

Ogni prigione è un’isola
- Autore: Daria Bignardi
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2024
Con Ogni prigione è un’isola (Mondadori, 2024), Daria Bignardi decide di scandagliare una realtà scomoda e invisibile agli occhi della collettività: quella carceraria. Un mondo dominato dalla violenza, dalla disperazione, dalla fragilità e dalla solitudine. C’è chi, fa notare l’autrice, lo etichetta come "discarica sociale"; eppure, un tema così spinoso e delicato non si presta a una definizione univoca e sbrigativa.
Sarebbe infatti un errore banalizzare o ignorare un sistema che coinvolge decine di migliaia di persone, ricordando che fanno parte del quadro non solo i detenuti e le loro famiglie, ma anche gli addetti ai lavori: agenti di polizia penitenziaria, psicologi, medici, infermieri, assistenti sociali... L’autrice, nella sua analisi a tutto tondo, si sofferma anche sul loro punto di vista e sui risvolti psicologici legati alla loro professione. Un microcosmo di individui accomunati dal coinvolgimento, in varie forme, in questo angusto e dimenticato angolo della società.
Nella stragrande maggioranza dei casi, i carcerati sono persone il cui percorso è stato fortemente condizionato da contesti sociali disagiati di cui sono vittime a loro volta. Intervistando i detenuti residenti in diverse prigioni italiane (da San Vittore a Rebibbia, ma anche altre strutture meno conosciute), i loro racconti si svolgono spesso in scenari di povertà e ignoranza, tra abusi di ogni genere, oppure in presenza di problemi psichiatrici o di dipendenze. Non sfugge all’occhio attento della Bignardi come molte di queste persone siano divorate dai sensi di colpa non solo per i reati commessi, ma anche per le sofferenze inflitte ai loro cari.
Esistono anche, purtroppo, coloro che vengono ingiustamente incriminati a causa di errori giudiziari. La casistica è molto ampia, ma a prescindere dalla storia personale di ognuno, i dati parlano chiaro: i suicidi in cella continuano a registrare numeri impressionanti (varie centinaia all’anno). Un fenomeno che, nella sua drammaticità, non può lasciare indifferenti e rappresenta un fallimento per le istituzioni.
Un sistema carcerario degno di un Paese civile dovrebbe essere in linea con i principi base della nostra carta costituzionale, secondo cui
la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali.
Risultato difficile da raggiungere se si pensa ai frequenti casi di sovraffollamento delle strutture penitenziarie, con spazi insufficienti e condizioni di vita spesso intollerabili. Eppure, pagare il proprio debito con la giustizia non dovrebbe significare essere totalmente abbandonati a sé stessi. Citando una delle testimonianze del libro:
Ecco cos’è terrorizzante di quel complesso di celle: l’innaturalezza del loro silenzio. Desideriamo spesso il silenzio, ma quello della vita è sempre sonoro [...] qui dove mi trovo il non-rumore è stato ideato per terrorizzare la mente che si sente ricoprire di sabbia come in un sepolcro.
In un quadro così cupo, spunta tuttavia uno spiraglio di speranza. Un dato che colpisce - sottolinea l’autrice - è il fatto che
la percentuale di recidiva di chi in galera ha seguito un percorso di reinserimento lavorativo si abbatte a meno del venti per cento.
In altre parole, al termine della pena oltre otto ex-detenuti su dieci cambiano vita se correttamente reintegrati nel tessuto sociale. Ecco, dunque, uno dei punti chiave su cui riflettere: gli istituti penitenziari andrebbero concepiti come luogo non solo sanzionatorio, ma anche rieducativo. Investire maggiori risorse in questa direzione può produrre ricadute positive non solo sui diretti interessati, ma anche sull’intera collettività.
Quello della scrittrice è uno sguardo partecipe che osserva senza giudicare, restando sempre lucido e obiettivo, senza cedere al buonismo:
il pensiero che esistano persone che uccidono o hanno ucciso, non per errore o follia o per non essere uccise, ma con determinazione e crudeltà, è più difficile da accettare.
Un libro che si legge velocemente, con fluidità di linguaggio e ricco di discorsi diretti; una scelta funzionale alla volontà di dar voce alle testimonianze di questi "invisibili".

Ogni prigione è un'isola
Amazon.it: 17,57 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ogni prigione è un’isola
Lascia il tuo commento