più interessanti e coinvolgenti: ecco il rapporto con Philip Roth, di cui è ospite in America, ecco la scrittrice Mary McCarthy, con cui divide un lungo pezzo di strada, lo storico Denis McSmith, che detestava Benedetto Croce, Harold Acton, autore della storia dei Borboni di Napoli, Eric Hobsbawm, autore della definizione di “Secolo breve” attribuita al Novecento; e poi gli incontri più o meno rapidi con attori celebri, Catherine Deneuve, Jeanne Moreau, Anthony Quinn.
Nei suoi lunghi soggiorni in Italia, dove porta avanti le sue inchieste giornalistiche più impegnative, l’autrice non esita a mettersi in giochi pericolosi: eccola in un insolito blitz nell’isola di Linosa, soggiorno obbligato dei più pericolosi uomini d’onore, tra cui Angelo La Barbera che stranamente è disposto a parlare con la bella e fascinosa Gaia; o alla corte di Damasco, nel 2005, invitata ad organizzare un importante festival musicale nella capitale siriana da Asma al Assad, prima che quel paese finisse in questa interminabile guerra.
Insomma Gaia Servadio passa indenne attraverso il secolo scorso, dalla miseria e dalle persecuzioni degli anni Quaranta, lungo la storia d’Europa che giunge ai nostri giorni. Passano con lo sguardo leggero della scrittrice il Maggio Francese, il terrorismo italiano, i rivolgimenti sociali e razziali americani, la rivoluzione antifrancese in Algeria, il viaggio in Russia, alla ricerca di ciò che resta di Stalingrado...
L’aspetto più piacevole che permea l’intera narrazione è la presenza della musica: Gaia Servadio è un’appassionata dell’opera italiana, di Mozart, dei musicisti, dei cantanti. Sono continue nel libro le citazioni di brani famosi, “Se quel guerrier io fossi”, “Così fan tutte”, “Non siate ritrosi, occhietti vezzosi”, titoli di opere viste o da mettere in scena, il viaggio a Salisburgo, la collaborazione con la London Symphony Orchestra, la conoscenza di Stravinskij, l’autore dell’amata “Sagra della primavera”. Non mancano nomi di personalità della cultura incrociate rapidamente nei suoi percorsi, da Norman Mailer ad Evelyn Waugh, da Camilla Cederna a Mario Soldati e troppi altri famosi per ricordarli tutti.
Un’antologia di persone che hanno fatto la storia di un secolo, un groviglio di fatti, tragedie, affetti, mancanze, ripensamenti con cui Gaia Servadio ci aiuta a ripercorrere tutta la seconda metà del Novecento nel bene e nel male, con l’ironia di chi ha molto vissuto e molto sofferto, ma amato molto la vita.
Raccogliamo le vele
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