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Recensioni di libri

Ombre della sera (Tell me where it hurts) di Alfredo De Gregorio

Epika, 2021 – Un medical thriller senza precedenti, irriverente e divertente, tutto da leggere. State certi che un organo sano non può ammalarsi di botto e smettere di funzionare in poche ore, senza rimedio. Non da solo, non senza traumi.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 17-05-2022
Ombre della sera (Tell me where it hurts)

Ombre della sera (Tell me where it hurts)

  • Autore: Alfredo De Gregorio
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2021

Ombre sulla città, una cortina impenetrabile cala sull’istituto di credito prestigioso, per la morte apparentemente naturale di un alto dirigente. Difficile resistere alla suggestione di considerare l’analogia con un famoso caso, tra suicidio e cronaca nera, in una banca dell’Italia centrale. Ma il colosso bancario di Siena non c’entra ed ogni riferimento alla realtà è in gran parte casuale, ci muoviamo infatti nelle pagine di un romanzo recente, il secondo di Alfredo De Gregorio, quarantenne esperto di antiriciclaggio. Ombre della sera (Tell me where it hurts) (373 pagine), è uscito a giugno per i tipi delle Edizioni Epika di Castello di Serravalle, Valsamoggia, Bologna.

Vive e a suo dire fa danni (“molestie assortite”) nel cuore dell’Emilia l’autore di quello che su Facebook presenta come un “giallo, thriller e molto altro”. Lo trovate, aggiunge, nello shop online della casa editrice e in tutte le librerie, fisiche o in rete.

“Se volete altre info, per prenotare dediche o per mandarmi a quel paese, potete scrivermi in privato”.

Alfredo "Ale" De Gregorio sembra irresistibile, come i protagonisti di un romanzo originale che può piacere tantissimo o non piacere affatto. Si direbbe azzeccata la prima ipotesi: non si vede perché trovarsi a disagio quando una trama gialla cresce con calma ma cresce, mette in moto personaggi con difetti tanto credibili da sembrare persone vere e scatena dinamiche a volte goliardiche, scriteriate, di un’equipe allargata di medici da fiction. Alla General Hospital o per i meno attempati ER. Medici in prima linea, Grey’s Anatomy, Scrubs.

Si diceva dell’originalità della scrittura: il testo è preceduto-intercalato da citazioni di opere letterarie e di brani musicali, internazionali e italiani. Intervallano il racconto anche spunti diaristici, annotati in corsivo e successivi ai fatti narrati.
Si diceva pure dei personaggi irresistibili. Mattia Cavalcanti, specializzando in chirurgia d’urgenza, è un medico di pronto soccorso che non sopporta la vista di sangue e lesioni, tanto da correre in bagno per la nausea. E il commissario di polizia Gervasi non è il classico cinquantenne più o meno in forma. Per forza, è una commissaria. Viaggia sulla trentina e gioca molto sull’aspetto giovanile e innocente, che nasconde un carattere tosto. Si fa rispettare da poliziotti che hanno quasi il doppio d’età ed esperienza. Quando azzanna un caso non molla più.

Sara Gervasi sa il fatto suo, è un osso duro di talento. Mattia se n’è accorto alla prima stretta forte della mano lunga e sottile, da bambina tutt’altro che infantile. Spettacolari i dialoghi tra i due, sempre ironici e intelligenti.
Spettacolari, del resto, tutti gli altri personaggi. Tanti, ma nessuno messo lì alla rinfusa. I caratteri sono descritti con sempre maggiore precisione man mano che il racconto procede. I “buoni” non sembrano angeli, ma verrebbe d’abbracciarli tanto ispirano simpatia. I “cattivi” lasciamoli stare, che vadano per la loro strada, in testa a tutti lo sleale collega Giuseppe Graci.

Uno OK è il superiore diretto di Cavalcanti, Patrick Paddy Parnell, un canadesone di padre irlandese, che stima Mattia come solo il comune mentore prof. Rummolo, luminare dell’ortopedia in pensione e sedia a rotelle, per una patologia degenerativa. A Paddy si deve il progressivo confinamento della nausea alla sola fase postoperatoria, oltre all’arruolamento del giovane chirurgo d’urgenza nella squadra di rugby che raggiunge la finale (persa) in Gran Bretagna e che regala a Mattia botte, lividi, tagli e tanta endorfinica autostima.

Patrick conia strepitosi nickname di primari, colleghi e infermiere, esasperando caratteristiche, abitudini, tic e difetti. Mattia è Linus, per via dei fazzoletti sempre a portata di mano, per asciugare sudore, lacrime di raccapriccio e... altro. Allegra, specializzanda tra le più brillanti che accetta qualsiasi incarico con un positivo “facile!, è Easy e anche lei intervalla il racconto con le sue considerazioni in corsivo. La giovanile anatomopatologa Tebaldi è Baby Girl. L’ortopedico che si imbosca per non lavorare, Mister Guano.

Per Kinzica basta il diminutivo Kinzie. Slava? No, pisana, affidata da Paddy a Cavalcanti perché le faccia da guida nell’istituto. È una moretta attraente, che collabora con Mattia a confezionare intermezzi di sesso onesto reciprocamente appagante, per quanto sfrenato.

È rimasto in sospeso il giallo, anzi, il nero del banchiere cadavere. Qualcosa bisognerà accennare, poco, perché è pur sempre un thriller. Michele Fustelli, direttore generale di un noto istituto di credito, si sottopone a un check up annuale completo, che attesta puntualmente il perfetto stato di salute. Ma è Fustelli il paziente per cui Kinzica viene chiamata in sala operatoria, concluso l’ennesimo corpo a corpo bollente con Cavalcanti.

Molte ore dopo, gli confessa la sorpresa per la morte improvvisa del banchiere. Una trombosi, vari arresti cardiaci e crollo dei valori critici che non è stato possibile stabilizzare. I dubbi inducono Mattia a chiedere l’autopsia, negata dal primario per mancanza di presupposti clinici. Ma tutto questo ha messo sull’avviso la Polizia e il dottore conferma alla commissaria che, a sua scienza, un organo sano non può ammalarsi di botto e smettere di funzionare in poche ore, senza rimedio. Non da solo, non senza traumi.

Ombre della sera. (Tell me where it hurts)

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ombre della sera (Tell me where it hurts)

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