

Quando la mia anima uscì dal corpo
- Autore: Patrick Theillier
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: San Paolo
- Anno di pubblicazione: 2017
Stando a quanto raccontano gli experenciers: si muore, si esce dal corpo, si passa in un tunnel, si vede la luce, ci si sente in pace e poi… poi a malincuore si torna di nuovo in questo mondo. Fine dell’avventura. La più stra-ordinaria delle avventure. La più intensa, quella con la A maiuscola, in quanto ha a che fare con le esperienze di pre-morte. Tutte simili, in tutto il mondo: migliaia di casi, coinvolti persino bambini molto piccoli. Numerosi. E questo se non altro fa pensare, in quanto i piccoli in età prescolare risultano meno esposti ai condizionamenti culturali. Ricapitolando, per alcuni le cose vanno così: si sfiora la morte, si fa un viaggetto astrale in zona aldilà, quindi ci si risveglia. Cambiati (segnati). In qualche modo pacificati.
Morgane lisergiche indotte da stress cerebrale? Anossia? Oppure prove? Prove di vita dopo la morte. Prove che l’anima è anima e nulla ha a che vedere con le riduzioni cerebrali neuroscientifiche. La casistica NDE (Near Death Experience) è innegabilmente corposa, non dico fidarsi alla cieca ma nemmeno ridimensionare il fenomeno per partito preso. A riguardo “Quando la mia anima uscì dal corpo” è un saggio di recente pubblicazione (Edizioni San Paolo, 2017) che affronta il tema delle NDE e le loro traduzioni cliniche e/o religiose. Lo ha scritto Patrick Theillier, francese, di Lourdes, medico, credente e forse per questo equanime nel suo tener conto delle ragioni della scienza e quelle della fede. Fatti salvi alcuni scivolamenti segnatamente confessionali, il libro è apprezzabile, misurato, gravido di fonti e testimonianze, e riesce soprattutto nell’intento di far pensare. Come dichiara lo stesso Theillier a p. 21:
“Quest’opera non ha altro fine che cercare di comprendere, nel modo più oggettivo possibile, le NDE nel loro rapporto con la scienza e con la fede (…) Vorrei portare conforto a coloro che credono e a coloro che non credono – tutti ne abbiamo bisogno – nella speranza che la morte non abbia l’ultima parola”.
Ci riesce? Io appartengo al secondo novero dei confortabili e con me c’è riuscito. Ho letto il libro in una manciata di ore e i dubbi che mi restano sulla sopravvivenza dell’anima alla morte non sono affatto imputabili al fascino disteso di questa lettura.

Quando la mia anima uscì dal corpo: Un medico di Lourdes racconta le esperienze di pre-morte
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