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Recensioni di libri

Questa notte morirai di Viveca Sten

Marsilio, 2017 - Un romanzo che lievita sotto gli occhi dei lettori; lettura agevole, trama che cresce in modo brillante; causa vinta, sentenza favorevole per Viveca Sten (è pur sempre un avvocato).

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 22-11-2017

50

Questa notte morirai

Questa notte morirai

  • Autore: Viveca Sten
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Marsilio
  • Anno di pubblicazione: 2017

Marcus non respira, è appeso: la ragazza che ha chiamato la centrale emergenze sembra sotto shock. Marcus Nielsen, ventidue anni, universitario, Psicologia, è impiccato al lampadario della sua camera nella casa dello studente di Nacka. La testa ciondolante, il collo piegato in modo innaturale. Ha lasciato una frase di scuse, non firmata, stampata da un PC. Suicidio? Troppo facile, non saremmo nella nuova crime novel di Viveca Sten, “Questa notte morirai” edizioni Marsilio (giugno 2017, pp. 430, euro 18,50). GialloSvezia, naturalmente.
Dopo una brillante carriera legale, Viveca Sten (classe 1959) si limita a consulenze, da quando è una delle scrittrici scandinave di maggiore notorietà internazionale. Vive a Stoccolma col marito e tre figli e continua a trascorrere i periodi estivi sull’isola di Sandon, nella cittadina turistica di Sandhamn, dove la famiglia possiede una casa dal secondo decennio del 1900.
Sandon è una delle 30.000 isole e isolette a perdita d’occhio nel Mar baltico, al largo della capitale svedese. Sandhamn è uno dei centri principali dell’arcipelago, meta in passato di artisti e poeti, sede di sport acquatici e meta di un’autentica invasione di villeggianti nella bella stagione. È anche il luogo in cui Viveca Sten ambienta i suoi polizieschi, che hanno ispirato una serie gialla di successo della televisione svedese, I misteri di Sandhamn, diffusa in tutto il mondo (può vantare 30.000 di spettatori).
Una vera isola dei delitti, tanto piccola quanto soggetta a morti violente e violentemente provocate, come si è letto nel primo romanzo pubblicato in Italia, “Nel nome di mio padre” (Marsilio, 2016), protagonisti l’ispettore dell’anticrimine di Nacka Thomas Andreasson e l’amica d’infanzia Nora Linde, avvocato.

Venendo alla nuova trama poliziesca, vediamo la madre di Marcus presentarsi alla polizia e cercare di fare breccia nella sensibilità umana e professionale di Thomas.
Andreasson è sulla quarantina, molto alto, ancora tanto scosso dalla perdita dell’unica figlioletta. Emily è morta nella culla, ad appena tre mesi, una tragedia che ha sgretolato ogni certezza nella sua vita e nel matrimonio con Pernilla. La moglie gli è stata tuttavia accanto nella delicata riabilitazione dopo la caduta nell’acqua ghiacciata che ha causato al poliziotto una leggera zoppia, per l’amputazione di due dita del piede sinistro, necrotizzate dal congelamento. Ha salvato miracolosamente una mano, anch’essa aggredita dal principio di assideramento. La funzionalità è tornata naturale, per fortuna.
Si diceva di mamma Nielsen. Per lei il figlio non può essersi suicidato. Non era depresso, non aveva problemi, stava conducendo una ricerca sulle dinamiche psicologiche di gruppo in situazioni di particolare stress, tematica che lo attraeva molto e che non sembrava rendergli il lavoro troppo pesante. E poi aveva accuratamente programmato una vacanza imminente col fratello minore.
Non ci vuole molto a spingere Thomas a cercare la verità, lui stesso è uno che non accetta a scatola chiusa. Dopotutto, vale la pena di fare qualche domanda alle persone che il giovane aveva da poco contattato. Sono tre ed uno, un ultrasettantenne affetto da sclerosi multipla, viene trovato annegato nella vasca da bagno, vestito, pur avendo serie difficoltà a muoversi senza l’aiuto della moglie, assente per un’ora.

Andreasson riflette sullo stato in cui la malattia aveva ridotto il fisico di quell’uomo, che aveva servito in un Corpo d’elite della Marina svedese, i Cacciatori Costieri, truppe scelte, rigorosamente selezionate e severamente addestrate a Korso, un’isoletta dell’arcipelago, proprio di fronte a Sandon.
I nomi trovati tra le ultime telefonate di Marcus (il cellulare era caduto dietro il letto, mentre non è stato ritrovato il computer portatile dal quale non si separava mai) sono degli altri intervistati, tutti ex appartenenti a quel corpo scelto, basco e divisa verdi.
Per saperne di più, l’ispettore contatta l’amica. Nel corso dell’infanzia Nora Linde ha trascorso ogni estate sull’isola, crescendo di fatto insieme a lui. Avvocatessa, ha un matrimonio alle spalle (il marito, medico, vive ora con l’ex amante) e due figli di dodici e sette anni da tirare su, affrontando un costante contrasto col maggiore, Henrick:

“papà è più buono”, “papà ce lo permette”, “papà fa così”.

È in vacanza coi ragazzi e sta vivendo un piacevole corteggiamento da parte dell’inquilino, un aitante pilota di linea, di almeno dieci anni più giovane di lei,

“la padrona di casa più carina che abbia mai avuto”

le ha detto, salutandola dopo cena.

Cosa sa Nora di Korso? Qualcosa in più di Thomas e glielo rivela.
A Vasteras, intanto, un’altra vasca da bagno, un altro annegamento sospetto, un altro ex Cacciatore negli anni Settanta.
Su questo Corpo sappiamo sempre di più attraverso il racconto di un volontario nel 1976. Le pagine intervallano l’azione di Thomas e Nora. Un addestramento durissimo, condotto in modo maniacale da un tenente implacabile con le reclute, ben oltre il sadismo.

Viveca Sten è brava nel far crescere il romanzo. Lettura agevole “Questa notte morirai”, la trama monta in modo brillante, con un potere magnetico sui lettori. Complimenti: causa vinta, sentenza favorevole avvocato Sten.

Questa notte morirai (I misteri di Sandhamn Vol. 2)

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Questa notte morirai

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