Prendi la DeLorean e scappa di Andrea Malabaila (a cura di)

Con Prendi la DeLorean e scappa a cura di Andrea Malabaila, Las Vegas edizioni propone una raccolta di diciotto racconti realizzati da altrettanti autori per celebrare il trentennale del primo episodio di Ritorno al futuro.
E all’improvviso quel 2015 tanto lontano è arrivato.
Perché così ci appariva nel secondo capitolo della saga di “Ritorno al Futuro”, la trilogia campione d’incassi che ha segnato una generazione intera.
Nel secondo episodio Marty McFly (Michael J. Fox) e Doc Brown (Christopher Lloyd), i protagonisti dei film, le cui citazioni sono entrate a far parte del linguaggio comune di noi ragazzi degli anni ‘70, effettuavano proprio una capatina in quello che quasi 30 anni fa veniva rappresentato come un futuro ipertecnologico.
E, a parte gli skateboard volanti, il resto non sembra poi così fantascientifico.
Ma “Ritorno al Futuro”, per la nostra generazione, non è solo un film, è quasi una filosofia di vita e una speranza.
Chi di noi infatti non ha mai pensato alla possibilità di viaggiare nel tempo? A tornare indietro per correggere sbagli o proiettarsi nel futuro per vedere cosa ci aspetta?
Il tema del viaggio nel tempo nella letteratura è stato utilizzato spesso e volentieri. Irving, Dickens e H.G. Wells ne furono i precursori già nel XIX secolo e da allora si è proprio creato un sottogenere ben distinto dalla fantascienza.
Anche nel cinema di esempi ce ne sono a decine, ma è con “Ritorno al Futuro” che forse questo tema ha raggiunto il suo apice, forse perché non mostrava universi apocalittici abitati da pseudo umani; forse perché il tutto era pervaso da un’ironia sottile e ficcante; forse perché non potevi non immedesimarti nei suoi personaggi.
Non si sa quale sia il motivo, ma la realtà dei fatti è che dal 1985, anno della sua uscita, ad oggi, il numero dei fan della trilogia è aumentato esponenzialmente.

Di questo fan club virtuale di sicuro fanno parte i diciotto autori di questa godibile raccolta di racconti a cura di Andrea Malabaila dal titolo alquanto esplicativo: Prendi la DeLorean e scappa.
Per i pochi che non lo sanno, la DeLorean era l’auto che, modificata a dovere dal Doc Brown (il suo “flusso canalizzatore” è da manuale della fisica), permetteva al giovane Marty di muoversi tra le pieghe del tempo.
In Prendi la DeLorean e scappa il tema principale è il viaggio nel tempo e il suo filo conduttore è appunto “Ritorno al futuro”
I racconti, perlopiù ironici e avventurosi, anche se non mancano episodi decisamente più malinconici, scorrono via veloci e piacevoli e abbracciano una vasta gamma di situazioni diverse: dall’uomo che torna indietro per insegnare al ragazzo che era come fare colpo sulle ragazze, al musicista che ruba le grandi canzoni della storia proponendole prima che vengano scritte dai veri autori, passando dal marito che cerca ripetutamente di salvare la moglie dalla sua morte.
Non tutti i racconti parlano di viaggi del tempo “reali”, in molti casi il viaggio è solo inteso come ricordo, ma in ognuno di essi c’è una citazione o un riferimento al film. Ma non è necessario essere degli appassionati della trilogia per apprezzare al meglio queste storie.
Infatti, oltre al film, c’è forse un altro elemento che accomuna questi racconti e può essere riconosciuto da tutti, fan o meno, un elemento che questi si lasciano dietro come una scia che li caratterizza: la nostalgia del tempo passato, quel tempo passato in cui noi adolescenti, con piumini imbottiti, felpe colorate e scarpe con suole gommate, andavamo in gruppo nei cinema dove veniva proiettato un solo film a settimana, entrando in sale buie, sature di fumo di sigarette, sedendoci su scomodissimi sedili di legno, magari cercando un minimo contatto con la ragazza più bella della classe.
Quel tempo in cui il mondo era ancora tutto da scoprire e chissà perché ci appariva con colori più vividi.
Quel tempo in cui cercavi di immaginarti il futuro, ma in realtà te ne fregava poco.
Quel tempo in cui il 2015 era solo una data lontanissima digitata sul computer di bordo della DeLorean.