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Recensioni di libri

Passeggiate con i cani di Gianfranco Calligarich

Bompiani, 2023 - Un libro permeato da una luce sottile. Calligarich spande il suo racconto come pulviscolo intorno al lettore, viziandolo con immagini pacate e colorate in modo delicato, soprattutto di Roma e di mondi che non esistono più.

Paola Giorgia
Paola Giorgia Pubblicato il 21-05-2023
Passeggiate con i cani

Passeggiate con i cani

  • Autore: Gianfranco Calligarich
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Bompiani
  • Anno di pubblicazione: 2023

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Passeggiate con i cani di Gianfranco Calligarich, edito da Bompiani, è una lettura gradevole che sembra inserirsi in un solco già tracciato dall’autore con il precedente lavoro, L’ultima estate in città. Calligarich ripete infatti l’esperienza di colloquiare in tono intimo con il lettore per richiamare ricordi e fare revisione di eventi di vita ormai lontani, ma ripercorsi con vivida partecipazione e immutato sentimento.

In Passeggiate con i cani Calligarich, complice il far della sera e la necessità di far uscire il cane prima del ritiro notturno, rivive alcune tra le tappe più significative del suo arrivo a Roma, ripercorre gli inizi della sua carriera di giornalista, i sacrifici, gli amori, le amicizie, in una carrellata impreziosita da intensità di emozioni e sentimenti che trapelano forti e decise sulla pagina, malgrado la lontananza del tempo in cui sono stati vissuti.
Una sorta di amarcord, un misto tra uno scorcio di autobiografia e un memoir nel quale è facile farsi coinvolgere durante la lettura, proprio grazie al tono partecipativo che instaura l’autore.
E sono proprio il tono e la lingua dell’autore, tra ciò che caratterizza il lavoro di Calligarich, a distinguerlo.

Il linguaggio che Calligarich usa è degno di nota.
Originale, del tutto personale nella costruzione del periodo come nella scelta della punteggiatura, sulle prime mette il lettore sulla difensiva con un impatto che sembra un po’ difficile da penetrare, poi invece ci si renderà conto di trovarsi proprio dinanzi a quel quid in più che sempre caratterizza lo “scrittore di rango” e, dopo pochissime pagine, una volta che si è entrati nell’ottica e si comprendono l’angolazione e il ritmo dello sguardo, ci si ambienta comodi nel suo stile per proseguire la lettura, godendosela senza riserve.
A questa atmosfera intima, così costruita grazie al linguaggio che permea in modo costante tutto il libro e ne è l’altro suo pregio, contribuisce poi l’ambientazione fatta di minuzia di descrizioni e particolari.
Già il titolo, molto evocativo, sollecita la curiosità del lettore e aiuta ad entrare nel mood.

La storia si svolge a Roma. Sempre sullo sfondo, la città è partecipe e protagonista del romanzo. Roma, per Calligarich, è una città empatica, che è descritta come una complice delle sue storie d’amore, così come dei suoi incontri professionali più fortunati.
La città diventa un elemento strutturale e imprescindibile nella storia dello scrittore, sia reale che trasposta nel romanzo.
Bellissime le scene in cui compare la strada illuminata dai lampioni alla sera, durante la passeggiata, il Tevere con il suo fluire sornione, i platani che gli fanno da cornice e le finestre accese dei residenti, e soprattutto la scalinata della Chiesa dei Fiorentini, a pochi passi da Via Giulia dove (presumibilmente) si trova l’autore, sono un’ambientazione così straordinaria e calda, così accogliente da suscitare in chi legge la sensazione del salotto in cui ci si racconta, senza filtri, partendo dai ricordi.

È magnifico il modo in cui Calligarich descrive Roma lungo tutto il libro; una definizione costruita con le fattezze lessicali di un mantra, che contribuisce a creare quello stile unico e personale cui prima si faceva riferimento.
Si potrebbe pensare a questo libro come a un “bilancio esistenziale”, dandogli quindi una connotazione poco felice, tutt’altro.
Non è di questo che si tratta, perché in Passeggiate con i cani manca proprio quella sensazione di amaro che suscita sempre la definizione di bilancio. Malgrado in alcuni passaggi si senta la malinconia di un tempo passato, come è normale che sia quando si rievoca, il tono è dolce, un misto tra il colloquiale e il riflessivo.
Calligarich, con abile capacità narrativa, si mantiene sulla cronaca di ciò che è stato, scongiurando così quell’eccessivo intimismo che, talvolta, allontana, anziché avvicinare il lettore dai racconti autobiografici, facendolo sentire al di fuori di un discorso che spesso scade nel solipsistico.
Passeggiate con i cani è un libro permeato da una luce sottile. Calligarich spande il suo racconto come pulviscolo intorno al lettore, viziandolo con immagini pacate e colorate in modo delicato, soprattutto di Roma e di mondi che non esistono più.

Il valore dell’intero romanzo è duplice proprio per questo. Perché ci introduce e fa conoscere una figura umana e professionale, il Calligarich giornalista poi scrittore e uomo, e in più ci illumina un tempo storico ormai svanito.

Una lettura agile, godibile e, senza dubbio, consigliata per il carattere affabile e coinvolgente del tono, in grado di sollecitare curiosità verso alcuni anni della nostra storia sociale più recente, anche sotto il profilo editoriale, che pochi di noi potrebbero altrimenti rammentare con facilità per questioni anagrafiche e/o culturali.

Un libro evocativo, mai ripiegato su sé stesso che, sul finale, riserva anche una delicata sorpresa emozionale ai lettori dove il ricordo e la voce dell’autore si fanno particolarmente teneri nel richiamare il suo amore più importante.
Leggere per credere.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Passeggiate con i cani

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