Ripercorrendo le Metamorfosi di Ovidio mi imbatto in divinità sconosciute o di basso rango perché anche tra gli dei esiste una gerarchia.
Una di queste è Tritone, figlio di Poseidone e la nereide Anfitrite. Fa la sua comparsa sulla scena nel momento in cui Zeussalva dal Diluvio gli unici giusti tra gli esseri umani, i mortali Deucalione e Pirra. Non solo l’Olimpo interviene per salvare la coppia ma anche il mondo divino del mare.
Su ordine del padre Poseidone, Tritone scuote il tridente e fa ritornare all’alveo i fiumi e i mari che avevano sommerso la Terra a causa dei peccati degli uomini.
Ovidio definisce Tritone “l’azzurro”: è colui che fa calmare le acque e mette al loro posto isole e penisole.
L’iconografia mitologica di Tritone
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Ma come era raffigurato Tritone nella iconografia romana?
Con la metà del corpo umana e quella inferiore a forma di pesce e di colore verdastro come tutte le creature marine.
Dalle caratteristiche si evince che era una divinità pregreca divenuta parte del panteon greco, forse fenicia. Ovidio descrive Tritone e dice che aveva un corno di conchiglia , il cui suono calmava le acque in tempeste e annunciava l’arrivo del dio come di fatto avviene nel libro delle Metamorfosi .
Chi è Tritone, il Dio del mare?
Tritone aveva come compagna Pallas, uccisa accidentalmente da Atena, e con lei diede origine a divinità minori, i Tritoni, buffi esseri che sono la controparte maschile delle sirene e che hanno il compito di assistere il genitore.
Ancora una volta Ovidio ci istruisce sul paganesimo romano, una religione molto più antica di quello che si pensa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tritone, il figlio di Poseidone nelle Metamorfosi di Ovidio
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