Il mio viaggio nelle Metamorfosi di Ovidio è sempre più affascinante e ricco di sorprese.
Dopo la fine del Diluvio grazie all’ingegnosità di Deucalione e Pirra l’umanità ritorna, ma Gea, la Terra, genera dal fango un mostruoso serpente, Pitone, che abbranca con i suoi tentacoli tutto il mondo e con il suo alito di fuoco impesta l’aria. La minaccia è terribile, ma gli dei sono pronti a salvare l’umanità e Febo, dio della luce, scocca le sue frecce e uccide il mostro.
Chi è Pitone, il drago serpente mitologico
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Nel racconto, Ovidio si sofferma a spiegare la fatica compiuta da Febo nell’eliminare un pericolo che potrebbe distruggere l’intera umanità.
Il dio diventa un eroe dopo l’impresa e crea in suo onore una serie di gare atletiche che vanno sotto il nome di “Pitiche” in cui gli atleti ricevono una corona composta da varie piante, dal momento che non esisteva ancora il culto dell’alloro.
Ma il Pitone conserva un segreto.
Apollo, Pitone e l’oracolo di Delfi
Nel luogo in cui il mostro viveva c’era una sacerdotessa che pronunciava gli oracoli in suo nome e aveva il nome di “Pitonessa”. Quel luogo è Delfi che, dal momento in cui Pitone viene ucciso, diventa il territorio sacro di Apollo (altro nome di Febo) il quale conserva l’istituzione della Pitonessa che ribattezza Pizia e che è colei che i Greci consultano per profetizzare il futuro del mondo greco.
È l’inizio culturale del concetto di Ellade.
Apollo è, in fin dei conti, il lato luminoso della della civiltà greca, colui che combatte contro l’oscurità e la vince è ciò che ricordiamo dei Greci, popolo della luce.
Degno di osservazione è il fatto che dal corpo senza vita di Pitone non avvenga nessuna trasformazione, nessuna metamorfosi; è un essere informe e privo di coscienza, degno di morire una sola volta e per sempre.
Un’ultima considerazione: Pitone viene descritto come un drago serpente, animali che nel mondo occidentale sono negativi, ma che hanno l’importante compito di custodire un tesoro, in questo caso il tesoro della conoscenza impersonato dalla Pizia.
Ci sono poche rappresentazioni iconografiche del Pitone perché non è un mito molto conosciuto; le rare immagini pittoriche lo raffigurano simile ai demoni cristiani.
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